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« Zulu...incontro col destinoEd essi ebbero le stelle »

La battaglia di Essling

Post n°351 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da Illywirin

 

 

Essling, 18 maggio 1809,

Erano le undici del mattino quando

la vecchia guardia ricevette l'ordine

di attraversare il Danubio

I cacciatori a piedi arrivati per primi alla fine del ponte, 

 fecero una svolta a sinistra , invece che a destra,

 e questo fu solo il primo

degli errori di quella giornata

 che avrebbero potuto portare Napoleone

a una tremenda sconfitta, sei anni prima di Waterloo.

L'imperatore dirigeva personalmente le operazioni,

 quando una scheggia di granata colpì il suo cavallo.

Così decise di sistemarsi su un albero per seguire le manovre.

La battaglia era accanita, come quella del giorno precedente.

Cinquanta cannoni austriaci furono puntati su di loro.

 La vecchia guardia non sparò un solo colpo di fucile,

mentre i suoi uomini cadevano, a volte intere file.

Erano tali le perdite che si dovette schierare

gli uomini su una sola fila.

Il maresciallo Lannes fu colpito a morte

e gli uomini della sua brigata cominciarono a fuggire,

 trattenuti  solo dagli uomini della guardia.

Finalmente il maresciallo Bessieres,

 appena arrivato li condusse avanti,

per sparare contro i cannoni austriaci.

dietro di loro però avvenne un disastro,

 il ponte crollò a causa dei tronchi che gli austriaci

avevano buttato nel fiume allo scopo di demolirlo.

La situazione era disperata,

Alle nove di sera l'imperatore ordinò a ogni uomo

 di accendere un fuoco, per ingannare il nemico sul loro numero.

Almeno un quarto delle truppe francesi era morto o ferito.

L'arciduca Carlo, però ignorava la rottura del ponte,

 e non si era reso conto dell'astuzia di Napoleone.

Sarebbe bastato un solo attacco, e i francesi , col ponte crollato

e la ritirata tagliata non avrebbero avuto scampo

e  Napoleone stesso sarebbe stato preso o ucciso.

 Invece caduto nell'inganno, l'arciduca austriaco

chiese una tregua di tre mesi,

che ovviamente gli fu subito accordata.

La stella di Napoleone, stavolta l'aveva davvero salvato.

 

 

 Questa storia insegna qualcosa, a non arrendersi

alla cattiva sorte; certo come

Napoleone dovrete ingegnarvi,

non potete aspettarvi l'aiuto dal cielo,

se per primi non vi impegnate voi.

 Come dice il proverbio "Aiutati che il ciel ti aiuta"

 

 

 

 

 

 
Rispondi al commento:
ochidea_blu
ochidea_blu il 26/01/13 alle 22:50 via WEB
Ciao Vittorio,MAI arrendersi ..e chi te lo dice è figlia di un militare ... devi sapere che quando ero piccola è cadevo,mia madre premurosa e apprensiva cercava sempre di aiutarmi,mentre mio padre con dolcezza mi diceva sempre cerca di ingegnarti e pensa come puoi rialzarti ... ti auguro con affetto una felice serata e una gioiosa domenica. Sofia (p.s la musica di sottofondo è molto bella )
 
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