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Messaggi del 15/02/2014

Possiamo vivere solo se qualcuno ci attende

Post n°415 pubblicato il 15 Febbraio 2014 da Illywirin

 
 

 

 

 

Una giovane madre era in attesa del secondo figlio.


 Quando seppe che era una bambina,

 insegnò al suo bambino primogenito,

che si chiamava Michele,

ad appoggiare la testolina sulla sua pancia tonda

 e cantare insieme a lei una «ninna nanna»

 alla sorellina che doveva nascere.


 La canzoncina che faceva

«Stella stellina, la notte si avvicina…»

piaceva tantissimo al bambino,

 che la cantava più volte.


 ... Il parto però fu prematuro e complicato.

La neonata fu messa in una incubatrice

 per cure intensive.

 I genitori trepidanti furono preparati al peggio:

 la loro bambina aveva pochissime probabilità

 di sopravvivere.


 Il piccolo Michele li supplicava:

«Voglio vederla! Devo assolutamente vederla!».


Dopo una settimana, la neonata

 si aggravò ancor di più.

 La mamma allora decise di portare Michele

 nel reparto di terapia intensiva della maternità.

 Un’infermiera cercò di impedirlo,

 ma la donna era decisa

e accompagnò il bambino vicino al lettino

 ingombro di fili e tubicini

dove la piccola lottava per la vita.


 Vicino al lettino della sorellina,

Michele istintivamente avvicino il suo volto

a quello della neonata

 e cominciò a cantare sottovoce: «Stella stellina…».


La neonata reagì immediatamente.

Cominciò a respirare serenamente, senz’affanno.


 Con le lacrime agli occhi,

 la mamma disse: «Continua, Michele, continua!».


Il bambino continuò.

La bambina cominciò a muovere le minuscole braccine.


 La mamma e il papà piangevano

 e ridevano nello stesso tempo,

mentre l’infermiera incredula fissava la scena

a bocca aperta.


 Qualche giorno dopo,

la piccola entrò in casa in braccio alla mamma,

 mentre Michele manifestava

 rumorosamente la sua gioia.


 I medici della clinica, imbarazzati,

lo definirono con parole difficili.

La mamma e il papà sapevano

 che era stato semplicemente un miracolo.

 Il miracolo dell’amore di un fratello

 per una sorellina tanto attesa.


 Possiamo vivere soltanto

 se siamo sicuri che c’è qualcuno che ci attende.


 (B. Ferrero)

 

 
 
 

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