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DIRITTO,GIUSTIZIA E LEGALITA'

 

 
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Inaugurazione anno giudiziario

Post n°14 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da alflex0
 

Inaugurazione anno giudiziario e la riforma della Giustizia

          

 

GIUSTIZIA, è il momento della riforma                                 

di ALFREDO ....

(pubblicato sul settimanale “Il Corsivo” n.4 del 7 febbraio 2009, pag.11)

 Anche quest’anno ha avuto luogo presso la Corte di Cassazione e nelle sedi di Corte d’Appello l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel corso della quale, Presidenti e Procuratori generali hanno svolto le loro relazioni sulla giustizia. Ancora una volta sembra di assistere al ripetersi del medesimo copione che viene aggravandosi per l’inerzia del legislatore che, al di là di qualche animato dibattito, non affronta poi in concreto la questione della riforma organica di tutto il sistema giustizia. L’inaugurazione dell’anno giudiziario rappresenta quindi una cerimonia nel corso della quale si assiste all’elencazione di quelli che sono i cahiers de doleances dei vari protagonisti che operano nel settore giustizia, ma, come sempre, Governo e Parlamento fanno poco per risolvere il problema nel suo complesso con soluzioni moderne, in linea con il resto dell’Europa e, soprattutto, nel rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini. Nella sua relazione introduttiva perfino il Primo Presidente della Corte di Cassazione, dott. Vincenzo Carbone non ha potuto fare a meno di denunciare l’esistenza di “un forte disagio dei cittadini nei confronti dell’apparato giudiziario, che produce un diffuso scetticismo nei confronti dello Stato di diritto e della democrazia”, auspicando che la cerimonia dell’inaugurazione fosse “un’opportunità per una riflessione approfondita e trasparente sullo stato della Giustizia in Italia,… sulle criticità da superare e sugli obiettivi da raggiungere, sulle aspettative che la comunità ha nei confronti della Giustizia e sulle azioni e gli strumenti da porre in essere per soddisfare quelle aspettative e per riconquistare fiducia”. Il dott. Carbone ha ancora parlato di interventi per una “Giustizia certa, pronta, efficace”…una Giustizia rispettosa dei diritti e delle libertà dei cittadini, una Giustizia che riacquisti la loro fiducia e che restituisca ad essi serenità e certezza. In tale ottica - ha ancora proseguito il dr. Carbone - la Giustizia va concepita non come “potere”, ma come “servizio”…, al quale si chiede, in primo luogo, funzionalità ed efficienza.  Un servizio da valutare nel suo contesto e in considerazione dei suoi utenti, i cui costi e i cui problemi non sono da considerare asintotici, ma finalizzati ad accrescere il benessere dei cittadini, l’affidabilità istituzionale, la crescita e la competitività del Paese, nel contesto europeo e mondiale”. Ma, nonostante i nobili intenti e le migliori intenzioni degli addetti ai lavori, come si legge sempre nella citata relazione, l’Italia, quanto a tempistica il “servizio Giustizia”, si colloca al 156° posto a livello mondiale, dopo gli stati Sao Tomè e Principe, Guinea Bissau, Gabon, Angola ed Egitto, con una media di ben 1210 giorni per la definizione di un processo di recupero di un credito commerciale. Anche il  Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, dott. Vitaliano Esposito, nel corso del suo intervento, ha dato prova di una nuova e diversa visione della “giustizia” spingendosi ad affermare:“pensare alla giustizia non in termini di una sacralità inarrivabile, ma come un servizio sociale -al pari della sanità o dell’istruzione- che deve essere portato a livelli sostenibili di efficienza e di effettività. Il dr.Vitaliano non ha sottaciuto l’esistenza di “talune deprecabili anomalie nella conduzione di indagini” ed ha poi, concluso sostenendo “la cultura dei diritti dell’uomo deve essere la stella polare di ogni riforma, sostanziale e processuale”. Il pensiero manifestato dai due massimi esponenti della Magistratura italiana induce a considerare  che finalmente anche nella Magistratura si è fatta strada una diversa concezione del ruolo che la stessa deve e può svolgere in uno stato moderno e democratico. Credo quindi che questo il momento più propizio per varare quella riforma organica che tutti si aspettano, che sia in sintonia con i concetti di Giustizia rispettosa dei diritti e delle libertà dei cittadini, di una Giustizia intesa non più solo come potere, ma come un servizio sociale che deve essere portato a livelli di efficienza e di effettività, al quale si chiede funzionalità ed efficienza. Dunque  i tempi sono maturi per la separazione delle carriere tra giudicante e requirente, per un controllo sulla produttività, efficacia ed efficienza del servizio reso e per l’introduzione dell’azione di responsabilità civile e contabile a carico dei Magistrati che sbagliano nell’esercizio delle loro funzioni. Se l’Italia non vuole continuare ad essere il paese delle controriforme, deve affrontare con priorità la riforma della Giustizia, non tanto per assecondare istanze di gruppi organizzati, che spesso rappresentano interessi  di potere o di corporazione, ma per tutelare autenticamente l’individuo, come soggetto portatore di diritti e di interessi, che non possono continuare ad essere sacrificati in nome di sterili, retorici e strumentali proclami.       

                                                                   *Avvocato
                      

                                 
 
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