..come tanti di voi sapranno adoro i gatti, dunque vi propongo questa malinconica storia tratta dal vew, ingentilita con immagini divertenti per sembrare più leggera!!
buona lettura
Michelino è un gatto che abita in un santuario nelle vicinanze di un paese di montagna. La sua vita si svolge tra le macerie della canonica, una legnaia e il bosco in mezzo al quale è annidata la chiesa di San Michele, l’Arcangelo armato che sconfisse gli angeli ribelli e li fece precipitare dal cielo che volevano conquistare. Michelino non sa queste cose e non sa nemmeno di chiamarsi Michelino. Lo chiamo con questo nome per ricordare il luogo dove l’ho incontrato per la prima volta. Lo vidi uscire da un cespuglio mentre visitavo la chiesa dedicata al santo guerriero che, nei secoli scorsi, era apparso vicino a una sorgente ora incorporata nell’edificio sacro. Al mio richiamo si avvicinò miagolando con discrezione: non intendeva chiedere nulla, perché d’estate la folla dei pellegrini è tanta e tanto il cibo, ma la solitudine sembra chiudere il bosco e la montagna in una muta spelonca e gli incontri che Michelino fa sono sempre diversi e non riesce a legare il suo affetto a nessuno.
Si avvicinò, dunque, Michelino; si fece accarezzare e cominciò a ronfare delicatamente, ad occhi chiusi. Era un maschio bianco e nero, robusto, con occhi un po’ velati; ma i suoi pensieri erano leggibili e chiari e raccontavano una storia dove l’uniformità degli avvenimenti si spezzava con l‘ultimo sole d’autunno e si faceva drammatica con le prime piogge e le nevicate che seguivano. All’apparire delle nebbie, infatti, i pellegrini scomparivano e veniva meno il cibo che la moltitudine abbandonava sul prato dopo la colazione a sacco. Ma il gatto si rammaricava di ben altro: dell’assenza delle voci, del clamore dei giovani e dei bambini. In quanto al cibo, infatti, alla meno peggio se lo procurava con la caccia o mangiando quello che il parroco lasciava quotidianamente in una ciotola posta sotto alcuni alberi. Qualche volta, tuttavia, doveva digiunare più di un giorno perché il cattivo tempo non sempre consentiva di raggiungere la chiesa.
Aveva imparato ad aspettare Michelino, senza lamentarsi, perché da tempo aveva capito che il suo destino era l’attesa e basta.
Nella catalessi delle interminabili giornate invernali Michelino, per farsi compagnia, ricordava: entrava nel sogno del suo passato e si rivedeva, molto piccolo, in compagnia di molti suoi simili. In particolare ricordava una gattina di pelo rosso alla quale leccava il collo e le orecchie e ne riceveva in cambio altre dolci attenzioni. Poi ricordava il giorno in cui era stato portato al santuario dentro una cesta. L’uomo che l’aveva portato con sé era un eremita che si stabilì nella canonica ora cadente. Gli inverni trascorsi con lui erani stati sereni: se ne stava in silenzio vicino al focolare a guardare ora le fiamme ora la brace.
Ogni giorno l’eremita lo portava nella chiesa fredda e disadorna dove la sorgente miracolosa gorgoliava e parlava alle pietre e alla sua piccola anima spaurita. Stando su una sedia egli osservava il monaco in ginocchio, ne udiva i sospiri e le parole sommesse rivolte alla statua dell’arcangelo. L’arcangelo e l’eremita erano per lui la stessa cosa, anche se questi non aveva ai suoi piedi il drago e nella mano la lancia minacciosa.
L’eremita andava in chiesa, per le sue preghiere, più volte la giorno. Lui lo seguiva quasi sempre, gli si accoccolava vicino e aspettava che decidesse di tornare al tempore della casa. Qui si permetteva di stare sul tavolo mentre l’uomo sfogliava libri polverosi e riempiva grandi fogli con segni incomprensibili. Spesso quell’uomo abbandonato gli rivolgeva parole affettuose, lo carezzava e divideva con lui il suo pasto.
Un giorno d’estate, mentre era a caccia nel bosco, accadde qualcosa di inspiegabile: l’uomo scomparve e solo alcuni giorni dopo tornò ad avvertirne la presenza nella chiesa, tra una grande folla. Sentì che il suo amico era chiuso in una cassa, ai piedi dell’altare dove aveva tanto pregato.
