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« Messaggio #492GIUSTIZIA PER LE VITTIME »

UNA FOLLA COMMOSSA PER SIMONE

Post n°493 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

L' ultimo addio al caro Simone: all'obitorio della Certosa, incontriamo la mamma Grazia, in un fiume di lacrime, in auto con la sorella, il padre Paolo Messina, davanti alla bara, già chiusa. I Vigili del Fuoco, il 118, alcuni amici e tanti fiori!

Con la mamma di Maria Cristina, Angelina di 83 anni che ha voluto partecipare il suo dolore alla famiglia, partiamo per Monzuno. Arriviamo prima che il Paese venga chiuso per il lutto cittadino. La folla assiepa le vie. Migliaia di persone affrante, silenti! I Vigili del fuoco, centinaia da tutta Italia, sono schierati davanti alla Caserma. Salutiamo Armando, il marito della cugina di M.Cristina, anche lui Volontario! Entriamo, Paolo, Grazia, la sorella Stefania sempre  più affrante, i nonni, gli zii, i cugini,  gli amici. Alcuni nomi: Katia, Salvo, Roberto, Maria, Nino, Pasqualino, Giovanni, Cristina, Massimo, Luigi, Rosetta, Giuliano, Anna, Aristide, Luca ... e tanti altri. Ad uno ad uno i Vigili del Fuoco hanno reso omaggio a Simone sfilando davanti al feretro. Gli addetti al 118 ed altri Volontari della Pubblica Assistenza. I cittadini di Monzuno, il loro sindaco e quello di Monterenzio, tanti, tanti volti ed elmetti neri, rossi, argentati. Le autorità nazionali e regionali: abbiamo notato Errani, il presidente regionale, il sottosegretario agli interni, Bertolaso responsabile nazionale della Protezione Civile, Beatrice Draghetti, presidente provinciale, l'ing Egidi, responsabile regionale della Protezione Civile, con il giubbotto azzurro ed il cappello di pelle, hanno reso il loro omaggio alla salma ed il loro cordoglio alla famiglia.

Alle due mezza il feretro, i tanti fiori, sono stati posti sull'autoscala ed il corteo si è avviato alla chiesa!

immagine Un momento delle esequie

Non tutti siamo riusciti ad entrare. La folla, silenziosa, era immensa. La toccante funzione religiosa, celebrata dal Parroco amico della famiglia, ha ricordato Simone. Un Pompiere  ha recitato la preghira dei Vigili del Fuoco, implorando la protettrice S.Barbara. Il saluto del 118. Il messaggio del Cardinal Caffarra che chiede il conforto della fede di fronte all'estremo sacrificio di un figlio per salvare gli altri. immagine 

Davanti alla Chiesa di Monzuno

La bara esce portata a spalle dai colleghi, è coperta dal tricolore, il corteo raggiunge il vicino cimitero. Il dolore è più forte che mai: pianti, singhiozzi e la disperazione dei parenti, le lacrime degli amici, il cordoglio di tutti.

Al momento della tumulazione mamma Grazia si accascia, ha un malore, arriva la barella, ma fortunatamente non serve e viene accompagnata all'ambulanza sorretta dai volontari del 118. Rimane papà Paolo, che ha cercato di farsi forza per tutti questi giorni, chiede giustamente di ritirarsi nel suo dolore! l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio: "facci sapere soprattutto come sta Grazia". " Ci sentiamo fra qualche giorno". Un saluto agli amici, la triste cerimonia si é conclusa.

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immagine ADDIO SIMONE

31 anni compiuti il 4 settembre, sei morto compiendo fino all'estremo il tuo dovere, aiutando chi aveva bisogno di te! Sarai per sempre nei nostri cuori!

