Creato da Bgponcio1 il 25/10/2005
Giornale Culturale edito da GIORGIO BERTAZZOLI

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LE DIABLE AU CORPS (articolo di Giorgio Bertazzoli)

Post n°6 pubblicato il 26 Ottobre 2005 da Bgponcio1
Foto di Bgponcio1

Sì, mi aspettano dei rimproveri. Che cosa ci posso fare? E’ colpa mia se compivo dodici anni qualche mese prima della dichiarazione di guerra? Forse le emozioni di quel periodo straordinario furono di un genere che non si prova mai a quest’età; ma dal momento che non c’è niente di così formidabile che riesca ad invecchiarci, malgrado le apparenze, era fatale che io agissi da bambino in un’avventura che avrebbe messo in imbarazzo persino un uomo fatto. Non sono il solo. Anche i miei coetanei ricorderanno questo periodo in modo diverso da chi è nato prima. E chi mi vuol male immagini pure ciò che fu la guerra per tanti ragazzi allora giovanissimi: quattro anni di grandi vacanze.  Con queste semplici parole, inizia uno dei libri più belli d’amore della storia della letteratura mondiale: Il diavolo in corpo; scritto tra i sedici e i diciotto anni da Raymond Radiguet (1903-1923), prematuramente scomparso a venti, da un attacco di tifo. Grandi emozioni suscita da sempre la lettura di questo libro, di questa storia di felicità individuale (i due amanti) in un tempo d’infelicità collettiva (Prima guerra mondiale). Si può amare ed essere felici, mentre tutto intorno a noi crolla? Il crollare del mondo nella totale indifferenza degli amanti è uno dei temi fondamentali della poesia d’amore. Eppure, strano, gli amanti sono indifferenti, tutto cade e loro sono felici, compiaciuti del loro stesso amore. Il fatto ancor più strano è che il loro sentimento non sia convenzionale. In letteratura la perversione è norma, ma anche nella vita può esserlo. I moralisti vedono sempre con preoccupazione i rapporti tra amanti non regolari.  Nel romanzo di Radiguet, il protagonista ha sedici anni, mentre Marthe, la sua amata, è più “vecchia” di lui; ha venticinque anni. L’amore provato dal ragazzo, lotta contro il bisogno iniziale di un’incondizionata libertà; donna/amore e libertà sono incompatibili, anche se, a poco a poco, si rende conto che l’unica ragione di vita è l’amore. Per l’amore, non esiste momento più alto ed assoluto di quello dei sedici anni, o dei quindici o dei quattordici. Non si amerà mai più come si è amato a quell’età, quando amore ed adolescenza coincidono. Questa meravigliosa età è il momento più aulico dei sentimenti, ed è quello in cui davanti a noi c’è un tempo indefinito. Il lavoro non esiste ancora e la scuola non è altro che noia e malinconia. E’ il tempo dei sogni amorosi o per parafrasare il titolo di un famoso film, è il tempo delle mele. La Silvia di Giacomo Leopardi è un’adolescente. Dante quando incontra Beatrice, e se ne innamora, ha nove anni. Potrei continuare con centinaia d’altri esempi. Letteratura? No, emozioni vere. Emozioni che poi si perfezionano, ma che sono già compiute in età adolescenziale. In questo capolavoro esemplare, che andrebbe letto nelle scuole, l’enfant prodige della letteratura francese, descrive il rapporto fra un quindicenne/quasi sedicenne e una ragazza che ha qualche anno più di lui; una ragazza per di più già sposata. Doppia infrazione, quindi: amore adulterino, e amante più giovane dell’amata. Marthe, la ragazza-donna, vive il bisogno di un sentimento totale e vi sacrifica tutto (famiglia, decoro, vita stessa). Due romanticismi e due modi diversi d’essere giovani. Quattro anni di “grandi vacanze”, la Prima guerra mondiale! Tutto inizia con questa dissacrazione, che continua con l’amore di Marthe: In quella notte le follie delle nostre anime si stancarono più di quelle della nostra carne… Altra follia, scindere l’amore ideale, dall’amore della carne. Cantavano, più numerosi, i galli. Avevano cantato tutta la notte. Mi resi conto della menzogna poetica, che i galli cantano al levar del sole. Non era straordinario. La mia età ignorava l’insonnia. Ecco le nuove emozioni. Si sta svegli invece che dormire, si passa dal sonno dell’età infantile alla veglia dell’età dell’amore, l’adolescenza. Le mie angosce mi facevano scambiare il nostro amore per un amore eccezionale. Credevamo d’essere i primi a provare certi turbamenti, non sapevamo che l’amore è come la poesia e che tutti gli amanti, anche i più mediocri, s’immaginano di innovarlo. Questa straordinaria riflessione ci fa capire che niente è più comune che amare. E’ una sensazione che tutti intendono come unica, ma è la più frequente. […] Il sonno ci aveva sorpresi nudi. Risvegliandomi, nel vederla scoperta, temetti che avesse preso freddo… In questa frase c’è il segnale dell’amore: lui pensa a lei. Toccai il suo corpo. Bruciava. Vederla dormire mi procurava una voluttà senza pari. Dopo dieci minuti questa voluttà diventò insopportabile. La baciai sulla spalla. Non si svegliò. Un secondo bacio, meno casto, agì con la violenza di una sveglia. Sussultò e battendo gli occhi mi coprì di baci come se io fossi qualcuno che si ama e si ritrova nel proprio letto dopo aver sognato che è morto. Lei, invece, aveva creduto di sognare ciò che era la realtà e mi ritrovava al risveglio. Erano già le undici... Siamo in pieno mattino, ma l’amore non finisce, non ha tempo, non è legato alla sveglia per andare a lavorare: questa è la contraddizione dell’amore, per questo in età matura si ama di meno, poiché la vita ci dà forme, ci dà regole; gl’impegni della vita ostacolano la libertà dell’amore: ...Stavamo bevendo la nostra cioccolata quando udimmo il campanello. Pensai a Jacques…
Jacques è il marito tradito che è in guerra: …Purché abbia un’arma. Io, che avevo così paura della morte, non tremavo. Al contrario, avrei accettato che fosse Jacques, a patto che ci uccidesse. I due amanti sono felici mentre il marito di lei è al fronte; felici mentre c’è la guerra, felici quasi con sadismo, con indifferenza, con cinismo. La guerra è degli altri, la guerra è del marito di Marthe. Al contrario, avrei accettato che fosse Jacques, a patto che ci uccidesse. Quindi la morte e l’amore convivono, e i due amanti possono morire insieme: Qualsiasi altra soluzione mi pareva ridicola. Considerare la morte con calma vale solo se l’affrontiamo da soli. La morte in due non è più la morte, anche per chi non crede in Dio. Non strazia lasciare la vita ma ciò che le dà senso. Quando un amore è la nostra vita, che differenza c’è tra vivere insieme e morire insieme?

