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Un blog creato da antonio.salentino il 01/03/2008

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L'Italia post-calciopoli

Post n°154 pubblicato il 25 Giugno 2010 da antonio.salentino

L'Italia non ce l'ha fatta; fa male scrivere queste righe. Fa male perché siamo italiani, e vederci uscire così a un mondiale è qualcosa che riesce a toccarci dentro. Gli unici soddisfatti saranno quelli di Radio Padania e dintorni; noi no di certo. L'Italia paga le sue scelte politiche, amministrative e sportive, esattamente in quest'ordine. Paga le sue scelte politiche del 2006 con la questione Calciopoli, le sue scelte amministrative di aver mantenuto Abete e il suo staff incollato a quelle poltrone, e sportive di aver promosso una squadra composta al 98 per cento da stranieri, ovvero l'Inter. Così è, se vi pare. Così è perché, in difesa, tolti i Chiellini e i Criscito ci restano i Cannavaro e gli Zambrotta, e non due talenti sviluppati da un qualsiasi vivaio nazionale, a centrocampo dobbiamo andare a ripescare i Gattuso e in attacco non abbiamo un bomber degno di tal nome.
La realtà dei fatti è che quando la Juventus vinceva, la Nazionale volava. L'ultima volta, appunto, nel 2006. Oggi, che la Juventus ha fatto uno dei campionati peggiori di tutta la sua storia, la Nazionale esce quasi in silenzio, quasi dalla porta di servizio, quasi senza dignità. E forse il "quasi" andrebbe tolto.
I politici del calcio hanno voluto distruggere la Juventus e innalzare l'Inter a bandiera nazionale; l'Inter ha ripagato i politici del calcio perseverando nella sua politica esterofila, e abbandonando i suoi benefattori al loro destino. C'è della giustizia, in tutto questo; la Juventus non ha mai tradito l'Italia. Vinceva e proponeva blocchi vincenti. Però si sa che tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine, e oggi, con la questione Calciopoli 2, c'è la possibilità di ricostruire la storia, prima di svegliarsi un mattino e scoprirsi irrimediabilmente calvi.
Quella odierna, difatti, è solo l'ultima delle umiliazioni subite; quelle precedenti sono storia recente. Se dico "Blatter e la Coppa del Mondo 2006", se dico "Europei 2016", se dico "coppa del mondo restituita da un giocatore francese" penso che possa bastare.
Quante umiliazioni dobbiamo ancora subire, come italiani? Il calcio mondiale non viaggia con i paraocchi, e due casi non fanno una coincidenza; figuriamoci quattro.
Poi, è chiaro che ci sono state delle mancanze anche a livello tecnico e umano, ed è chiaro che la prima cosa che è mancata è stata l'umiltà del nostro ct, Marcello Lippi. Ma questa è solo la punta dell'iceberg, quella sotto gli occhi di tutti, quella che tutti vedono. Difatti, se è vero per la Juventus che una squadra non può vincere senza avere una dirigenza forte, competente e cristallina, non vedo perché non dovrebbe essere vero per qualsiasi altra squadra, quindi anche per la Nazionale.
Siamo arrivati ai Mondiali con la squadra Fidanzata d'Italia ormai alla frutta; e quella stessa frutta ci è stata riproposta in maglia azzurra. Ora è tempo che si capisca che i destini della Juventus sono strettamente legati a quelli dell'Italia. E' sempre stato così e così sarà sempre perché, se per cambiare il corso della storia di un club bastano venti giorni, per cambiare il destino di una nazione non bastano vent'anni.
Ora è tempo di riflessioni, per chi ne è capace. E di dimissioni per chi non lo è.

 
 
 

Accattoni si diventa, Meschini si nasce!

Post n°153 pubblicato il 15 Maggio 2010 da antonio.salentino

Qualche giorno fà seguivo una diatriba su un sito degli accattoni nerazzurri.
Uno degli accattoni scriveva che la Juventus era stata condannata per frode sportiva per abuso di farmaci, che Moggi aveva chiuso Paparesta negli spogliatoi e che nel 2001 su tutti i giornali escono i titoloni sulla crisi del calcio e che quindi Lazio e Parma vendono i pezzi migliori alla Juventus che fa l'avvoltoio sulle carcasse (anzi, ci sarebbe da dire CASSE) di queste due squadra.
Un altro addirittura che, Moggi si sarebbe dato la zappa sui piedi alla trasmissione Matrix, poichè aveva confessato di aver dato le schede svizzere a Paparesta. Normale, da accattone interista, che ometta che, il Paparesta di cui si parla sia Romeo (padre dell'arbitro).
Un tifoso juventino, risponde all'accattone punto per punto... Tifoso che dall'accattone viene definito "prode bianconero"... e così lo definirò anch'io: "prode".
Giustamente "prode", visto che era 1 contro una manica di accattoni.
Vi dirò! il "prode" si è ben difeso, anzi, ha pure chiesto all'accattone se fossero leciti i rapporti tra Facchetti e gli arbitri in attività (De Santis e Nucini) e se fosse lecito commissionare ad un arbitro in attività dei dossier su altri tesserati.

Vi starete chiedendo come è andata a finire.
E' andata a finire che il "prode" è stato bannato dal blog IO SONO ACCATTONE e che gli accattoni ben sapendo che il "prode" non poteva rispondere si sono sbizzarriti negli insulti.
Ma cosa ancora più meschina è stato l'atteggiamento dell'accattone iniziale, che ha postato alcuni messaggi privati (se si chiaman privati un motivo ci sarà!) intercorsi tra lui e il "prode".

Facciamo un pò di chiarezza:

1) La Juventus condannata per frode sportiva relativamente all'abuso di farmaci.

