Incosciente2.0

Conti senza Ostessa

Monsieur lapalisse ha deciso per suo conto.  Che vuol riprendersi tutto con gli interessi.  Farmelo chiaramente comprendere non lo fa molto furbo. La certezza del risultato leggibile sul suo volto inevitabilmente mi irrita. E solletica/sollecita tutta la stronzeria di cui sono portatrice sana. Sana. Si fa decisamente per dire. I conti senza l'oste, tu che i conti li fai ogni giorno...
Te la lascio giocare la partita,  ti  do qualche km di vantaggio,  ti servo sorrisi non richiesti e indosso ciò che vorresti indossassi. Inclusa la mia faccia peggiore. Ti lascio parlare,  ascoltandoti, e mi accorgo che le ascolto davvero le tue parole.
Verboso. Netto.  Periodi lunghi,  pieno di parentesi, vai e torni, giri e accendi una sigaretta.  Sempre quei canini in prima linea.  Insopportabili.  Irresistibili. Bello, sei.  Non ne hai colpa alcuna. Di niente. Tanto meno della mia ostinata convinzione di andarti contro solo perché hai invece deciso, tu , di andare verso. Senza consultarmi. Orgoglio vanesio. Solo un'altra giostra.
Perentoriamente su cui non salire.
Ma c'è che non ci voglio manco provare. Io non ci credo più a quelle cose lì.  Ma poi io non son capace.  Si sa.
Il problema è che lui ora ha smesso di parlare.  Ha avvicinato la sedia.  Sobbalzo. Dentro.  Non lo vede. Bene. 
Le squisite lenticchie sul suo viso rubano un flash all'estate di qualche anno fa, quando assaggiava il mare sulla mia pelle.
Lo sento il calore fra le gambe e stavolta lo sente anche lui. Touche. 
Ora mi alzo. Senno lo fa. Non mi alzo. Lo fisso.  Ciglia lunghe,  non leggo bene. 
Mi alzo. Devo andare.  Cioè fuggire.  Sto li a pensarci... troppo per non darti il tempo. 
In fronte, mi bacia,teneramente.