I funerali delle vittime di San Benedetto

 

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SCOPPIO DI SAN BENEDETTO
: CROLLO DELLA PALAZZINA: La Cgil sfida Hera sulla sicurezza: 'Dimostri che è una vera priorità'Partono gli avvisi di garanzia 21 indagati tra tecnici e dirigenti Sopralluogo il 4 gennaio

Bologna, 29 dicembre 2006 - Dalla Procura di Bologna sono in partenza 21 informazioni di garanzia per tecnici, personale amministrativo, addetti alle squadre di pronto intervento di Hera . Tra i destinatari non figura pero' il direttore generale della multiutility, Angelo Bruschi, legale rappresentante dell'azienda che ha conferito incarichi, ma non ha alcuna responsabilita' penale nel disastro.Saranno tutti invitati a partecipare con i propri consulenti al sopralluogo tecnico che si terra' il prossimo 4 gennaio (maltempo e neve permettendo) a San Benedetto del Querceto, teatro, il 23 dicembre scorso, del crollo di una palazzina per l'esplosione di una conduttura del gas, costato la vita a cinque persone.Ad annunciarlo e' il procuratore aggiunto Luigi Persico, che, insieme al sostituto Antonella Scandellari indaga sulle ipotesi di disastro colposo, omicidio plurimo colposo e crollo colposo."La direzione regionale della Protezione civile- aggiunge- supportera' al livello logistico le operazioni con proprio personale e mettendo a disposizione macchine da movimento". Si scavera' sul luogo dell'esplosione, per mettere a fuoco lo stato delle tubature.

Regione, Provincia di Bologna, Comune e parrocchia (chiusa per i danni riportati nell'esplosione) di Monterenzio sono i quattro soggetti pubblici che riceveranno l'avviso dalla Procura "e che avranno- spiega ancora l'aggiunto- facolta' di intervenire nell'indagine come parte lesa".

Intanto, la famiglia di Teresa Minarini, la proprietaria della palazzina saltata in aria, ha presentato un esposto, dopo la denuncia sporta ieri ai Carabinieri di Monterenzio dalla moglie di Enzo Menetti, il direttore della casa di riposo morto nel disastro.


online@quotidiano.net

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO

immagine  L'omelia di Mons. Caffarra:
"Vogliamo la verità"
Nuove accuse dei parenti

Il paese ha dato l'estremo saluto a due delle cinque vittime dell'esplosione della palazzina causata da una perdita di gas, avvenuta in paese l'antivigilia di Natale. ma anche nel giorno del dolore non si placano le polemiche

immagine S.Benedetto del Querceto (Bo), 30 dicembre 2006- San Benedetto del Querceto - piccolo centro a 30 chilometri da Bologna - nel clima di grande tristezza dopo la tragedia e prima di un Capodanno che difficilmente verrà dimenticato, dà l'estremo saluto a Enzo Menetti e Teresa Minarini, due delle cinque vittime d ell'esplosione della palazzina causata da una perdita di gas, avvenuta in paese l'antivigilia di Natale.

A celebrare le esequie, questa mattina, nella chiesa parrocchiale di Monterenzio, il Cardinale di Bologna Carlo Caffarra. Il 28 dicembre, in un clima di grande commozione, presente una grande folla e trecento colleghi provenienti da tutta Italia, erano stati celebrati a Monzuno i funerali del vigile delfuoco volontario Simone Messina: prima di morire, mentre presidiava l'edificio in attesad ell'arrivo dei tecnici del gas, il vigile ha salvato la vita a Giovanni Monti, uscito per comprare il pane, obbligandolo a tornare in casa pochi attimi prima dell'esplosione.

Il cardinal Caffarra, nell'omelia, ha ricordato «il diritto di sapere se l'evento tragico trova ragioni in precise responsabilità degli uomini». «Ma altri - ha aggiunto - sono i luoghi in cui si va a cercare riposta a questa legittima domanda, in cui si opera la rigorosa e doverosa verifica di queste eventuali responsabilità. Nella casa del Padre - ha spiegato il Cardinale - si cerca la risposta al "mistero infinito della morte", la vera consolazione, consapevoli che l'uomo non è mai abbandonato dall'amore di Dio. Non una spiegazione razionale dunque, ma una "condivisione compassionevole" di una tragedia alla quale si fa fatica a dare un senso. "La fede in Cristo non estingue il pianto - ha concluso Caffarra - ma impedisce il pianto disperato".

