Creato da Tigre_Ruggente il 31/07/2008

Le Vie Dell'Oriente

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Fuoco e Illusione  

Post n°16 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da Tigre_Ruggente
 
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"Tutto il mondo è infiammato dal fuoco del desiderio e,
come ogni fiamma, anche l'illusione alla fine si spegne"


Tratto dal Dharmapada o Cammino del Dharma

 
 
 

Taoismo: Yin/Yang e Cinque Fasi

Post n°15 pubblicato il 11 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 
Foto di Tigre_Ruggente


Il mutamento è il risultato dell'interazione fra i due aspetti antitetici e complementari del dao: Yin e Yang. Sono qualità delle forme di vita, modalità di ogni essere, che si esprimono in uno schema di relazioni classificatorie: yin sta a yang come il femminile sta al maschile, come l’oscurità sta alla luce, come il freddo al caldo, il passivo all'attivo, la potenzialità alla realizzazione, l'interno all'esterno. Principio del diverso e del molteplice, sono anche testimoni dell'unità. Si generano e si annullano, in una visione dinamica della realtà. L'eterno divenire è dato dalla loro alternanza, dal prevalere vicendevole dell'uno sull'altro, con un respiro ciclico senza posa: quando l'uno si esprime nella sua completezza già genera il suo contrario. E’ il principio illustrato dal simbolo molto conosciuto del cerchio diviso in due parti che si avvolgono in una spirale di espansione e contrazione. La progressione dell'universo è continuamente bilanciata da una dinamica di regressione.
E’ una modalità di ragionamento tipica del taoismo, dove gli opposti sono relativi e uguali di valore, dove una polarità col tempo si trasforma nel suo contrario. II saggio taoista sa vedere l'ombra nel mezzogiorno, il femminile nel maschile, la forza nella debolezza. La tradizione sapienziale dell'Occidente è stata dominata da opposizioni molto forti, quali Dio/mondo, anima/corpo, realtà/apparenza, bene/male in cui il primo termine e sempre superiore ontologicamente al secondo. E mentre il significato del secondo non può essere analizzato e compreso appieno senza ricorrere al primo, il processo inverso non e stato considerato legittimo. Nel pensiero cinese invece ciascuna delle due polarità concettuali, yin e yang dipende dall'altra e richiede l'altra per essere compresa.

Cinque Fasi - Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua - sono individuate dal pensiero taoista come ulteriori specificazioni inerenti agli elementi della natura, come "agenti" che fondano la varietà delle forme del mondo. In combinazione con lo yin e lo yang esse creano uno schema di ben maggiore complessità che classifica tutto il reale e inquadra ogni cosa in un sistema dinamico di corrispondenze.
La logica classificatoria non è statica ma costituisce una catena politetica: come lo yin e lo yang, anche le Cinque Fasi si compenetrano, si producono a vicenda nello stesso ritmo ciclico. Si distruggono per rigenerarsi. II Legno produce il Fuoco ma è a sua volta conquistato dal Metallo. II Fuoco crea la Terra, ma è assorbito dall'Acqua, la Terra genera il Metallo che però a sua volta è conquistato dal Fuoco, e cosi via. II ciclo vitale dell'universo è regolato dal gioco di equilibri mutevoli in cui le diverse forze che lo animano non sono mai statiche; le energie rientrano allo stato originale per poi riprendere un nuovo svo1gimento, in un alternarsi bilanciato di alleanze e di antagonismi, di affinità e opposizioni, di creazione e distruzione. Il pensiero taoista si e sempre concentrato sul rapporto fra l'uno e il molteplice e le articolazioni in cui esso si esprime.

I princìpi della dottrina yin-yang e delle Cinque Fasi fornirono fin dall'antichità al taoismo la sua base teorica e la sua terminologia. La formalizzazione definitiva di questo sistema fu realizzata durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.).


M. Raveri, Taoismo

 
 
 

Taoismo: una tradizione iniziatica 

Post n°14 pubblicato il 10 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 
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II taoismo è una tradizione iniziatica e anche per questo e difficile da conoscere a fondo. I testi rivelati sono conservati religiosamente dagli adepti e spiegati in segreto dai maestri; mai divulgati a gente anonima. Ma già leggendo il Daodejing (metà del III secolo a.C.) o soffermandosi sulle pagine del Zhuangzi (IY-II secolo a.C.), si coglie subito uno stile diverso nell'argomentazione filosofica. Gli insegnamenti hanno un tono piano eppure provocatorio. Il saggio taoista invita al raccoglimento ma gioca con il bizzarro, sente le costrizioni del linguaggio e privilegia il silenzio della meditazione, ama la solitudine e rifugge dagli onori del potere. Ma e anche orgoglioso della propria sapienza e sfida con l'ironia 1e limitazioni del ragionare comune. Non predica, non prende l'iniziativa di convincere altri. Ma a colui che cerca e che domanda, risponde.