Libro consigliato: IL DIAVOLO IN CORPO, di Raymond Radiguet (nella traduzione di Francesca Sanvitale).
Casa editrice: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili - scrittori tradotti da altri scrittori.

GIOVINEZZA
III
VENT’ANNI

Le voci istruttive esiliate…L’ingenuità fisica amaramente avvilita… - Adagio. Ah! L’infinito egoismo dell’adolescenza, l’ottimismo studioso: quanti fiori al mondo, quell’estate! Arie e forme morenti… - Un coro, a calmare l’impotenza e l’assenza! Un coro di vetri, di melodie notturne… Infatti i nervi sono sul punto di slittare.

IV 

Tu sei rimasto alla tentazione d’Antonio. Il giuoco dello zelo abbreviato, i tic d’orgoglio puerile, l’accasciamento e il terrore.

Ma ti metterai a questo lavoro: tutte le possibilità armoniche e architettoniche si smuoveranno intorno al tuo seggio. Esseri perfetti, imprevisti, si offriranno alle tue esperienze. Ti affluirà intorno sognante la curiosità d’antiche folle e di lussi oziosi. La tua memoria, i tuoi sensi, non saranno altro che alimento al tuo impulso creatore. E il mondo, quando tu uscirai, che sarà divenuto? A ogni modo, nessuna delle apparenze attuali.

Poème en prose, tratto dalla raccolta “Illuminazioni”, composto nel 1873 dal poeta francese Arthur Rimbaud (1854-1891). 

 
 
 
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