Lo accompagnò per l’ultima volta, lungo il sentiero sassoso, insieme al lungo corteo.
Dopo quell’episodio, cominciò per Michelino la solitudine vera, tetra, senza fine; e si rese conto che la sua vita era cambiata.
Alle prime nebbie si rintanò in un angolo della casa deserta passando attraverso il vetro rotto di una finestra e si accontentò del poco che gli portavano e del poco che riusciva a procurarsi. Il primo inverno fu avvolto da una continua sonnolenza, e mentre fame e freddo lo tenevano immobile nel suo rifugio, cominciò a richiamare tutte le immagini della sua vita. Una vita semplice, eppure ricca. Michelino la riviveva volentieri e si sentiva meno solo e disperato. Ad esempio, delle stradine del paese dove era nato, ripercorreva certi vicoli in penombra e contemplava, come fossero lì presenti, i tetti su cui aveva avuto la fortuna di avventurarsi tante volte: erano tetti sconnessi con ciuffi di erbe grasse sotto le cui tegole aveva sentito, con meraviglia, il pigolio dei passeri e il fruscìo rapido dei rondoni. Di lassù aveva avuto la possibilità di spingere lo sguardo fino alla linea azzurra dell’orizzonte, e aveva visto altre case e boschi sterminati.
Ma dal suo angolo buio richiamava anche il profilo elastico della sua compagna di giochi. Il desiderio di rivederla divenne così forte che una sera, mentre la luna pendeva sugli alberi più alti che circondavano il santuario, avvertì un odore di muschio e di viole salire dalla terra: uscì fuori e vide – proprio vide – una nuvoletta luminosa impigliata ai rami pieni di germogli della siepe che disegnò nell’aria, per un attimo, la sagoma della gattina amata. Michelino guardò con attenzione, poi si mosse verso la compagna con passi cauti e timorosi. Ma la sua visione oscillò e disparve, lasciandolo attonito e sconvolto.
Ora Michelino trascorre il suo tempo contando le stagioni senza attendersi né buone né cattive sorprese e con i suoi rari miagolii ripete più a sé che ai visitatori che egli è vivo.
Perché Michelino è vivo, non è un gatto inventato per raccontare una storia. Michelino è vivo come me che scrivo quel che mi ha detto con lo sguardo e con la voce triste e rassegnata. Egli non sa cosa sia il destino, ma sente pesare sulla sua esistenza una grande ingiustizia. Questo mi dice quando vado a trovarlo; ed è lui che mi fa compagnia e mi consola, perché sa che nel mio cuore porto il suo stesso peso.
Ci vediamo spesso io e Michelino, ma non quanto vorremmo.
*** CARA Grazy HAI DESCRITTO CON LA TUA TENERISSIMA SENSIBILITA' UNA STORIA STRAORDINARIA. POTREBBE APPARIRE UNA FAVOLA EPPURE è REALTA'! LEGGERE del PICCOLO GATTO MICHELINO MI HA COMMOSSO FIN NEL PROFONDO. SOTTOLINEO IL PASSAGGIO DOVE HAI DESCRITTO DEL FORTISSIMO LEGAME TRA Michelino E IL PRETE EREMITA, CHE DAL MOMENTO DELLA SUA MORTE HA CONTINUATO a VIVERE NEI RICORDI del GATTO MICHELINO, APPAGANDO ANCHE I SUOI BISOGNI PRIMARI del CIBO e del RIFUGIO CALDO. QUESTO a DIMOSTRARE CHE UN ANIMALE HA PIU' CUORE e INTELLETTO del GENERE UMANO ed è ATROCE e SUBDOLO L' ATTO dell' ABBANDONO A CUI, SOPRATTUTTO in QUESTO PERIODO, VIENE SOTTOPOSTO. *** TI ABBRACCIO CARA AMICA e RINGRAZIANDOTI per IL Post ARTE e JEANPIERRE Ti AUGURANO UNA FELICE SETTIMANA :)) ***
mia cara Amica, grazie dal profondo del mio cuore....chi ami gli animali, sa amare tutti !!!Ti abbraccio e auguro una felice settimana a te ed a jeanpierre- baciotti ad entrambi- graziella
Redendac, odiare è una parola grossa.. Potresti parlare di indifferenza, che dovrebbe sparire se soltanto una volta provassi ad adottarne uno.. Fidati, a me non erano molto simpatici, ora ne ho 3 e 3 cani, e ti assicuro che non c'è nessuna differenza tra loro: amore incondizionato da parte di tutti e 6!!!