La tradizione taoista affonda le sue radici nel buio dell'antichità; affiora verso il V-IV secolo a.C. e la sua influenza è evidente già in tutte le prime scuole filosofiche, nelle prime teorizzazioni politiche, nelle scoperte della medicina, ma la storiografia ufficiale ne ignora le istituzioni e i culti. Come conseguenza dell'affermarsi del Confucianesimo come ideologia dell'impero, in Cina si venne a creare una spaccatura destinata a durare nel tempo: la colta classe che governava lo stato seguiva la dottrina e l'etica confuciane mentre le comunità locali si esprimevano nella religiosità taoista, umile, sempre un po' marginale ma forte, che viveva nelle organizzazioni di villaggio, nelle feste comunitarie, nei testi segreti di meditazione, nelle pratiche del corpo. Anche l'individuo nella sfera pubblica osserverà i comportamenti rituali corretti e obbedirà alle norme confuciane, mentre nel privato cercherà la via taoista della liberta interiore e dell'immortalità.

In passato taluni studiosi hanno formulato una distinzione fra "taoismo filosofico" (daojia) che sarebbe stato il "vero" taoismo, nato intorno al IV secolo a.C. con il Daadejing e il Zhuangzi, e un "taoismo religioso" (daojiao) visto come una congerie di culti e di "superstizioni" che risalirebbe al II o III secolo d.C. Gli studi più recenti hanno abbandonato questa posizione semplicistica e tutto sommato errata: la differenza infatti tra le due "anime" del taoismo è solo apparente. Strutture liturgiche taoiste esistevano già molto prima del 142 d.C., anno in cui il movimento dei Maestri del Cielo viene menzionato nei documenti ufficiali. E a quell'epoca è considerato il "rinnovamento" di una tradizione. D'altra parte tutte le espressioni del taoismo, sia quelle di carattere più speculativo sia quelle con accentuazione più devozionale, si sono sempre riconosciute in una comune visione. Si tratta in realtà di un falso problema dettato dal pregiudizio di privilegiare, nell'analisi dell'esperienza religiosa, i testi scritti e non saper cogliere la ricchezza di contenuti nel simbolismo della prassi rituale.


M. Raveri, Taoismo

 
 
 

Taoismo: Introduzione 

Post n°13 pubblicato il 09 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 
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Asserire che "tutto è mutamento" è un'ovvietà, ma accettarlo davvero come postulato che spieghi la natura ultima del reale è difficile e, in ultima analisi, sconcertante. Una grande corrente del pensiero indiano, per esempio, pur fondata sull'idea della natura transitoria del mondo, ha cercato di superarla, di negarla, individuando nel Brahmam o in dio una realtà metafisica eterna e immutabile, "al di là" del divenire. La più alta esperienza spirituale diventa quindi una fuga dall'incanto illusorio della vita, radice del dolore esistenziale, verso una realtà "vera" che la trascende. Il taoismo invece con estrema originalità ha sviluppato lungo i secoli un sistema di pensiero che individuava il principio primo e la meta ultima all'interno del mutamento stesso, non al di fuori o contro di esso. La Via della sapienza taoista non rifugge, ma valorizza la realtà del mondo in tutte le sue espressioni: essere e divenire coincidono.

II Dao (Tao) è il principio immanente alla realtà, il respiro dell'universo e l'essenza dell'uomo, e il ritmo segreto della natura, la logica stessa delle incessanti trasformazioni. Le tradizioni filosofico-religiose dell'Asia orientale si sono sviluppate rimanendo profondamente ancorate all'idea che la verità ultima è racchiusa nella realizzazione intuitiva della sostanziale identità fra relativo e assoluto.

Dao (Tao) è la "Via", principio oggettivo e verità ultima che devono essere compresi e sperimentati nella continua ricerca interiore. Madre di tutte le cose, il Dao (Tao) le preserva attraverso il suo potere, De (Te), e le porta avanti nel loro eterno ciclo. Ma è senza forma, senza limite, senza nome. Al posto di una verità rivelata, il taoismo propone un enigma: tutti conoscono il Dao, eppure nessuno lo può definire:

"La ragione per quanto si affatichi è incapace di conoscere, la bocca per quanto si spalanchi e incapace di esprimere. [...] Vi è qualcosa che regge i fili di tutto, ma nessuno ne vede la forma. Riduce, aumenta, riempie, svuota, ora oscura, ora illumina; col sole rinnova, con la luna trasforma - giorno dopo giorno è attivo anche se nessuno ne vede lo sforzo. La vita sprigiona da qualcosa, la morte torna a qualcosa, principio e fine si oppongono fra loro in un susseguirsi che non ha inizio - e nessuno ne conosce la fine." (Zhuangzi 21)

Principio dell'eterno divenire, il Dao (Tao) non può essere fermato in un nome. Fondamento della spontaneità, non può essere imbrigliato in una classificazione: "II dao dei nostri concetti non e il dao perenne. II nome del nostro vocabolario non e il nome perenne". (Daodejing 1)


M. Raveri, Taoismo

 
 
 

[H2O]^3: Water Cube/Bubble Stadium 

Post n°12 pubblicato il 09 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 
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