Ripercorriamo le tappe del processo:
In seguito alle dichiarazioni di Zeman, la Juventus viene sostanzialmente accusata di aver fatto uso di Doping (EPO) e di farmaci leciti somministrati non secondo le prescrizioni Ministeriali, con la finalità d'alterare le competizioni sportive.
In primo grado viene sostanzialmente riconosciuta la tesi dell'accusa, viceversa la Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado ed assolve gli imputati, sentenziando che non vi è stato uso di EPO, e che la somministrazione off-label di farmaci leciti (non ricompresi nelle liste nere dei prodotti dopanti) non costituisce reato.
L'incartamento passa quindi alla Corte di Cassazione che CONFERMA la sentenza della Corte d'Appello sull'EPO. Ricordiamo infatti che la Corte di Cassazione non esprime valutazioni di merito, ma  è chiamata infatti a risolvere una questione di pura legittimità contenuta nel ricorso del Procuratore Generale di Torino, che si era opposto alla sentenza di secondo grado.
Era da stabilire se l'ipotesi di reato contestato alla Juventus, ovvero somministrazione off-label di farmaci leciti, fosse ricompresa nella norma ex art. 1 L. 401/89, che disciplina il reato di “alterazione delle competizioni sportive”.
Insomma, per farla breve, era da stabilire se la Juventus dovesse essere condannata per frode sportiva.
La Corte di Cassazione afferma che nel caso in oggetto tale norma era applicabile. Quindi qualora fosse stato dimostrato che la somministrazione off-label di farmaci leciti era atta ad alterare le competizione sportive, ciò costituiva reato punibile ex lege.
La Cassazione scrive nella sentenza: “A questa Corte non compete certo la valutazione del merito delle specifiche condotte incriminate...”. Dispone infatti l'annullamento della sentenza per quanto attiene il capo d'imputazione g), relativamente alla somministrazione off-label di farmaci, senza rinvio per intervenuta prescrizione dell'ipotesi di reato. Un nuovo processo sarebbe dovuto intervenire per indagare se la somministrazione off-label di farmaci leciti fosse finalizzata ad alterare le prestazioni sportive dei calciatori, e quindi le competizioni sportive, ovvero costituisse reato di frode sportiva.

Quindi ne deriva che non vi è nessuna condanna per frode sportiva, ma che per accertare ciò ci sarebbe dovuto essere un nuovo processo.

L'accattone nerazzurro scrive che: "...Ma la mia richiesta, in base ai fatti è molto chiara. In quel processo c'è stata una sentenza della cassazione che ha accettato il ricorso dell'accusa, confermando si l'assoluzione per doping, ma annullando quella per abuso di farmaci dichiarando che le accuse per abuso di farmaci potessero comunque essere considerate come violazioni della legge del 1989 appunto sulla frode sportiva. Poi quello che sarebbe successo dopo nessuno può saperlo, ma la cosa certa è che tutto si è fermato a questa condanna per frode sportiva, la cui pena non è stata applicata causa prescrizione. ..."
Suppongo che l'accattone neroazzurro non sappia leggere, oppure abbia fatto finta di non leggere questa breve riga: “A questa Corte non compete certo la valutazione del merito delle specifiche condotte incriminate...”. Dispone infatti l'annullamento della sentenza per quanto attiene il capo d'imputazione g), relativamente alla somministrazione off-label di farmaci, senza rinvio per intervenuta prescrizione dell'ipotesi di reato.

Quindi: "prode" - accattone 1-0

L'accattone fà anche peggio, poichè paragona il caso passaporto falso di Recoba (dove vi è una sentenza di condanna e un patteggiamento) con il caso farmaci della Juventus (dove non vi è nessuna condanna).

Sarà finita quì, penserete! No, ne prende un altro.

2) Moggi chiude Paparesta negli spogliatoi!

Un sentenza di un tribunale amministrativo dice che, Moggi non ha chiuso nessun arbitro in nessun spogliatoio e che il fatto non sussiste.
Paparesta, sotto giuramento confessa che non è mai stato chiuso in nessun spogliatoio da qualsivoglia dirigente.

Secondo l'accattone, Moggi ha chiuso Paparesta nello spogliatoio di ReggioCalabria, sol perchè se ne vanta al telefono.
Il "prode" porta un dato di fatto (una sentenza, nero su bianco), l'accattone una supposizione che la telefonata possa essere vera.

Poi c'è chi fa di meglio e scrive: Paparesta ha dovuto testimoniare il falso, altrimenti non avrebbe più arbitrato.
Paparesta non arbitra più da Farsopoli. Ammesso che abbia testimoniato il falso, non ha risolto nulla.

Quindi, un fatto contro una supposizione personale.

Aggiornamento: "prode" - accattone 2-0

3) Juventus avvoltoia sulla Lazio e il Parma:
Questo argomento me lo ricordo bene, visto che si è svolto sul blog del mio amico blade.
Ci sarebbe ben poco da dire, visto che anche in questo caso l'accattone si basa su supposizioni e nessun dato di fatto.
La Juventus acquista i giocatori della Lazio e del Parma nel 2001, ossia prima che queste due società (causa imperizia dei propri presidenti Tanzi e Cragnotti) rischiassero il fallimento.
Il crack Parmalat viene scoperto nel 2003, quello della Cirio il 21 maggio 2002 e confermato a novembre dello stesso anno.
Tutte date successive agli acquisti della Juventus. E si badi che la Juventus non ha pagato spiccioli Buffon, Thuram, Nedved e Salas, come invece avvenuto per Ibra e Vieira da parte dell'inter.
L'accattone scrive che già si sapeva della crisi di queste due aziende. Magari lui ha informatori privileggiati che oltre a dirgli che Moggi a chiuso Paparesta nello spogliatoio, a suo tempo gli preannunciarono (con un anno e più di anticipo) che ci sarebbe stato il crack di Parmalat e Cirio.
Vi invito a guardare la rosa della Lazio; una società che è in crisi non tiene in rosa gente come Crespo, Stankovic, Simeone, Peruzzi, Nesta che hanno fior di stipendi.
Ad onor del vero, si vocifera nell'estate del 2001 che la Lazio non navighi in buone acque (nessun collegamento con Cirio) e Cragnotti stra-vende Nedved e Salas per la modica cifra di 104 miliardi di lire. Soldi che grazie alla cosmesi finanziaria (di cui l'inter è maestra) riportano il bilancio della società di Cragnotti in attivo. Attenzione! Che il bilancio della Lazio fosse in passivo, nel 2001 nessuno lo sapeva (nonostante la società fosse quotata in borsa), si saprà due anni dopo con il crack della Cirio.
Vi invito a guardare la rosa del Parma: con Di Vaio, Almeyda, Fabio Cannavaro, Nakata, Taffarel... Insomma, tutti giocatori che guadagnano 1500 euri al mese.
Nel 2002 la Juventus acquista Di Vaio per la modica cifra di 32mln di euri. Insomma, sti dirigenti juventini son proprio stupidi, sapendo che c'è la crisi, invece di acquistare Di Vaio per un pugno di noccioline lo acquistano per una cifra spropositata.