immaginepresente ai funerali
"Condoglianze doverose"

Il presidente della multiutility, Luigi Castagna, ha partecipato ai funerali di Enzo Menetti e Teresa Minarini, due delle cinque vittime. Polemica Rifondazione

immagine Monterenzio (Bo), 30 dicembre 2006 - Una stretta di mano e una semplice frase di condoglianza. Il presidente di Hera, Luigi Castagna, questa mattina, nella chiesa di Monterenzio, ha partecipato ai funerali, officiati dal cardinale Carlo Caffarra di due delle cinque vittime del crollo di San Benedetto del Querceto.

Dopo aver seguito la celebrazione a fianco del senatore Ds, Walter Vitali, Castagna ha seguito il lungo e silenzioso corteo fino al cimitero per salutare personalmente la moglie e il figlio di Enzo Menetti, il titolare della casa di riposo "Ilenia" deceduto nell'esplosione. "Non commento", e' stata la sua risposta circa la richiesta avanzata ieri dai vertici bolognesi di Rifondazione comunista che avevano chiesto le sue dimissioni dopo l'accadutoe dopo le polemiche degli ultimi giorni. In merito invece alla scelta di essere presente questa mattina alla cerimonia funebre , il presidente di Hera si e' limitato a dire: "Mi sembrava doveroso".

Nel giorno delle lacrime non si placano le polemiche contro Hera

Un parente di una vittima: "Alle 10.20 di tecnici Hera qui ce n'erano solo due e hanno detto che non potevano intervenire in alcun modo. Piu' tardi erano al bar a mangiare un panino". Immediata la replica del legale dei tecnici: "Dopo ore hanno bevuto un bicchiere d'acqua"

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO Monterenzio (Bo), 30 dicembre 2006 - Nuovi particolari inquietanti sulla tragedia di San Benedetto del Querceto arrivano nel giorno del funerale di Enzo Menetti e Teresa Minarini a Monterenzio. Fuori dalla chiesa, al termine della celebrazioni, le voci di accusa all'indirizzo di Hera sono quelle di Mauro Marchi e Marina Nanni, parenti di due ospiti della casa di riposo "Ilenia" gestita da Menetti, presenti la mattina dello scoppio.

Stando al racconto di Marchi, la palazzina esplosa non era alimentata a metano. "Non c'era metano nella casa che e' scoppiata- dice l'uomo- il metano era sotto le fognature ed era ormai diffuso in tutto il paese, io l'avevo visto uscire dai controtubi e ingenuamente credevo che stesse sfogando da li'".

Le testimonianze dei due cittadini sono particolarmente polemiche nei confronti dei soccorsi. "Alle 10.20 di tecnici Hera qui ce n'erano solo due e hanno detto che non potevano intervenire in alcun modo- dice Nanni- e so anche che piu' tardi erano al bar a mangiare un panino". Entrambi ricordano poi come da parte degli uomini di Hera non ci fossero preoccupazioni di nessun tipo: "Ci hanno detto che potevamo tranquillamente suonare il campanello senza correre alcun rischio", dicono.

Marchi inoltre, che nella casa di riposo ha la madre Olga di 97 anni, racconta: "E' stato Enzo (Menetti, ndr) ad andare a chiedere e a sollecitare i tecnici perche' si facesse evacuare la casa di riposo, loro non hanno fatto niente". La signora Nanni conclude infatti: "Anche le saracinesche del gas non le hanno mica chiuse quelli di Hera, ci ha pensato un ragazzo del paese che si chiama Alessandro Monti".


Accuse pesanti alle quali ha immidiatamente replicato il legale dei tecnici Hera: "Sono andati al bar a bere un bicchiere d'acqua dopo ore che erano sul posto e subito prima di rendere testimonianza ai carabinieri". Ha precisato l'avvocato Raffaele Miraglia.