caro amico....mi dispiace che usi la parola odiare i gatti!! se ami il tuo cane..dovresti amare tutti gli animali in genere!!! PECCATO, come dice maria dovresti avre un o più gatti (oltre cane ed altri animali in genere) e vedreti che anche il gatto capisce, e come!!!
io ho 4 gatti, uno di questi ..sente in anticipo le crisi diabetiche del mio compagno..e riesce persino a svegliarmi di notte prima del Peggio..mi ha detto un medico che queste sensazioni sono tipice del gatto!!!
oltre ai gatti..ho un cane, canarini, tartarughe e galline!!
un abbraccio e buona giornata!
Michelino quanta sofferenza, poverello!! Un gattino è un piccolo essere, non da molto fastidio, come tutti i gatti, e da amore a chi se lo sa conquistare. Ma come Michelino quanti vivono lo stesso affanno e le stesse tristezze.. Lo capirà mai l'uomo?
grazie Maria...anche per le parole che hai scritto all'amico...SENTO CHE IO E TE SIAMO SINTONIZZATE NELLA STESSA LUNGHEZZA D'ONDA!! Un affettuoso abbraccio a presto- graziella
Che gatto adorabile... affezionarsi così tanto da vivere nel ricordo di chi ha avuto per lui grandi attenzioni!! Chissà come si presenterà in un gatto un simile sentimento? Mi è piaciuto e mi ha lasciato un'ombra di tristezza. Un saluto affettuoso. Giovanna
cara Giovanna..io da sempre ho gatti!
basta guardare il loro sguardo e si capiscono tante cose...poi basta osservarli..e capisci quando verrà a piovere, quando una persona che viene in casa è positiva o negativa..Capiscono quando stai male o sei triste..hanno dei comportamenti ben precisi...potrei andare avanti all'infinito..sono gelosi, permalosi, primeggiano, si sottomettono e sopratutto AMANO i loro genitori UMANI... baciotto e buona serata- graziella
Ciao cara Graziella, ho letto con interesse questa triste storia. Molti animali, alla morte del padrone, rimangono vicino ai luoghi dove hanno trascorso la loro vita insieme. Hanno una sensibilità particolare ed è vero anche, che se si hanno delle persone ammalate in casa, loro percepiscono il pericolo in anticipo. Io purtroppo non posso tenere animali...Grazie per averci raccontato questa storia, che non conoscevo. Un abbraccio a te ad ARTE e a JeanPierre e vi auguro un ottimo inizio settimana. fla
Una storia commovente cara Grazy.
Saprai che i gatti hanno avuto un posto importante nell'antico Egitto e sono rappresentati in alcune statue.
E anche che alcuni di loro hanno percorso decine, se non centinaia di chilometri per ritrovare il loro padrone.
e poi sono importanti per la salute pubblica, per la caccia che danno ai topi,prevenendo epidemie, al punto che sono state fatte giustamente alcune leggi a loro favore,
recepite negli statuti dei vari comuni.
Non solo animali da compagnia dunque.
e poi..il gatto è il simbolo della famiglia..
Un saluto affettuoso
Vittorio
grazie vittorio per le tue utili notizie....non per niente amo i gatti !!! felice pomeriggio graziella
ps è un animale magico, che vede quello che noi non vediamo....
ringrazio l'amica Arte per l'invito e ringrazio te per l'emozione che hai donato con questo splendido scritto... il genere umano ha molto da imparare dagli animali... e qui ne dai un'ulteriore dimostrazione... che possa trascorrere un lieto pomeriggio... marco
Graziella, è commpvente questo post.. adoro i gatti. e la fedeltà del cane, è dichiarata, ma sarà che in fomdo lo è più il gatto?.. Buon lunedi..michela
E' la storia più bella e semplice che ho letto da un pò di tempo a questa parte.Sei brava,Graziella , a Narrare.