L'accattone giustifica le sue supposizioni dicendo che era scritto su tutti i giornali della crisi del calcio e che questa crisi destò CLAMORE in tutta la nazione.
Ma quali giornali? ...Quelli che ti stampi in casa per avvalorare le cretinate che dici?

Ulteriore aggiornamento: "prode" - accattone 3-0

L'accattone ben si guarda dal rispondere ad un richiesta chiara e precisa: Era lecito che Facchetti intrattenesse rapporti con arbitri in attività?
Anzi, per onore di verità, una mezza risposta (che non sà di niente) la dà:

"La mia risposta su Facchetti è molto semplice. Se ha parlato con arbitri quando le norme federali lo impedivano ha sicuramente sbagliato. QUINDI??? Dove vuoi arrivare???".

Mentre per la Juventus spreca parole su parole per avvalorare le sue tesi basate sul nulla, per questa vicenda si limita al commentino. E dove è finita tutta la dialettica dell'accattone?


Dove si vuole arrivare???
Caro accattone, te lo dico io dove si vuole arrivare: alla frode sportiva, quella frode che hai invocato per la Juve e che non esiste.
Caro accottone, l'art. 6 del codice sportivo ti dice niente? L'illecito sportivo sai cos'è?
Se non lo sai, leggitelo:

Art. 6
Illecito sportivo e obbligo di denunzia

1. Il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica, costituisce illecito sportivo.

2. Le società, i loro dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati che commettono direttamente o che consentono che altri compiano, a loro nome o nel loro interesse, i fatti di cui al comma 1, ne sono responsabili.

3. Se viene accertata la responsabilità diretta della società ai sensi dell'art. 2, comma 4, il fatto è punito con le sanzioni di cui all'art. 13, comma 1, lettere g) o h), salva la maggiore sanzione in caso di pratica inefficacia di tale pena.

4. Se viene accertata la responsabilità oggettiva o presunta della società ai sensi dell'art. 9, comma 3, il fatto è punito, a seconda della sua gravità, con le sanzioni di cui all'art. 13, comma 1, lettere f), g), h) e i).

5. I dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati riconosciuti responsabili di illecito sportivo sono puniti con una sanzione non inferiore all'inibizione o squalifica per un periodo minimo di tre anni.

6. In caso di pluralità di illeciti ovvero se lo svolgimento o il risultato della gara è stato alterato, oppure se il vantaggio in classifica è stato conseguito, le sanzioni sono aggravate.

7. I dirigenti, i soci di associazione ed i tesserati che comunque abbiano avuto rapporti con società o persone che abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi precedenti, ovvero che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno di detti atti, hanno il dovere di informarne, senza indugio, la Lega od il Comitato competente ovvero direttamente l'Ufficio indagini della F.I.G.C..

Il punto 1) vi fa venire in mente qualcosa?
Alterare una gara con qualsiasi mezzo... come ad esempio far giocare un giocatore che non potrebbe, ma che lo fà grazie ad un passaporto falso.
Alterare una gara con qualsiasi mezzo... come ad esempio intrattenere rapporti con arbitri (Nucini e De Santis) in attività e promettendo a uno di essi un posto in società a fine carriera (Nucini/Facchetti).

Ma la cosa più meschina, degna degli interisti.. perchè si sà, loro son bravi a giocare sui tavolini  e senza avversari... l'accattone la fà, postando i messaggi privati tra lui e il "prode", ben sapendo che quest'ultimo (che ha la colpa di essere juventino e di aver chiamato gazzettaro uno degli amministratori del blog IO SONO ACCATTONE) è stato bannato e quindi non gli può rispondere.
Lamenta il fatto che il "prode" avesse fatto lo stesso, postando NON UN MESSAGGIO PRIVATO, ma un commento sul blog ANTI-INTER, nel quale il "prode" scrive che l'accattone non risponde alla domanda su Facchetti.
Un conto è postare un commento, un altro messaggi privati (indipendentemente dal tenore del messaggio).
Tralasciando la rivalità sportiva, quest'ultimo gesto ha qualificato l'accattone per quello che è ...

(S. te lo dovevo)

 
 
 

Moggi: "Temono che torni alla Juve"

Post n°152 pubblicato il 04 Maggio 2010 da antonio.salentino

"Hanno paura che io torni alla Juventus". Nel corso della trasmissione “Il punto di Moggi” in onda tutte le domeniche alle 17 sui canali digitali di Gold Tv e sui satellitari di Sky 856 e 903, Luciano Moggi ha risposto alle domande che gli ponevano i giornalisti in studio sui temi di attualità.

Il nuovo presidente bianconero Andrea Agnelli saprà rilanciare la Juventus?
"Andrea Agnelli conosce il calcio. Fin da ragazzo ci seguiva e ha imparato a valutare il valore di un calciatore e a conoscere i concetti fondamentali del mondo del calcio. Farà bene pur in una situazione delicata. Oggi la Juve, un po’ come il Milan, è da rifare: ci sono problemi di carta d’identità per molti giocatori e ci sono giocatori presi per rinforzare la rosa che invece l’hanno indebolita. La famiglia Agnelli sta mettendo a disposizione una bella cifra, si parla di 80 milioni di euro, cosa che in passato non era mai accaduta. Noi facevamo i salti mortali per quadrare il bilancio, chiedevamo fondi da investire ma non ci veniva dato nulla. Chi arriva ora si troverà in una situazione favorevole perché peggio di così non si può fare. Anche noi arrivammo alla Juve che da 9 anni non vinceva niente e in 12 anni abbiamo vinto molto".

