Creato da: Giuseppe_TV il 19/10/2014
Associazione di Promozione Sociale - email: ilsoledinotte2013@libero.it
|
I miei link preferitiArea personale- Login
TagCerca in questo BlogMenuI miei Blog AmiciCitazioni nei Blog Amici: 1 Ultimi commentiChi può scrivere sul blog
Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
|
Elena, ancora una morte durante la contenzione
Post n°421 pubblicato il 16 Agosto 2019 da Giuseppe_TV
Tag: Malasanità, Psichiatria Editoriale di Giordano Cotichelli pubblicato il 15/8/2019 dal sito https://www.nurse24.it/ I fatti. Lo scorso martedì, presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è esploso un incendio che ha causato la morte di una degente, ritrovata in un secondo tempo, carbonizzata. Avrebbe compiuto venti anni il prossimo ottobre. Era stata contenuta al letto, causa lo stato di agitazione e le intenzioni suicidarie manifestate. Forse la tragedia, stando alle notizie dei media, è stata innescata dall’uso di un accendino da parte della vittima stessa. Si chiamava Elena. Di più non si può dire. Successivamente parleranno periti, dirigenti, sindacalisti e politici; purtroppo non potrà avere voce in capitolo Elena. Né lei, né le tante come lei che si chiamavano: Francesco, morto a 59 anni il 4 agosto del 2009, o Agostino, 45, morto nel suo letto di contenzione il 23 dicembre 2018, o Giuseppe, deceduto dopo sette giorni di contenzione il 22 giugno 2006. Oppure, andando indietro ancora nel tempo, Antonietta, morta il 31 dicembre 1974, a 40 anni, anche lei vittima di un incendio mentre era contenuta al letto. E molte altre storie potrebbero aggiungersi in un triste e vergognoso elenco a denuncia di qualcosa che non dovrebbe mai accadere nei confronti di chi sta male, di chi ha bisogno, di chi soffre di un disagio. Nei confronti di nessuno. Ogni vittima della contenzione riporta indietro di anni le lancette dell’orologio di una società moderna, di una medicina all’avanguardia, di un’assistenza a misura d’uomo. Non c’è versione aggiornata del Codice deontologico degli infermieri dal 1999 ad oggi in cui non vi sia un articolo che prenda in considerazione la contenzione, dove però la dimensione morale sembra quasi piegarsi ai diktat della contingenza, delle risorse, dell’eccezionalità.
Il risultato alla fine è qualcosa di stridente, fuori fuoco, che mal si adatta alla rappresentazione asettica, neutrale, quasi scontata, di una professione che invece vive su di se, direttamente, o indirettamente assieme ai pazienti, tutte le contraddizioni e le disuguaglianze, le storture e i torti di una società stratificata, iniqua ed ingiusta. Questo per dire che non si può restare passivi davanti alla morte di una paziente, di tanti pazienti; rassegnarsi a ciò che ineluttabile non è. Ineluttabile non è. Si perché è qualcosa contro cui si può lottare. Da subito, al fine di evitare che permangano le condizioni di degrado e miseria che stanno all’interno di questo percorso vizioso che è il taglio delle risorse umane, istituzionali, sociali, culturali che sta trasformando il nostro paese in una grande camera di contenzione. Basta vittime. Basta morire legati, in un letto o in qualsiasi altro luogo. Basta abbassare la testa. È ora di alzare lo sguardo, per guardare con empatia e commozione la famiglia di Elena! Alzare lo sguardo per sfidare chi sbraita di voler riaprire i manicomi per poter accaparrarsi qualche voto in più, o qualche tessera sindacale facile. Alzare lo sguardo per difendere la dignità dei pazienti, dei professionisti e delle persone. Tutte, ma in particolare quelle più fragili.
Un atto dovuto ad Elena, Francesco, Agostino, Giuseppe, Antonietta e ad ognuno di noi, come donne e uomini liberi, come infermiere e infermieri.
|
Inviato da: Giuseppe_TV
il 19/12/2023 alle 11:39
Inviato da: Arianna1921
il 19/12/2023 alle 11:37
Inviato da: Giuseppe_TV
il 13/10/2023 alle 08:44
Inviato da: cassetta2
il 13/10/2023 alle 08:37
Inviato da: Giuseppe_TV
il 12/08/2022 alle 09:57