Smisurata preghieraVita di un aspirante filosofo, disputazioni e dialoghi, alla ricerca costante di verità e virtù, viaggiando in direzione ostinata e contraria |
SCUOLA DI ATENE
La Scuola di Atene, di Raffaello, ovvero il massimo elogio alla filosofia greca, massimo grado della conoscenza umana. Al centro Platone ed Aristotele, l'uno col dito al cielo e il "Timeo" sotto il braccio, l'altro che indica il suolo. A destra Socrate, che parla con Critone ed Alcibiade. Sulla scalinata, sdraiato, Diogene il Cinico. Vicino al blocco, svogliato, Eraclito di Efeso. Alla sua destra Epicuro, Zenone, Avveroè, Pitagora, Empedocle. Alla sinistra di Diogene, Tolomeo, Talete.
CI DEVE ESSERE DELL'ALTRO, AL DI LÀ DELL'UOMO...
Ci sarà un tempo in cui l'uomo sarà superato... in cui l'istinto e la passione domineranno... in cui non ci sarà bisogno di difendere la propria individualità... ma il tempo è ancora lontano... e gli uomini, sì, loro, ripugnanti e abietti, corrompono le menti di coloro, che, fragili, vogliono ergersi al di là del bene e del male...
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Your cheeks flushed with the night
We walked on frosted fields
Of juniper and lamplight
I held your hand
And when I woke
And felt you warm and near
I kissed your honey hair
With my grateful tears
Oh I love you girl
Oh I love you
Simon & Garfunkel
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"Aut bibas aut abeas" (Cic.)
Post n°130 pubblicato il 19 Maggio 2009 da Virplatonicus
Ti guardiamo noi, della razza / di chi rimane a terra (E. Montale) Da troppo tempo, da Praga, non scrivevo più qui. Non perché mi fossi dimenticato di questo "luogo", seppur virtuale, ma perché il tempo della vita mi scorreva via senza che potessi fermarlo. E forse era un bene, ritengo di aver usato il tempo di questi mesi in modo proficuo. Ho in mente, oltre che ovviamente la prima epistola di Seneca a Lucilio (vindica te tibi), la poesia Falsetto di Montale. La dicotomia fra chi vive e chi guarda vivere forse non è così netta, il tempo per la meditazione può essere tempo di vita. Vivere è anche questo, è anche perdersi nel mare senza averlo mai toccato, e in questo oblio scordare la nostra identità e trovarci armonicamente in-seriti nel cosmo. Vivere è anche leggere il Don Chisciotte, e sognare di diventare cavaliere errante, ricordarsi dei propri sogni, e vedere sempre il mondo con occhi nuovi. E che importa se andiamo a cozzare contro i mulini a vento, con noi c'è il buon Sancio che ci aiuta. E la ricerca del sogno, di qualcosa che ci riempia di senso; questa è la nostra vita, ricerca. E la ricerca si svolge sempre, ed ovunque. C'è una regola che vigeva nei banchetti Greci. "Aut bibas, aut abeas" (era oggetto della versione dell'ultimo Certamen Ciceronianum Arpinas, al quale ho evidentemente partecipato). O bevi, o te ne vai. Ma nessuno ci obbliga a tracannare. "Non pratichiamo la bevuta scitica" diceva Anacreonte. Infatti. A tratti si sorseggia, a tratti, quando la sete è più intensa, si può bere di più. L'importante è non smettere mai di bere. |
ULTIMI COMMENTI
SMISURATA PREGHIERA (DA “ANIME SALVE”, 1996)
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
Fabrizio Dé André
DORME, DORME PLACIDO SULLA COLLINA
“… E dov’è Jones, quel vecchio suonatore
che giocò con la vita per tutti i suoi novant’anni,
affrontando la tormenta a petto nudo,
bevendo e facendo chiasso,
senza mai un pensiero né a moglie, né a parenti,
non al denaro, non all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia ancora delle porcate di tanti anni fa
delle corse bel boschetto di Clary
di ciò che Abe Lincoln disse una volta a Springfield”
(da “La Collina” di E.L. Masters)
Inviato da: philo
il 26/01/2014 alle 10:41
Inviato da: delphine
il 26/01/2014 alle 10:41
Inviato da: Caro
il 26/01/2014 alle 10:41
Inviato da: Benedicte
il 26/01/2014 alle 10:40
Inviato da: sabina
il 26/01/2014 alle 10:40