Basteranno 5 o 6 giocatori per rilanciare la squadra?
"Sono troppi, se ne prendi 5 o 6 ne sbagli almeno la metà. Prima di prendere un giocatore bisogna studiarne le caratteristiche. Ne bastano 2 o 3 e in un paio d’anni si può risalire".

Darà consigli al nuovo presidente?
"Non poso dare consigli se mi vogliono radiare!. Oggi è proibito parlare ma poi lo farò attraverso i tribunali".

Come mai la strana coincidenza di far ventilare una sua probabile radiazione nel momento che viene eletto presidente della Juventus Andrea Agnelli che lei hai definito come l’unico della famiglia a capire di calcio e col quale potrebbe ritornare a lavorare per la società bianconera?
"Perché hanno paura che io torni alla Juventus!".

Ma chi sarebbe la mano nera che manovra?
"C’è più di una mano nera!".

E' vera la notizia della radiazione?
"Io non ho ricevuto nulla e sto aspettando. Che la facciano, poi voglio vedere chi la firma perché ne pagherà le conseguenze".

 
 
 

MOGGI RADIATO? SI... NO... FORSE

Post n°151 pubblicato il 30 Aprile 2010 da antonio.salentino

La “genesi” di tutto: sabato 24 aprile, nelle pagine della Gazzetta dello Sport, Ruggiero Palombo lancia la “bomba”

“Una risposta pare sia intanto in arrivo a proposito di Moggi (in grassetto, ndr), Giraudo e Mazzini condannati dalla giustizia sportiva a « cinque anni di squalifica con richiesta di preclusione »: il quesito su chi deve decidere cosa a propriosito della preclusione, posto (finalmente) da Abete alla Commissione consultiva della Corte di Giustizia federale presieduta dal presidente Coraggio, ha ottenuto una risposta che sarà presto ufficializzata e motivata. I tre, scaduti i cinque anni di squalifica, saranno automaticamente preclusi a vita. Cioè radiati”.

A parte quel “pare”, scritto quasi con arroganza (come non ricordare le anticipazioni delle sentenze di Calciopoli, nel 2006..), quello che si legge da questo pezzo citato è che – per decisione della Commissione consultiva (e da quando i pareri di una qualsivoglia commissione Consultiva sono vincolanti? Si tratta, per definizione, di un consulto, un parere..) – sarebbe stato deciso, e in attesa di essere messo nero su bianco, una sorta di meccanismo automatico per cui Luciano Moggi (in grassetto, ovviamente) & co., alla fine del periodo di squalifica (che scade l’estate del 2011), sarebbero stati radiati. Automaticamente.

Ieri, 28 aprile, è stato reso noto e pubblicato il documento prodotto dalla Commissione. Questa è la richiesta di chiarimenti di Abete (potete scorrere giù se non avete tempo per leggerla tutta):

RICHIESTA DEL PRESIDENTE FEDERALE DI PARERE INTERPRETATIVO DELL’ART. 19, COMMA 3, C.G.S.. AI SENSI DELL’ART. 31, COMMA 1 LETT. D) C.G.S.
Oggetto: Richiesta di parere interpretativo inviata il 31 marzo 2010 dal Presidente Federale ai sensi dell’art. 31, comma 1, lett. D) C.G.S., in ordine all’art. 19, comma 3 C.G.S.: L’art. 14, comma 2, del Codice di Giustizia Sportiva, vigente fino al 30 giugno 2007 (allegato 1), prevedeva che qualora l’organo di giustizia avesse valutato di particolare gravità l’infrazione, irrogando nei confronti dei tesserati la sanzione nella durata massima di 5 anni, avrebbe potuto proporre al Presidente Federale la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della F.I.G.C. Il successivo codice di giustizia sportiva, emanato il 21 giugno 2007 dovendo adeguarsi all’art.18 dei principi fondamentali degli statuti federali del C.O.N.I. (all.2), che prevede la netta separazione tra gli organi di gestione sportiva e gli organi di giustizia sportiva, ha modificato la precedente disposizione, attribuendo a questi ultimi il potere di disporre la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della F.I.G.C. ( cfr. art. 19, comma 3, C.G.S.). Vi sono state alcune decisioni assunte dagli organi di giustizia sportiva prima dell’entrata in vigore del nuovo codice, con le quali i medesimi organi hanno proposto al Presidente Federale di adottare il provvedimento di preclusione. Gli organi federali che si sono susseguiti nel tempo, anche in periodo commissariale, non hanno assunto decisioni su dette proposte che pertanto sono rimaste ancora pendenti. È vero peraltro che, alla luce del nuovo codice di giustizia sportiva, il Presidente federale è privato di tale potere e l’esercizio dello stesso seppure riferito a proposte preclusive intervenute prima dell’entrata in vigore del nuovo codice, apparirebbe in contrasto con lo stesso codice ma soprattutto con i principi fondamentali degli Statuti del C.O.N.I. che escludono interferenze nell’attività disciplinare da parte degli organi gestionali.  Alla luce di quanto sopra esposto e delle disposizioni susseguitesi nel tempo, in assenza oggi di una norma transitoria regolatrice della materia, si chiede di conoscere quale organo debba valutare e decidere le proposte di preclusione non ancora definite e formulate prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice di Giustizia Sportiva.