Per quanto poi riguarda la chiusura delle valvole del gas, con un comunicato la multiutility replica: "Le valvole di intercettazione della condotta in media pressione interessate dalla fuga sono state azionate da personale Hera".

I vigili del fuoco portano via le vittime

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO

Gli indagati adesso sono 22
Interrogati due testimoni

Iscritto nel registro degli indagati anche il titolare di una ditta che aveva avuto in subappalto parte dei lavori per la metanizzazione della valle dell'Idice. La procura ha scoperto che c'erano state altre due fughe di gas negli anni scorsi. Nell'esplosione sono morte cinque persone

Bologna, 31 dicembre 2006 - Sono saliti a 22 gli indagati nell'inchiesta che i magistrati bolognesi stanno conducendo per l'esplosione della palazzina a San Benedetto del Querceto sull'appennino bolognese, che ha provocato la morte di cinque persone. Nel registro degli indagati, infatti, è stato iscritto anche il titolare di una ditta che aveva avuto in subappalto parte dei lavori per la metanizzazione della valle dell'Idice.

Intanto i magistrati, che sono rimasti al lavoro anche la vigilia di Capodanno, hanno verificato, consultando gli atti in archivio presso i carabinieri, dopo le segnalazioni dei residenti, che nel punto preciso dove è avvenuta l'esplosione c'erano già state due consistenti fughe di gas, la prima nel 1999, la seconda nel 2000, risolte grazie all'intervento dei tecnici.

I magistrati hanno anche ascoltato la testimonianza di due giovani del luogo che, nei momenti concitati che hanno preceduto l'esplosione, avevano tentato di chiudere la valvola della grossa conduttura di gas. Si tratta di un operaio-idraulico e di geometra di una impresa di scavi. Entrambi, su richiesta di un pompiere e di un carabiniere, tentarono l'operazione, ma gli attrezzi di cui disponevano si rivelarono inadatti e quindi non riuscirono nel loro intento.

La procura bolognese ha chiesto l'intervento del consolato rumeno di Milano, competente per il nord Italia, per avvertire i familiari di Augustine Cicei, 47 anni, una delle vittime dello scoppio.

Scoppio di san benedetto

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO

La ricostruzione parte subito
Hera stanzia 150mila euro
per i primi interventi

Il sindaco Giuseppe Venturi: "Vogliamo ripartire subito, Hera è stata disponibile". La decisione sarà adottata domani dal cda della multiutility

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO BOLOGNA, 2 GENNAIO 2007 - IL SINDACO di Monterenzio pensa alla ricostruzione. «Il prossimo cda di Hera delibererà 150mila euro per i primi interventi — fa sapere Giuseppe Venturi —. E’ un fondo per le spese da affrontare senza attendere i tempi dell’assicurazione. San Benedetto del Querceto oggi è un paese in ginocchio. Per i morti, prima di tutto. E poi per quello che è stato spazzato via, come il negozio di alimentari, o danneggiato, come la banca, la posta e la chiesa. Vogliamo ripartire subito. Hera si è dimostrata disponibile. Abbiamo scelto la strada del dialogo. Non è il momento di alzare muri». Ma questo non vuol dire fare sconti, chiarisce il sindaco, che conosce bene la rabbia dei suoi cittadini e ogni giorno ascolta — con attenzione e prudenza — nuove testimonianze sulla mattina del disastro. «Perché tanto tempo per chiudere il gas?», si chiede anche in una memoria depositata in procura la famiglia di Teresa ‘Tina’ Minarini, 87 anni, travolta e uccisa nello scoppio di casa sua. «San Benedetto aspetta giustizia e sicurezza — è esplicito Venturi —. Per questo attende con impazienza il sopralluogo di magistrati e tecnici. C’è bisogno di sapere che siamo in buone mani. Il paese è sempre stato martoriato, anche per i lavori dell’Alta velocità».

