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Messaggi di Settembre 2020

 

Tg Psicologia, edizione del 18 settembre 2020

Post n°457 pubblicato il 18 Settembre 2020 da Giuseppe_TV
 

Video pubblicato per Agenzia DIRE da Rachele Bombace
Leggi la notizia su dire.it

 

 
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Salute mentale e Covid, i pazienti delle strutture vivono come reclusi

Post n°456 pubblicato il 16 Settembre 2020 da Giuseppe_TV
 

Unasam scrive al ministro Speranza, per denunciare “l'inaccettabile e incomprensibile rigidità di disposizioni”. Alcune direzioni sanitarie “privano gli ospiti di rapporti affettivi determinanti per la loro ripresa” e “impediscono il loro libero movimento all'esterno della struttura Chiediamo al ministro un intervento urgente”

Articolo pubblicato l'8 settembre 2020 da La difesa del popolo, settimanale della Diocesi di Padova.

Esprimiamo grande preoccupazione per il protrarsi delle restrizioni di libertà, nelle strutture socio sanitarie e socio assistenziali, che accolgono persone che vivono la condizione della sofferenza mentale”. Inizia così la lettera che Gisella Trincas, presidente di Unasam, ha indirizzato al ministro della Salute Roberto Speranza, a cui chiede un “Intervento urgente”

Vigono ancora, infatti, all'interno delle strutture residenziali per la salute mentale, le disponizioni governative in base alle quali “l'accesso di parenti e visitatori è limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”.

Queste misure preventive si traducono, in molti casi, in “un'inaccettabile e incomprensibile rigidità di disposizioni”: le direzioni sanitarie, in nome di queste, non solo “stabiliscono quando e in che misura consentire la visita di parenti e amici (privando le persone di rapporti affettivi determinanti per la loro ripresa)”, ma impediscono anche il “libero movimento all'esterno della struttura, come invece consentito (pur con le precauzioni da assumere) alla generalità dei cittadini e delle cittadine”.

Per Unasam, tali disposizioni diventano “gravi” quando “impediscono, alle persone quel processo di integrazione e inclusione sociale indispensabile per il percorso di miglioramento delle proprie condizioni di salute mentale e di salute fisica”. Si tratta, peraltro, di misure irrazionali e inefficaci, dal momento che “gli operatori delle strutture, quando non sono in turno, vivono la loro normalità di vita frequentando i propri cari e gli amici, i luoghi della socialità e dello svago, i negozi, i supermercati, le palestre, il mare e possono anche andare in vacanze”. Al contrario “tutto ciò è precluso a cittadine e cittadini che, per le loro condizioni di difficoltà psico sociali e sanitarie hanno necessità di essere sostenuti, in un percorso assistenziale e terapeutico riabilitativo, in luoghi altri dalla propria abitazione, e determina una grave discriminazione”.

La preoccupazione di Unasam è quella di tanti ospiti e dei loro parenti: “La nostra organizzazione riceve costantemente segnalazioni e proteste da parte dei familiari e delle stesse persone ospitate in tali strutture. In questi giorni, inoltre, le disposizioni si sono ulteriormente inasprite bloccando qualunque accesso, nelle strutture, da parte dei familiari”. Va precisato che “non ovunque è cosi, vi sono comunità terapeutiche e strutture socio assistenziali in cui gli ospiti, pur con le misure di prevenzione necessarie, incontrano regolarmente i propri familiari e partecipano alla vita sociale”.

Unasam chiede quindi “un intervento urgente da parte del ministero della Salute, con l'emanazione urgente di disposizioni chiare che valgano per la generalità dei cittadini e delle cittadine, inclusi i cittadini e le cittadine che sono accolti e accolte in qualunque struttura socio sanitaria o socio assistenziale del nostro Paese”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)

Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)

 
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Salute mentale in crisi: meno personale e servizi, più psicofarmaci e accessi al PS

Post n°455 pubblicato il 07 Settembre 2020 da Giuseppe_TV
 

Massimo Cozza
Psichiatra, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2
4 settembre 2020

Adesso, c’è però una occasione storica da non perdere, con la possibilità di nuove risorse europee, da destinare in particolare alla sanità e per quanto riguarda la salute mentale non si tratta solo della priorità di investire nelle risorse umane e sui servizi territoriali, ma di implementare le modalità di lavoro di tipo comunitario, a partire dal budget di salute. Infine, c'è bisogno di una maggiore attenzione sulle problematiche di salute mentale dei minori e degli adolescenti

Ogni giorno in Italia si recano al Pronto Soccorso 1.691 persone con diagnosi principale di natura psichiatrica, il 3% del numero totale degli accessi. Questa la media annuale nel 2018, mentre nel 2017 sono state 1.622, circa il 2,8% degli accessi. È questo il dato dal quale è opportuno partire per arrivare ad alcune considerazioni che si possono trarre dalla lettura del Rapporto Salute Mentale Anno 2018 del Ministero della Salute.

Si tratta, infatti, di un significativo aumento del numero degli accessi al PS che si può spiegare con un generale impoverimento dei servizi territoriali dei 143 Dipartimenti di Salute Mentale (2 in meno rispetto al 2017), così come confermato da altri indicatori.

In primo luogo, rispetto all’anno precedente, si registra una incisiva diminuzione del personale, con 2.476 unità in meno (da 28.692 a 26.216). Va sottolineato che in salute mentale il personale rappresenta la risorsa principale, in quanto è centrale la relazione tra operatore ed utente, famiglia, contesto di vita. Va ricordato che il rapporto tendenziale indicato dal Progetto Obbiettivo Tutela Salute Mentale 1998-2000 era di un operatore ogni 1.500 abitanti. La carenza, secondo il PO, è di oltre 14mila unità: manca oltre un terzo del personale.

Leggi tutto l'articolo cliccando il link seguente:
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=87657 

 
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