Di seguito la risposta della Commissione consultiva a firma Giancarlo Coraggio (anche qui potete direttamente scorrere giù, fino alla parte evidenziata):

La Corte di Giustizia Federale,
vista la richiesta di parere indicata in oggetto;
Considerato:
1. La disposizione dell’art. 14, comma 2, C.G.S. in vigore sino al 30 giugno 2007 stabiliva che: “
le sanzioni previste alle lettere e) ed h) non possono superare la durata di cinque anni. Qualora l’organo di giustizia sportiva valuti di particolare gravità l’infrazione, per la quale irroga una di tali sanzioni nella durata massima, può formulare, con la stessa delibera, motivata proposta al Presidente federale perché venga dichiarata, nei confronti del dirigente, socio di associazione o tesserato, la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della F.I.G.C.”.
Il nuovo codice, entrato in vigore il 1.7.2007, all’art. 19, comma 3, stabilisce che: “
la sanzione prevista dalla lettera h) non può superare la durata di cinque anni. Gli Organi della giustizia sportiva che applichino la predetta sanzione nel massimo edittale e valutino l’infrazione commessa di particolare gravità possono disporre altresì la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della F.I.G.C.”.
Come si evince dalla richiesta di parere, in vigenza della precedente normativa, vi sono state alcune decisioni assunte dagli organi di giustizia sportiva con le quali è stato proposto al Presidente federale di adottare il provvedimento di preclusione e che risultano tutt’ora inevase.
2. In merito alla sorte di tali situazioni, sorte che costituisce oggetto del quesito proposto, la prima questione da esaminare è se il mancato esercizio del potere da parte del Presidente prima della modifica normativa abbia determinato l’estinzione dello stesso con la formazione – implicita – di una sorta di silenzio-diniego.
A riguardo si premette in via generale che mancava nel Codice una disciplina temporale dell’istituto, cosicché il termine – che ovviamente non poteva non esserci – doveva farsi coincidere con il venir meno della posizione giuridica cui il potere si riferiva e cioè lo stato di sospensione dai ranghi della Federazione. E in questo senso, del resto, si è sviluppata la prassi nell’assetto normativo previgente.
Ne consegue che solo con la cessazione della sanzione e il conseguente rientro nei ranghi della Federazione il potere poteva ritenersi estinto. Dunque, in mancanza del decorso del termine quinquennale, il potere in questione al momento della sopravvenienza normativa era ancora esistente.
3. Occorre ora verificare quale sia stata l’incidenza di detta sopravvenienza normativa. Si potrebbe ipotizzare che la nuova disciplina abbia comportato sic et simpliciter l’estinzione del potere. Tale soluzione, peraltro, sarebbe anzitutto profondamente iniqua poiché si risolverebbe in una sorta di sanatoria priva di qualsivoglia giustificazione sostanziale. Sul piano formale, poi, nella nuova disciplina non vi è alcun elemento che sostenga tale assunto. Difatti, in presenza della prassi menzionata e dei principi ad essa sottesi, sarebbe stata necessaria una esplicita affermazione normativa della estinzione del potere presidenziale non esercitato (magari con la fissazione di un termine ulteriore ad hoc). E ciò anche in considerazione del fatto che le pendenze in questione, per la maggior parte, riguardano le vicende del 2006, con la vasta eco che hanno suscitato, e che quindi non potevano non essere tenute presenti dal “legislatore”.
4. Neanche è ipotizzabile che il potere permanga in capo al Presidente, come giustamente si rileva nella formulazione della richiesta di parere. La modifica infatti, risponde ad una logica di separazione ed autonomia della funzione giustiziale cui devono ispirarsi gli statuti federali del CONI e che non può non essere condivisa: la permanenza di questo potere, del tutto discrezionale e non suscettibile di controllo, in capo ad un organo di amministrazione, costituirebbe una evidente anomalia del sistema. Depone poi in tal senso una disposizione transitoria del nuovo codice – l’articolo 55 – sulla quale torneremo tra breve e che, pur nella sua equivocità rende evidente che comunque la disciplina dell’istituto in questione contenuta nel previgente articolo 14 deve ritenersi superata.
5. Proprio da queste ultime considerazioni occorre prendere le mosse per la soluzione della questione. Il riconoscimento della natura squisitamente giustiziale della radiazione la sua sottrazione a qualsiasi intervento discrezionale amministrativo ne fa una naturale competenza delle corti federali. Il senso e la portata della affermazione vanno però precisate.
6. Fermo dunque che il potere in questione ha come suo attuale centro di imputazione le Corti Federali, appare tecnicamente non perseguibile la strada di un esercizio rinnovato dello stesso, ad integrazione e sostituzione delle pronunzie già adottate. Tale soluzione incontra innanzitutto un impedimento strettamente processuale: gli organi giustiziali – al pari di ogni altro organismo di uguale natura – non possono attivarsi autonomamente ma solo su domanda di parte, e in ipotesi tassative. Non si vede, dunque, come potrebbe essere riaperto d’ufficio un giudizio già concluso né da chi potrebbe partire una eventuale iniziativa. Inoltre questo ipotetico ulteriore grado di “giurisdizione” non avrebbe alcuno spazio decisionale sul piano formale e sarebbe palesemente incongruo su quello sostanziale. Sotto quest’ultimo aspetto, è evidente che la valutazione della “particolare gravità” non potrebbe che essere il frutto di una cognizione integrale della vicenda: occorrerebbe dunque il riesame di tutto il materiale probatorio e una sua valutazione ex novo. Sotto il primo aspetto occorre tener conto del giudicato formatosi sulla decisione a suo tempo adottata. Non c’è dubbio che debba riguardare l’affermazione della responsabilità e con essa anche l’entità della sanzione fissata al suo limite massimo. Ma tale vincolo in realtà non può non riguardare anche la valutazione della gravità dell’infrazione, vincolo che, almeno nella maggior parte dei casi, è stato poi consacrato in sede di Camera Arbitrale. Una pronunzia ulteriore, dunque, non potrebbe che prendere atto di tutto ciò e conseguentemente non potrebbe che limitarsi a convertire la proposta in “preclusione”. Difatti, malgrado le formule apparentemente potestative usate (“possono formulare motivata proposta” ovvero “possono disporre…la preclusione”) non si vede quale valutazione ulteriore possa frapporsi fra l’accertamento della “particolare gravità” e gli effetti in questione.
7. Sulla base delle considerazioni sin qui sviluppate, ritiene la Sezione di dover concludere che se l’accertamento della particolare gravità vi è già stato, e con tutte le garanzie di contraddittorio richieste da un “giusto processo”; se su tale accertamento si è formato il giudicato, l’effetto che ne consegue – sia esso la proposta del vecchio Codice ovvero la “preclusione” del nuovo – discende automaticamente dalla norma. Insomma, al mutare della previsione normativa deve corrispondere una modifica dell’effetto collegato all’avvenuta dichiarazione di “particolare gravità dell’infrazione” e quindi prodursi una conversione ex lege della originaria proposta in una diretta irrogazione della preclusione.
8. Come si è accennato, tale interpretazione, che permette di non lasciare privi di questa sanzione più severa comportamenti qualificati a suo tempo come gravemente scorretti, sembra trovare una conferma letterale in una norma del nuovo Codice. Si allude alla disposizione transitoria dell’art. 55 C.G.S. secondo cui: “
1. Fino al momento della modifica della normativa federale in vigore, i rinvii agli articoli 13 e 14 del Codice di giustizia sportiva contenuti nella stessa normativa si intendono riferiti, per quanto di ragione, rispettivamente, alle corrispondenti disposizioni contenute nei nuovi articoli 18 e 19 del presente Codice”;
La disposizione non è particolarmente perspicua, ma ad essa non sembra potersi attribuire altro significato se non quello che, per i procedimenti ancora pendenti, la pronunzia a suo tempo adottata – e che evidentemente rinviava all’articolo 14 – trova la sua disciplina non più in questo articolo abrogato, bensì nel sopravvenuto articolo 19, e che è alla stregua di quest’ultimo che vanno individuati i suoi effetti.
9. Tutto ciò premesso, rispondendo alla richiesta di parere del Presidente federale, si ritiene che il provvedimento di preclusione debba ritenersi implicito, quale effetto
ex lege, nelle decisioni con cui gli organi della giustizia sportiva, dopo aver irrogato la sanzione della sospensione nella misura massima, si sono pronunciati nel senso della “particolare gravità delle infrazioni”. Ove si condividano le conclusioni del presente parere, agli organi federali competenti non rimane che prendere atto dell’avvenuto prodursi dell’effetto in questione, provvedendo alle necessarie comunicazioni.
P.Q.M.
Nei suesposti motivi è il parere.