SI TERRA’ domani il consiglio di amministrazione di Hera che dovrà deliberare i 150mila euro. Una promessa che il presidente Luigi Castagna — sempre presente, tra consigli infuocati e funerali — aveva ripetuto anche sabato mattina a Monterenzio, dopo la messa funebre celebrata dal cardinale Carlo Caffarra. «Abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale, quel finanziamento è tra i punti all’ordine del giorno del cda — spiega il sindaco ‘civico’ —. Subito dopo, come amministratori, dovremo riunirci. Chiarirci bene tra noi, prima di incontrare i vertici di Hera».

DON ALFONSO NALDI, il parroco scampato alla strage, uscito vivo dalle macerie, sabato dopo aver concelebrato il funerale, con fatica evidente per la debolezza, si era augurato: «Avevamo appena finito di ristrutturare la chiesa. Hera deve aiutarci. E’ una questione di giustizia».

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO

Gli indagati salgono a 24
Polemica sull'assenza
di Cofferati ai funerali

Si tratta dei titolari di ditte che hanno ottenuto lavori in subappalto da Hera. Il difensore di un tecnico Hera deposita in procura immagini satellitari di un vicino cantiere Tav. Attacco al Comune di Bologna: "Questa assenza conferma il distacco dalla gente"

SCOPPIO DI SAN BENEDETTO BOLOGNA, 2 GENNAIO 2007 - Sale a 24 il numero degli indagati per la strage di San Benedetto del Querceto (in provinciadi Bologna) del 23 dicembre scorso in cui hanno perso la vita cinque persone. Si tratta di due persone titolari di ditte che hanno ottenuto lavori in subappalto da Hera Bologna srl.

Intanto, la Procura di Bologna non esclude che il numero degli indagati possa aumentare e nel frattempo, in piazza Trento Trieste lo studio dell'avvocato Giuseppe Giampaolo, che assiste un tecnico di Hera, ha consegnato al procuratore aggiunto Luigi Persico (che segue l'inchiesta insieme alla pm Antonella Scandellari) alcune foto satellitari della zona in cui si e' verificato lo scoppio.

Dalle immagini si vuole evidenziare l'effettiva vicinanza dell'area della tragedia alle gallerie Tav. La Procura, infatti, gia' dal giorno successivo allo scoppio ha cercato di capire se i lavori di movimentazione della terra nella zona della galleria possano avere avuto una qualche influenza sulle condutture. Alcune risposte potrebbero arrivare gia' nelle prossime ore.

Domani e' previsto il cda di Hera Bologna, mentre il 4 gennaio sara' conferito l'incarico ai periti della Procura: Maurizio Pellegrini, ordinario di geologia applicata dell'Universita' di Modena e Reggio Emilia, e Massimo Bardazza, esperto di impiantistica e in incidenti allereti di distribuzione del gas.

LA POLEMICA

Nei momenti di dolore Cofferati non c'è

Cristina Marri (Udc), unico consigliere presente alle esequie di due delle cinque vittime dell'esplosione: "Un assenza segno di completa estraneità"

LA POLEMICA NON C’ERA il sindaco, Sergio Cofferati. Non c’era la vicesindaco, Adriana Scaramuzzino. Non c’era neanche un assessore. Non c’era il gonfalone del Comune di Bologna. Sabato scorso, nella parrocchia Cristo Re di Monterenzio — ai funerali di due delle cinque vittime dello scoppio della palazzina a San Benedetto del Querceto, celebrati in forma pubblica dal cardinale Carlo Caffarra — l’amministrazione comunale era assente.

Stupito, il sindaco di Monterenzio, Giuseppe Venturi, ammette di non avere notato nessuno della giunta bolognese. E che «certo, l’assenza mi colpisce». Dei politici di Palazzo d’Accursio si è vista soltanto Maria Cristina Marri, segretario provinciale dell’Udc, che siede nei banchi dell’opposizione nelle file della lista civica La tua Bologna. Per la Provincia, c’era la presidente Beatrice Draghetti. Per i Ds, il segretario Andrea De Maria e la parlamentare Donata Lenzi. Fra gli altri, Ubaldo Salomoni, consigliere regionale di FI, già sindaco di Monghidoro.

 
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