Creato da Amal.Nabila.Nur il 01/08/2014

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Storia del conflitto Israelo-Palestinese - La menzogna nella guerra (quarta parte)

bandiere

 

La guerra del 1948 si basa fondamentalmente su una menzogna: normalmente infatti, essa viene raccontata come il conflitto in cui gli eserciti arabi aggrediscono quello ebraico, che si difende eroicamente e che porta alla nascita del glorioso Stato democratico di Israele.

E' una menzogna su diversi punti: innanzitutto Ben Gurion si era accordato con il re giordano Abdullah, che possedeva l'unico esercito nel vero senso della parola capace di impensierire gli ebrei, affinchè non intervenisse nel conflitto e assicurandogli la metà del territorio palestinese come ricompensa.

Si parlò di "phoney war", cioè di "guerra fasulla"; per capire il perchè, basta pensare a come erano organizzati gli eserciti arabi in quel momento: quello egiziano era composto al 50% da fratelli musulmani e volontari che non avevano avuto alcun tipo di addestramento in precedenza; quello siriano, molto agguerrito ma anche male equipaggiato; o ancora l'esercito libanese che non combatté neppure. Vi era infine l'esercito iracheno, posto sotto il comando del re giordano Abdullah (che ricordiamo aveva stretto un accordo di non belligeranza con Ben Gurion, per cui non intervenne).

Vi è inoltre un ulteriore prova sulla "guerra fasulla". Una lettera che Ben Gurion spedì ai suoi comandanti, dicendo loro di risparmiare la maggior parte delle forze militari per la pulizia etnica del territorio palestinese.

 

david ben gurion

 

La seconda menzogna che ci viene raccontata è che la colpa del marasma del Medio Oriente sia da attribuire agli arabi che avevano rifiutato il piano di spartizione della Palestina, una mozione proposta dal primo nucleo delle Nazioni Unite, in cui il 56% del territorio sarebbe andato agli ebrei (che rappresentavano il 33% della popolazione), il 42% andava agli arabi che erano la maggioranza, i quali però si ritrovarono senza sbocchi sul mare (l'unico grande porto della città di Haifa sarebbe andato ad Israele), senza collegamenti con l'Egitto, con solo il 20% di terre coltivabili, con pochissimi territori edificabili. Come avrebbero potuto gli arabi accettare un piano di spartizione così chiaramente ingiusto?

Negli anni dal 1948 al 1967, continua la pulizia etnica della Palestina, che aveva raggiunto livelli inaccettabili anche per il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il quale condanna con l'accusa di terrorismo un personaggio ben noto: Ariel Sharon (resosi colpevole di svariate efferatezze, come chiudere 67 persone in poche case e farle letteralmente saltare per aria con dell'esplosivo). Esattamente come Menachem Begin, anche Sharon diverrà Primo Ministro dello Stato di Israele.

Una volta "pulita" la Palestina, gli ebrei si sarebbero preoccupati della spartizione del territorio: operarono il cosiddetto "escamotage della custodia". Dichiararono, infatti, che quelle ritrovate erano terre abbandonate, che essi si impegnavano a prendere in custodia, con il pretesto poi di dire che, dal momento che nessuno aveva reclamato quei terreni, Israele se ne sarebbe appropriato, cosicché nessun arabo avrebbe più potuto prenderli in affitto o comprarli. La maggior parte dei palestinesi era stata espulsa o uccisa e quelli che rimanevano erano deboli rispetto allo Stato ebraico. 

La terza bugia che ci viene raccontata è che gli arabi rimanenti avessero lasciato le loro terre nel momento in cui il re Abdullah, per radio, li convinse ad allontanarsi fino a quando la minaccia ebraica non fosse stata annientata. In realtà, non ci fu alcuna trasmissione radio e gli abitanti non lasciarono le loro case. 

 

piano _nu 1947

 

Anche in occasione della guerra del 1967, meglio conosciuta come la Guerra dei Sei Giorni, quello che si costruì fu un racconto molto romanzato in cui Israele aveva la parte dello stato democratico che cercava un accordo con i palestinesi, ma che minacciato dalla presenza araba, si era difeso, per impedire un nuovo Olocausto. 

Perchè questa guerra fu chiamata dei Sei Giorni?

Si racconta di un episodio in cui il direttore della CIA, Robert McNamara, chiese al capo del Mossad (i servizi segreti israeliani) Meir Amit: "Quanto durerà questa guerra?". Amit rispose: "Durerà sette giorni". Lo disse il 3 giugno 1967, il conflitto scoppierà il 5 giugno e si protrarrà fino al 10 del mese.  

Il presidente egiziano Nasser, conosciuto per la sua personalità fortemente aggressiva, compì un ultimo disperato tentativo di scongiurare la guerra, lanciando un SOS a Gran Bretagna e USA; inviò addirittura il suo ministro degli esteri Zaccaria Mohidin a Washington per mediare la pace, ma proprio mentra Mohidin stava per partire, gli israeliani attaccarono l'Egitto, distruggendo buona parte dell'esercito.

La quarta ed ultima grande menzogna che ci viene raccontata riguarda la storiografia dello Stato israeliano. Gli arabi vengono descritti come i cattivi, gli assassini, quando è diametralmente l'opposto, come viene confermato anche da alcuni scritti del premier dopo il primo governo Ben Gurion, Moshe Sharett, il quale si espresse così: "Le azioni di rappresaglia sono la nostra linfa vitale. In questo modo possiamo mantenere un alto livello di tensione fra la nostra popolazione e nell'esercito. Israele si deve inventare i pericoli e per farlo deve adottare il metodo della provocazione e della ritorsione". 

Questo è fondamentalmente il modo di agire dell'attuale Stato di Israele: continui tentativi di creare una forma di escalation delle ostilità. 

Scuse per aggredire i palestinesi e continuare la pulizia etnica del territorio.

L'ex premier israeliano Rabin riferì addirittura che quando un generale dell'esercito della nazione ebraica chiese a Ben Gurion come si dovessero comportare con i palestinesi, egli fece un gesto con la mano, come a dire "scacciateli"; Moshe Dayan, generale dell'esercito durante la Guerra dei Sei Giorni e politico, scrisse: "Non c'è una soluzione per voi palestinesi. Continuerete a vivere come cani, chi vuole può andarsene". O ancora Menachem Begin disse: "La divisione in due del territorio della Palestina è illegale; Gerusalemme sarà per sempre la nostra capitale e la grande Israele sarà nostra, tutta e per sempre". Ariel Sharon aggiunse: "Non c'è sionismo, colonizzazione o stato ebraico senza la cacciata degli arabi e l'espropriazione delle loro terre".

Insomma, sotto la facciata pacifica di Israele, vi è in realtà un progetto ben preciso di eliminazione della popolazione palestinese!

 

 

 

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