IL PRESIDENTE
Giancarlo Coraggio

In effetti, quello che risulta dal parere, è che la radiazione debba ritenersi implicita, automatica. Ma, appunto (e come potrebbe essere altrimenti?), la decisione è rimandata al mittente: Giancarlo Abete, il “cretino che conta” (cit.), il quale – lui e solo lui – ha il potere di prendere la decisione finale e di comunicarla ai diretti interessati, a sua firma.

Vediamo perciò di chiarire alcuni punti:

1) Al momento, Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini non sono stati radiati. Stanno semplicemente scontando il quarto di cinque anni di squalifica.

2) Qualora Abete accogliesse tale interpretazione della Commissione consultiva, Moggi & co. risulterebbero preclusi (radiati) dal 2011 in poi ma, per le stesse motivazioni fornite da questa Commissione, lo dovrebbe essere ad esempio anche Enrico Preziosi, che pure “vanta” una squalifica con richiesta di radiazione (alla quale è seguita un’ulteriore squalifica, tra l’altro).

3) L’avv. Paco D’Onofrio ieri, 29 aprile, in un’intervista rilasciata a La Stampa ha fatto sapere che, qualora Luciano Moggi dovesse ricevere la comunicazione a firma Giancarlo Abete dell’avvenuta radiazione, ci sarebbero gli estremi per adire a vie legali contro la Figc. Questo perchè, una delle motivazioni espressamente riportate dalla Commissione consultiva di Coraggio, è che come fondamento della radiazione dovrebbe esserci la certezza del giusto processo e della gravità dei fatti contestati. Tesi che, soprattutto la prima, è praticamente impossibile da sostenere, essendo nel 2006 avvenuti gli “stupri” che ben conosciamo: in regime commissariale, è stato eliminato un grado di giudizio, si sono cambiati i giudici in corsa, si è concesso alla difesa giusto 15 minuti per i propri interventi, non ci si è avvalsi di prove testimoniali o riscontri sportivi/televisivi, si è di fatto creato un “reato” sportivo per giustificare la condanna della Juventus alla B, eccetera. Sicuri che Giancarlo Abete, che nel 2006 ne restò totalmente fuori, si voglia oggi prendere una responsabilità del genere?

Insomma, la partita è ancora aperta.

 
 
 

Penta (difesa Moggi): "Vi spiego l'astio di Boniek, Galeazzi, Zeman e non solo..."

