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Nessuno RossoBlù

Tutto sulla Pieralisi Volley Jesi

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CHI SONO?

Sono un semplice tifoso della Pieralisi Volley, la squadra di pallavolo femminile di Jesi, la mia città; quella che una volta era chiamata Monte Schiavo e giocava in serie A1. Altri tempi ma la passione per questi colori e per queste ragazze è rimasta la stessa. In questo scalcinato blog cerco di raccontare la mia passione per le "prilline" (così venivano chiamate ai tempi dell'A1) e le loro imprese. Perché il nome "Nessuno Rossoblù"? Perché una volta qualcuno disse che nessuno seguiva la Pieralisi. Buona lettura! Nessuno

 

LA PIERALISI JESI 2023/24

1.Sofia Belen QUINTEROS S '05 <- da Volley Modena (B1)

2. Glenda GIRINI L '06

3. Benedetta CECCONI L '96

8. Agnese PEPA P '06

9. Erica PAOLUCCI S '00

10. Ilenia PERETTI P '97 

11. Alessia CASTELLUCCI S '96 <- da Trevi (B1)

12. Valeria MARCELLI C '03 <- da Pomezia (B1)

13. Caterina MIECCHI S '01 <- da Abano Terme (B2)

15. Alessia POMILI C '00 <- da Offanengo (A2)

16. TALITA MILLETTI C '02

17. Sofia MORETTO O '95 <- da Imola (B1)

Allenatore: Luciano SABBATINI

Vice Allenatori: Elisabetta BONCI e Tommaso VALERI

 

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L'EuroFestival delle polemiche

Post n°855 pubblicato il 16 Maggio 2016 da iamnobody2011
 
Tag: Musica

Chi l'ha detto che dell'Eurovision Song Contest (o EuroFestival) non gliene frega niente a nessuno? La vittoria dell'Ucraina, sabato sera alla Global Arena di Stoccolma, ha scatenato un vespaio di polemiche e riacceso nuovamente la tensione tra Russia ed Ucraina. Il casus belli è stata la canzone "1944" di Jamala, che racconta la deportazione dei tartari in Crimea su ordine di Stalin. A Mosca non l'hanno presa troppo bene, viste le dichiarazioni di alcuni politici. Prima quella del senatore russo, Klintsevitch Frantz: «È la politica che ha sconfitto l'arte», poi quella il presidente della commisione esteri del senato russo, Konstantin Kosachev: «L'Ucraina in realtà ha perso».

La canzone aveva già suscitato polemiche prima della competizione perché è stata interpretata come una critica all'annessione russa della Crimea, nel marzo 2014. Tanto che la Russia aveva tentato di bloccare la partecipazione di Jamala (il cui vero nome è Susana Jamaladinova) chiedendo la squalifica del brano. Ma la giuria, ammettendo il testo, ha dato il via alla polemica. Dopo il danno, per i russi c'è stata anche la beffa, perché al terzo posto dell'edizione 2016 dell'EuroFestival si è piazzato proprio il russo Sergey Lazarev, con un brano molto simile a quello svedese che vinse l'anno scorso. Quello di Jamala è stato un trionfo netto, con 534 voti davanti all'Australia. 

A Jamala sono arrivati i complimenti del suo presidente, Petro Poroshenko: «Un'esibizione e una vittoria incredibile, tutta l'Ucraina ti ringrazia di cuore, Jamala» si è complimentato. «Ero certa che se canti e dici a verità tocchi davvero il cuore delle persone» ha detto la cantante in conferenza stampa. Ma dalla Russia i pareri sono di tutt'altra natura. E da più parti - sui media russi - ora si chiede l'annullamento dei risultati della competizione di Stoccolma.

Musicalmente parlando però, questa edizione dell'EuroFestival mi pare abbia confermato un trend: tutti cantano in inglese, anche francesi e spagnoli, solo noi italiani siamo rimasti ad esibirci nella nostra lingua originale (la Michielin a dire il vero aveva inserito una strofa in inglese ma l'80% del pezzo era in italiano). Come stile, mi sembra che vada molto forte un pop elettronico che prende molto dagli anni '80 e che fa l'occhiolino a produttori come Avicii e gruppi come Coldplay di "A sky full of stars". 

E l'Italia? Dopo il contestatissimo terzo posto del Volo dell'anno scorso, ero convinto che la Michielin avesse tutte le carte in regola per arrivare sul podio, magari non vincere ma piazzarsi si. Francesca è una brava ragazza, seria, educata e bella, cosa che non guasta a questi livelli. La veneta invece, è finita 16ma, vittima ancora una volta dei soliti giochetti di alleanze trasversali tra paesi. In questo versante purtroppo, l'Italia è ancora tagliata fuori, non siamo amici di nessuno ed alla fine in una competizione dove bisogna raccogliere voti dagli altri paesi, questo è un punto a sfavore. La speranza è che in futuro si riesca a migliorare. Intanto bisogna fare i complimenti alla Rai, che dopo anni di boicottaggio, ha capito l'importanza dell'EuroFestival e gli dato addirittura la prima serata di Rai Uno. La speranza, anche qui, è che si continui su questa strada, magari creando uno show apposito per scegliere la canzone da mandare all'Esc, anziché come avviene ora, tramite il Festival di Sanremo. Buon ascolto! by Nessuno

 

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 17/05/16 alle 22:42 via WEB
Buonasera, quello che invece a me ha dato estremamente fastidio è il fatto che non partecipavano solo rappresentanti europei ma soprattutto ben pochi si presentavano usando la propria lingua nazionale.
Un saluto
 
 
iamnobody2011
iamnobody2011 il 18/05/16 alle 14:58 via WEB
Buona sera, anche a me il fatto di non vedere artisti che si esibivano nella loro lingua madre ha fatto un po' pensare...Evidentemente c'è la voglia di arrivare ad un pubblico più vasto possibile cantando in inglese ma così si perde una delle caratteristiche dell'Eurofestival, cioé la bellezza delle differenze musicali dei vari paesi europei. Sul fatto che vi partecipino paesi come l'Australia, credo sia una questione di soldi...Non ho altre motivazioni. Comunque grazie per aver condiviso. Un saluto.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Battista C. il 15/05/22 alle 11:30 via WEB
Ma non era l'Eurofestival della musica? Che c'entra la politica? Ah già, la narrazione vuole come per i due anni di covid, che ci sia uno buono e uno cattivo, e il buono deciso dai "grandi" deve essere supportato in ogni modo. Avevano già dall'inizio della invasione ucraina detto che la canzone "o sole mio" era stata composta non a Napoli, ma a Odessa, dai buoni. A questo punto a che servono le gare? Stabiliamo per coerenza e solidarietà che sia dia sempre la vittoria a tavolino alla Ucraina per ogni evento e gara sportiva, la NATO insegna che il morale delle truppe va tenuto alto.
 
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