« Messaggio #85 | Giuseppe Cirino » |
Giuseppe CirinoNon parlare Faceva un po’ freddo quella sera. Un misero giubbotto di jeans non le bastava per ripararsi. Lui le offrì il suo, e fissandola negli occhi sembrava penetrarla fin dove i veleni covavano malignità. In quello spazio tra il petto e lo stomaco; in quell’angolo dove si annidano i dispiaceri, lacerando le certezze. “Non lo sapevi che mi picchiava?” disse fissandolo negli occhi. “Non potevo immaginare”, rispose, sentendosi morire dentro come se fosse stato lui a ricevere calci e pugni. Lo conosceva bene, quello stronzo. Sembrava un così bravo ragazzo, sempre pronto ad andargli incontro con un sorriso gigante, che adesso vede finto, e il proposito di un abbraccio. In passato ci aveva pure giocato a basket, e a dirla tutta in passato aveva avuto anche una storia con lei: quando erano adolescenti, e solo per due bellissimi giorni. Quella sera non riusciva a vedere altro che immagini confuse, e si tormentava raffigurandosi il compimento di un gesto tanto basso. Alzare le mani su di una ragazza. Il tale in questione le metteva le corna, e lei per amore sorvolava, ma se osava dire… Picchiare una donna è quanto di più basso un uomo possa fare. Un uomo!? Era, ed è tuttora, un pischello viziato da quattro soldi. Non si è reso conto di che fiore aveva, e con tutta probabilità non ha nemmeno il cervello per pentirsi. E il pentimento non basta. “Sono in analisi per colpa sua”, disse lei accennando un pianto che non trovò compimento. Sarebbero state sprecate. Lacrime sprecate. “Posso immaginare” rispose l’amico. Ormai non sentiva più freddo, ma sentiva una vampata di calore che lo attraversava. Era rabbia. R-A-BB-I-A! Lei così bella e giunonica, raccolta come un pulcino bagnato sulla ringhiera di un lungomare che non era tanto familiare. Non lo era più. Eppure ci erano cresciuti. L’amico la prese male. Non trovava le parole per descrivere il disprezzo che sentiva nei confronti di quel verme con sembianze umane, e si distruggeva pensando che fino alla sera prima lo aveva salutato bonariamente. L’uso di quei modi falsi che non tollera: fare il santo fuori casa, ma demoniaco nel privato. “Che si dice? Tutto ok?”, domandò lo stronzo. “Bene, e a te come va?”, rispose. Le classiche domande che ci si fanno reciprocamente quando ci si incontra in qualche pub. A dire il vero, al solito pub. Il paese è piccolo e capita di incontrarsi, sfortunatamente. Quando lei lo vede prova rabbia mista a nostalgia, e non riesce a non guardarlo. Lui approfitta di questo mirandola con gli occhi, e lasciandosi colpire da quei tic nervosi che dovrebbe avere un timido emozionato, non un bastardo di prima fascia. Falso! Falso come una banconota da sette euro. Chissà cosa le ha fatto? Forse lei lo ama ancora? E non ci sarebbe da stupirsi. L’amore è il non senso più totale; è la sublimazione della tolleranza; la voglia di essere stretti forte, e rassicurati sul futuro. Magari tralasciando il passato e dedicandosi al presente. Non ci sarebbe da stupirsi se lei lo amasse ancora. L’amore è strano. Allora l’amico la strinse forte, come non faceva da tempo, la strinse con più affetto di quando se n’era invaghito in passato. La strinse per fargli sentire che le parole per quanto rassicuranti non sono come i gesti, e che se anche lui le aveva non sarebbero state convincenti come quell’abbraccio. E nel silenzio di quella stretta c’era tutto quello che dovevano dirsi.
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Nome: Luly
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Nata il: la data la trovate sul blog.....forse!:-)
Segni particolari: non credo di poter definire in poche parole ciò che mi distingue
Passioni: la musica,l'arte,la scrittura,la fotografia,la mia guitar(Greta),la mia "follia"
Pregi: tenace,ironica,allegra,schietta, sensibile(anche troppo a volte),buona ascoltatrice,ambiziosa
Difetti: istintiva,orgogliosa,a volte permalosa,modesta(pure troppo dovrei tirarmela di +)
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dobbiamo tenerci l'errore.....
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MYIMMORTAL
...Queste ferite non sembrano guarire
questo dolore è solo troppo vero
c'e troppo che il tempo non può cancellare
Quando piangevi asciugavo via tutte le tue lacrime
quando gridavi combattevo le tue paure
ho tenuto le tue mani per tutti questi anni
ma tu continui ad avere tutta me stessa...
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