Post n°150 pubblicato il 19 Aprile 2010 da antonio.salentino

"Tutti Pazzi Per La Juve", popolarissimo programma radiofonico in onda su RADIO ERRE2, questa settimana ha intervistato Nicola Penta, amministratore delegato della First Sport Consulting e “consulente sportivo” di Luciano Moggi nel processo di Napoli. Tecnicamente è anche l’uomo che ascolta e trascrive le migliaia di intercettazioni acquisite dal pool di avvocati dell’ex DG bianconero e le confronta con i fatti attraverso le immagini televisive ed i dati delle partite. Ciao Nicola e benvenuto a “Tutti pazzi per la Juve”. Come ben sa, il suo nome è salito alla ribalta in questi giorni grazie al suo immenso lavoro sulle nuove intercettazioni nel Processo di Napoli che vede come imputato Luciano Moggi. Da quanto tempo lavora con il Direttore? Qual è la parte più dura del suo lavoro in questi giorni? “Lavoro col direttore Luciano Moggi sostanzialmente dall'agosto 2006 e quindi diciamo che questo lavoro per me è stato abbastanza facile; il lavoro più duro è l'ascolto delle intercettazioni, per poi capire quali possono essere quelle rilevanti o meno.” Quindi giornate intere ad ascoltare le intercettazioni che poi vanno quindi filtrate e messe da parte? “Io ho dei dischi, ognuno dei quali contiene oltre 3000 contatti, la cui maggior parte non vanno a buon fine perché sono contatti con telefoni occupati o spenti. Le telefonate vanno quindi ascoltate tutte, anche quelle che parlavano di “buttare la pasta” o “preparare la lavatrice”. Ma dopo questo gran lavoro, tra queste, ogni tanto, sono riuscito a scovare e archiviare quelle che poi sono diventate la nostra arma migliore per la difesa, no?” Chiaro. Quelle che stanno uscendo in questi giorni evidenziano delle situazioni nuove veramente importanti. Noi tifosi juventini siamo estremamente colpiti ci sono delle cose che non ci spieghiamo come mai non fossero state considerate da “attenzionare” per dirla alla Colonnello Auricchio... “No, non è proprio così. Il messaggio che passa sembrerebbe quello. Ma l’impressione, mia e degli avvocati, è che queste telefonate non siano mai state ascoltate, il che è ben diverso. Presumiamo che nessuno, nella Procura dove furono effettuati gli ascolti di queste intercettazioni, abbia ascoltato 150000 telefonate. Per quello che io ritengo che loro si siano fermati al monitoraggio di alcuni numeri. Mi spiego; nel computer vengono inseriti i numeri intercettati degli indagati, e hanno incrociato questi numeri con le persone che servivano a loro. Chi non era oggetto di indagine, non era inserito nella ricerca. Di questo sarà anche difficile trovare un responsabile; se l'oggetto di indagine è un Tizio, che è amico di Caio, alla fine Sempronio non può entrate perché non è oggetto di indagine e i carabinieri si attengono a quello. È anche vero però che sono obbligati a verificare poi se ci son elementi anche a favore dell'indagato che possono portare anche all'assoluzione, cosa che secondo me non è stata considerata." Se ci fosse stata nel 2006 la possibilità di ascoltare questi nuovi elementi di prova, cosa sarebbe accaduto? E, ad oggi, queste nuove intercettazioni come si pongono nel processo? "Se si fosse ascoltato tutto probabilmente potevano venir fuori per altre squadre anche degli articolo 1. Ma il problema è, che per come sono state emesse le intercettazioni, hanno contribuito a “creare la possibilità di decidere su quell'illecito strutturale. Alla luce di questi nuovi elementi di prova, ciò che emerge è che non esisteva un sistema ma, al massimo, un modus operandi diffuso, il che è ciò che emerge dal sentire tutte le varie telefonate che sono state illustrate." Questo è quello che noi Juventini abbiamo sempre pensato e continuiamo a pensare. Sono altri quelli che vogliono affibbiare a quella Juve queste cose di sistema.... "C’è molta disinformazione relativa all'imputazione. L'altra settimana sono intervenuto in una trasmissione televisiva di Milano sul canale Odeon, che trasmette, tra l'altro, anche in tutta Italia. Erano presenti Cerruti (giornalista della Gazzetta dello Sport), Damascelli del Giornale, Bucchioni del QM, tutte persone che tecnicamente (e teoricamente ndr) sanno tantissime cose. L’altra sera gli ho comunicato un particolare importante, relativo appunto alla decisione da parte della lega di farsi carico di tutti gli arbitri della stagione 1999/2000. In quella stagione c'erano 2 designatori che in quel momento guadagnavano 250 milioni l'uno, e arbitri che arrivavano a guadagnare 150-200 milioni. Soldi che la Federazione non poteva permettersi. Quindi cosa succede? Succede che la Lega si fa carico degli arbitri e dei designatori, ma da quel momento gli stessi dovevano rispondere direttamente alla Lega che è ovviamente rappresentata dai Presidenti delle società di calcio. Di conseguenza, da quel momento, fu la norma per i Presidenti mettersi in contatto, non dico proprio con gli arbitri, ma con i designatori. Anche perché esiste una Circolare, mandata dalla Federazione e depositata agli atti, che invita tutti i presidenti a contattare direttamente i designatori, dei quali indica anche il numero di telefono. Ed è qui l’incongruenza. L’'incongruenza sta nell'accusare i dirigenti juventini di essere gli unici a contattare i designatori; cioè l'accusa mossa a Moggi e Giraudo è quella di intrattenere rapporti stretti coi designatori attraverso cene e telefonate. E più di una volta, gli inquirenti dichiarano che non esistono telefonate tra i designatori e dirigenti di altre squadre. Messaggio sbagliato che sono due o tre anni che passa; messaggio che è stato oggettivamente e palesemente smentito. Gli inquirenti dovrebbero ora tornare indietro e cambiare l'imputazione. Perché a questo punto dovrebbero dire, al massimo, che non ci sono telefonate con determinati contenuti. Qual è quindi il reato? Parlare con gli arbitri? No, perchè non c'è una telefonata tra Moggi e gli arbitri, qualcun altro invece risulta che c'è. Parlare con i designatori? Non è un reato perché è evidente che ci parlassero tutti. Il reato è nei contenuti delle intercettazioni? Io invito tutti a riascoltare le telefonate di Moggi perchè c'è da ridere...” Confrontandole con queste