Mi disoiace che da un pò di tempo a sta parte ,vi ho trascurato tutti,per motivi di famiglia.ma specialmente tu,mi sei tanto cara poichè vedo che ti ricordi sempre di me e sento che sei la persona cara che ama la vera amicizia.Buon pomeriggio.
Un abbraccio e un bacione
Anna
P.S. : Ho rubato la donna del violino e la candela per farne un dipinto.
Se vai a: coralli.aa vedrai tanti quadri miei.
ciao Ali..che bella la nuova immagine !!! voglio anche io un cappellino così....tra gattare chi capiamo benissimo!!
ti abbraccio con tanto affetto- baciotto
Cara Graziella, la tua storia è molto commovente e l'hai scritta con vera maestria! Mi hai molto commossa per la delicatezza e l'intensità con cui l'hai raccontata e per la sorte di Michelino, che vive nella solitudine in fondo. Solitudine che percepisce, perchè vorrei dire specialmente a chi non se ne intende, che gli animali sono tutti percettivi! Anche gli uccelli capiscono e chi non lo riesce ad intuire è perchè ha una parte della sua sensibilità disabilitata. E' come chi ha le gambe che non funzionano perchè non hanno più la sensibilità, così è il cervello. Chi non comprende ha il cervello per una parte paralizzato! Perchè la nostra sensibilità è talmente grande che può arrivare a degli stadi extra corporei. Quindi chi la apre e la affina riesce a comprendere anche delle creature che parlano un altro linguaggio ma sono ugualmente in grado di amare.
cara renata.....come sempre esponi i tuoi pensieri in maniera splendida!!!!
Tutti gli esseri viventi si capiscono..sono gli umani che a volte non si capisco tra l'oro, e questo è grave!!
A proposito di uccelli...una delle mie coppie in cova..da alcune sere facevano un richiamo particolare ed insistente..e io mi domandavo cosa volesse dire??? non ci crederai (siccome fa un caldo pesantissimo e sono certa che un poco soffrono) mi chiamavano per segnalarmi che la mela era terminata..da non credere!!!
messa la nuova mela...silenzio!!!
baciotto a presto
dolce notte cara grazy, è una bellissima storia d'amore tra gattino e padrone, gli animali, hanno un gran cuore e un immensa sensibilità
un abbraccio con affetto Alessandro
buongiorno a te e un saluto cordiale a tutti.
Amo i cani e i gatti ho imparato a gestirli da poco tempo, avendone preso uno dal giardino dove lavoro..
devo an cora abituarmi alle sue fusa e ai suoi innumerevoli dispetti..
ma chi la dura la vince..
sereno martedi..
Kathia.
cara Kathia..lo sai che alla fine vince il gatto ??? sarai tu ad bituarti a lui! ti farà sorridere anche quando non avrai voglia!!!
vi abbraccio entrambi!
Per sempre è una parolona, che in certe occasioni mette i brividi.
Ma credo che nell'amicizia riesce a regalarti un sorriso..
(clicca) affettuosamente Kathia.
Il contadino non smette di seminare la sua terra, solo perché la tempesta ha distrutto un raccolto.
E tu, non smettere di coltivare i tuoi sogni, solo perché il vento ne ha disperso qualcuno....... Con un sorriso ti auguro una dolce serata. Manu
Buona sera cara Grazy, con questo post hai fatto conoscere a tutti noi la tua grande passione per i gatti e per gli animali. Un abbraccio e buona serata a te ad ARTE e JeanPierre clicca
Una storia stupenda ...amo molto gli animali specialmente i gatti ...io ne ho 4...sono meravigliosi e danno tanto calore ....buonaserata a te ad Arte e jean Pierre
per questo piccolo gatto e per te, che sei sempre così vera nelle cose che scrivi e che a volte mi fai commuovere, lascio un abbraccio forte forte e tanto affetto..un baciotto e buona notte...e un sorriso ai padroni di casa...Monica
Ognuno di noi sceglie il proprio percorso di vita, così come anche i nostri amati animali, e spesso e senza volervo ci rintaniamo nel nostro senza permettere nessuno di entrarvi.... quindi una parentesi di solitudine dettata dai momenti un po così della nostra esistenza... Ciao Un abbraccio e buona serata