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Un blog creato da Virplatonicus il 19/06/2006

Smisurata preghiera

Vita di un aspirante filosofo, disputazioni e dialoghi, alla ricerca costante di verità e virtù, viaggiando in direzione ostinata e contraria

 
 

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What a dream I had
Pressed in organdy
Clothed in crinoline
Of smoky burgundy
Softer than the rain

I wandered empty streets
Down past the shop displays
I heard cathedral bells
Tripping down the alleyways
As I walked on

And when you ran to me
Your cheeks flushed with the night
We walked on frosted fields
Of juniper and lamplight
I held your hand

And when I woke
And felt you warm and near
I kissed your honey hair
With my grateful tears
Oh I love you girl
Oh I love you

Simon & Garfunkel

 

 

« Notturno # 1Del perder tempo »

Vento d'autunno

Post n°135 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da Virplatonicus
 

autunnoDov'è silenzio, dov'è silenzio, dove? (R. Vecchioni, El bandolero stanco)

Mi rendo conto che un post ogni autunno rischia di essere banale, forse persino rasenta la noia. Ma non posso farne a meno, non sono io a scrivere, è l'autunno perenne che è in me.

Molti pensano che l'autunno sia solo un periodo stanco, in cui la natura chiede solo di riposare, preparandosi al lungo sonno dell'inverno. E tutto pare diventare malinconico e desolato. I campi rigogliosi si tingono di bruno, la terra secca, e si scorgono solo fumi e freddo.
Pure, è il tempo del vino, delle castagne. E' il tempo dell'armonia silenziosa. Quando si può cercare il silenzio, nella presunta desolazione della natura. E' il tempo in cui si ritrova sé stessi nei piatti caldi, nel brulé, nei cappotti che infagottano non solo il corpo.
E' il tempo del buio precoce, delle città illuminate, dei treni presi la sera che sembra sia notte inoltrata. E' il tempo delle poesie lette di sfuggita, degli sguardi cui si risponde con gli sguardi. Dei mercatini, delle domeniche sonnacchiose. Della serenità, dentro i giardini dei morti. Dell'empatia con gli scrittori, quando pare di capire tutto quello che volevano dire, sentendosi come loro.

Mi piacerebbe non scrivere dell'autunno. Ma il mio paesaggio interiore è sempre quello autunnale. E ora sono in sintonia con me stesso.

 
 
 
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SMISURATA PREGHIERA (DA “ANIME SALVE”, 1996)

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere

Fabrizio Dé André

 

SHIVA

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SOCRATE

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PLATONE ED ARISTOTELE

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BUDDHA

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DORME, DORME PLACIDO SULLA COLLINA

“… E dov’è Jones, quel vecchio suonatore
che giocò con la vita per tutti i suoi novant’anni,
affrontando la tormenta a petto nudo,
bevendo e facendo chiasso,
senza mai un pensiero né a moglie, né a parenti,
non al denaro, non all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia ancora delle porcate di tanti anni fa
delle corse bel boschetto di Clary
di ciò che Abe Lincoln disse una volta a Springfield

(da “La Collina” di E.L. Masters)

 
 
 
 

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