ci sarebbe veramente da ridere…. "Fa ridere ad esempio il fatto che Moggi abbia come capo di imputazione specifico quello di conoscere i nomi degli assistenti prima della comunicazione ufficiale. Ma ora acquisiamo dagli atti, non che sono cose che ci inventiamo noi, che è l'ultimo a saperlo perche c'è un sms di Manfredi Martino a Meani delle 11,33 dove gli comunica i nomi degli assistenti e dell'arbitro, c'è un sms sempre di Manfredi Martino alle 11,50 a Moggi che gli comunica i nomi degli assistenti. Ma c'è di più; una telefonata di un altro dirigente di una squadra di Milano che addirittura telefona giovedì pomeriggio alle 17,50 dove gli vengono comunicati i nomi degli assistenti, quindi Moggi arriva terzo. Piaccia o non piaccia. È una cosa che oggi, dal punto di vista della difesa, a Moggi fa comodo; se gli fosse stato detto 5 anni fa gli avrebbe dato fastidio perchè Moggi voleva arrivar primo, invece purtroppo per gli inquirenti e per tutti Moggi arriva terzo...” Tu ormai sono parecchi anni che collabori con il Direttore, e ne percepisci anche l’alone mediatico reticente che lo circonda. Dopo tutto quello che è uscito, trasmissioni indecenti come per esempio Replay (Raitre), dove Boniek e Galeazzi hanno continuato indisturbati a infangare, senza alcun supporto giuridico/oggettivo, il nome della Juve e del Direttore. Sono personaggi che si professano opinionisti, ma di opinioni ne portano avanti sempre e solo una, a prescindere dall’evidenza delle prove. Come l'avete presa? “Quella trasmissione dell'altra volta la definirei ”un agguato televisivo”, di cui però devono fare mea culpa gli avvocati. Io li avevo anche avvertiti; quando si fanno trasmissioni dove non si va direttamente sul posto e si va trasmessi in registrata succede che ti riprendono nel pomeriggio, registrano, e poi la sera in studio ci sono questi opinionisti che definirei ridicoli, che non fanno altro che disinformazione. Dopodichè commentano le immagini di quel poveraccio che ha fatto le riprese il pomeriggio. È andata così anche stavolta...” Questo atteggiamento dei media, negativo e assolutamente privo dei riscontri oggettivi attuali, è decisamente marcato su alcune testate giornalistiche…soprattutto nei confronti del Direttore. Per quale motivo? “Mi spiego. Io divido in due categorie. I Negazionisti, come Sconcerti, Palombo, sono quelli che vanno contro la realtà, cioè loro non prendono atto dei fatti, loro continuano a sostenere delle cose che non stanno più né in cielo né in terra. Un po’ come quelli che negavano l'esistenza di certe cose nel passato, ed è meglio non ricordare quali…Gli astiosi invece sono personaggi squallidi proprio perché, in quanto tali, non rendono pubbliche le vere motivazioni del loro astio, ma si trincerano dietro a questa falsità perché, quando vanno nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, non dicono il motivo vero per il quale loro ritengono che Moggi debba essere squalificato a vita, o come ho sentito dire da uno l'altra sera, che Moggi merita l'ergastolo. Ci fossi stato io in televisione l'altra sera con questo signore, che pesa oltre 100 kg, gli avrei detto: “Ma lei ha un figlio che fa il procuratore sportivo? Perché proprio lui doveva andare a lavorare alla GEA e non l’hanno preso. Sarà mica questo il motivo del suo astio nei confronti di Moggi? Avrei detto così, a queste persone bisogna ribattere colpo su colpo, e io non avrò pietà di questa gente qui. Perché ora hanno veramente stufato”. E di esempi di persone così ce ne sarebbero tanti… “C’era quel “signore” lì, che veniva dalla Polonia e che giocava nella Juventus. Io lo eliminerei dai giocatori che hanno giocato nella Juventus. Dovrebbe dire la verità sul suo astio nei confronti di Moggi e Giraudo. Il suo astio deriva esclusivamente dal fatto più volte ha chiesto di essere assunto e non l'hanno preso. Allora che lo dica, altrimenti tiriamo fuori le intercettazioni anche di lui”. Poi quell'altro “signore” che viene anche lui dalla Cecoslovacchia, con uno zio che faceva l’allenatore della Juve. Dovrebbe anche lui dire la verità sul perché dell’astio nei confronti di Moggi e Giraudo. Bisognerebbe organizzare un faccia a faccia, invitarlo a “se non la dice lei, la dico io...”. Solo allora sono sicuro che smetteranno. Questo signore aveva uno zio che faceva l'allenatore nella Juventus, che prendeva 150 milioni di lire, allora, per fare l'osservatore della Juventus. Fino al 1994. La Juventus nel 1994 aveva oltre 100 miliardi di debiti grazie al signor Montezemolo e ai suoi sodali che aveva nella società. Quindi l'eredità di questi 100 miliardi purtroppo se la son caricata Moggi e Giraudo, più Giraudo che Moggi...” E ne son venuti fuori...Ma ciò ha implicato delle scelte "Infatti. Giraudo, oltre a ripianare il debito, ha anche vinto, ma per ripianare il debito ha anche dovuto tagliare i costi in eccesso, come tutti i grandi amministratori delegati. Io, ad esempio, sono amministratore delegato di una società di consulenza sportiva, e, come amministratore delegato, devo stare attento ai costi perchè i soci poi vogliono che io renda loro conto delle spese. Questo signore, che faceva l'osservatore, a un certo punto è stato tagliato. Da quel giorno, casualmente, il nipote di questo signore è diventato antijuventino. Anche perché è ciò che gli resta; da allenatore scarso qual è, purtroppo per lui oggi non allena e mi dispiace anche. Ma c'è bisogno che lui bisogna porti i fatti, perchè lui non può dire che su 9 volte che è stato esonerato è sempre stata colpa degli altri e mai colpa sua. Perchè sennò bisogna chiamare Corioni, il quale lo assunse a 10 partite dalla fine per andare ai play-off col Brescia, e su 10 partite 8 le ha perse. Bisognerebbe quindi essere sinceri, e che questo signore dicesse i veri motivi per i quali ce l'ha con Moggi e Giraudo. Questo vale per lui come per tante altre persone” Nicola ti ringraziamo tantissimo di essere stato con noi, speriamo tutti di averti ancora come ospite. E un grosso in bocca al lupo a te e a tutto il gruppo di difesa del Direttore. “Ci sarò volentieri. Vi ringrazio e ciao a tutti”

 

Fonte: www.tuttipazziperlajuve.com

 
 
 
 

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