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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da la_rosa_nera1

Il soppalco aveva il pavimento di
legno ed era per metà occupato da cianfrusaglie e per metà completamente
libero; l’uomo strattonò la ragazza spingendola in un lato dopodichè prese un
vecchio materasso dalla pila di cianfrusaglie e lo gettò vicino ai piedi di
Simona che venne poi obbligata ad inginocchiarsi.



L’energumeno le prese le braccia
e, portandole dietro la schiena cominciò a legarle le mani incrociate; Simona
sentiva la corda ruvida che cominciava a stringerle i polsi facendole male ed
emise un mugolio di dolore quando venne serrato con forza il nodo. Fatto questo
l’uomo scese al piano di sotto; Simona pensò che avrebbe potuto facilmente
alzarsi ed allontanarsi una volta che gli uomini se ne fossero andati via, ma i
suoi pensieri sfumarono vedendo l’energumeno riapparire con un’altra corda e
quello che pareva essere un foulard. Subito il carceriere le afferrò saldamente
le caviglie, e dopo averle unite cominciò a legarle strettamente; Simona
cominciò a sudare freddo pensando di essere già perduta.



Finito di legarle le caviglie
l’uomo si pose dietro le spalle della ragazza e le infilò il foulard tra i
denti annodandolo dietro la nuca; il bavaglio obbligava Simona a tenere la
bocca quasi spalancata tanto era spesso; provò a serrare i denti spingendo in
fuori il bavaglio ma non riuscì nel suo intento.



 



Lasciata sola Simona cominciò a
divincolarsi leggermente, ma ogni movimento le provocava dolore alle caviglie e
ai polsi tanto le corde erano strette. Allora provò a cercare di slegarsi i
piedi portando le gambe di lato in modo da raggiungerle con le mani; toccò dapprima
la morbida pelle, ma si rese conto subito che sarebbe stato tutto vano: il nodo
delle corde dei piedi era stretto sul davanti e quindi irraggiungibile.



La testa cominciava a scoppiarle
per i tanti pensieri che le ronzavano: chi sarebbe arrivato per salvarla??? Chi
sapeva della sua “missione”? – “mio Dio” pensò “nessuno sa che sono qui” –
“forse qualcuno vedrà la mia macchina” “c…. l’ho nascosta”. Allora stremata
dall’adrenalina si sdraiò su quel materasso lercio cercando di pensare a cosa
fare.

 
 
 
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Un blog di: la_rosa_nera1
Data di creazione: 07/03/2008
 

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