Creato da Tigre_Ruggente il 31/07/2008

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Il Tai Chi Chuan: la Lotta della Suprema Polarità

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Il Tai Chi Chuan (o T'ai Chi Ch'üan o Tai Ji Quan o Taiji Quan ) è un antico stile interno delle arti marziali cinesi, nato come tecnica di combattimento e di mantenimento della saluta psico-fisica, volto a favorire la longevità, grazie alla applicazione dei principi trasmessi dall'“I Ching” (Libro dei Mutamenti) e dai testi dell’antico pensiero taoista .
La sua denominazione significa letteralmente “Lotta (Quan) della suprema (Tai) Polarità (Ji)”, ad indicare che il Tai Chi è un arte marziale basata sulle leggi che regolano l'interazione e l'alternarsi di quelli che sono, secondo la filosofia e il pensiero cinese, i due principi base (o poli) dell'universo: Yin, il principio negativo, concetto di vuoto, e Yang, il principio positivo, concetto di pieno.
Con Yin e Yang la filosofia taoista indica le due forze opposte che governano l’intero universo, la cui armonia deriva proprio dallo stato di equilibrio dinamico in cui esse si trovano. Queste due forze si manifestano in vari modi e sotto varie forme: il nero e il bianco, il femminile e il maschile, la terra e il cielo, l’acqua e il fuoco, il basso e l’alto, la difesa e l’attacco, e così via, in una successione infinita di coppie.
Il Tai Chi è senza dubbio il più importante fra gli stili interni ma è molto più di una raffinata arte marziale di autodifesa i cui principi sono in perfetta armonia con le leggi della natura. Può infatti venire praticato con intenti diversi, una ginnastica morbida o un metodo terapeutico basato sui principi della medicina tradizionale cinese, una forma di meditazione in movimento, tipica degli stili interni, o una via alla trascendenza, senza in effetti essere singolarmente una sola di queste cose, perchè le è tutte contemporaneamente.
Ovviamente per avvicinarsi a questa disciplina non è obbligatorio approfondirne tutti gli aspetti, ma è importante conoscerli tutti se si desidera arrivare ad avere una piena comprensione di questa arte. In questo ambito solo inizialmente la parola “comprensione” ha il significato di processo logico-razionale, che le viene comunemente attribuito nel mondo occidentale, in quanto, più si procede nell’apprendimento, e più risulta evidente come le nozioni acquisite razionalmente debbano essere lasciate sedimentare dentro di noi, per poi far posto progressivamente a sensazioni ed a percezioni di altra natura, che si fondano sulla nostra sensibilità intuitiva e non sulla nostra ragione.

L’efficacia del Tai Chi Chuan come arte marziale nasce dal perfetto equilibrio di Yin e Yang sia nei movimenti esterni che negli organi interni.
Tale equilibrio permette, secondo la filosofia taoista, quello scorrimento di energia interna (“Qi” o “Chi”) grazie alla quale il praticante esperto, con estrema facilità e morbidezza, può neutralizzare attacchi e scagliare a metri di distanza anche gli avversari muscolarmente più forti e potenti.
Questo è il motivo principale per cui il Tai Chi Chuan viene definito arte marziale “interna”, vale a dire un’arte che fa essenzialmente uso dell’energia interna anzichè della forza muscolare, come accade invece nella maggior parte delle arti marziali (Kung Fu Shaolin, Karate ecc.), definite per questo motivo “esterne”.
Ma i nemici più importanti contro cui combattere questa lotta molto spesso sono i malesseri interiori ed i malanni fisici che spesso a questi malesseri sono strettamente connessi.
E’ naturale quindi che il Tai Chi Chuan venga praticato dalla stragrande maggioranza delle persone per mantenersi in salute e in buona forma fisica.
Il nostro corpo reagisce negativamente allo stress della vita moderna irrigidendosi e incurvandosi, la respirazione diventa affannosa e superficiale, l’organismo invece di aprirsi si chiude sempre più comprimendo gli organi interni.
Il Tai Chi Chuan invece, lavorando sulla correttezza della postura e sull’armonia e fluidità dei movimenti, favorisce l’apertura del corpo, conferisce equilibrio e bel portamento, ridona flessibilità alle articolazioni e rilassamento ai muscoli.
Grazie alle tecniche di respirazione e di sviluppo energetico, note come Chi Kung (“Qi Gong”), permette di ottenere una respirazione profonda e rilassata, nonchè di incrementare progressivamente la propria energia interna fino ad inondare beneficamente con essa tutto l’organismo.
Infine grazie alla pratica della meditazione dona armonia e chiarezza alla mente e permette di recuperare l’equilibrio interiore perduto.
In anni recenti, i benefici del Tai Chi sulla salute sono stati confermati da varie ricerche scientifiche. Secondo uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Science, bastano 5 giorni di meditazione per abbassare lo stress ed aumentare le difese immunitarie.

(dal web)

 
 
 

Tai Chi Chuan: l’equilibrio nel movimento

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Il benessere psicofisico si cela nel naturale fluire delle cose.


La leggenda racconta che l’Imperatore Giallo, Huang Ti, che governò la Cina dal 2.697 al 2.597 a.C., praticasse degli esercizi per prolungare la vita chiamati: Tao Yin dove, la parola Tao vuol dire “guida”, mentre Yin significa “condurre”. Era già insita nel nome un’idea di movimento guidato del corpo e degli arti finalizzato ad un migliore funzionamento e mantenimento degli stessi, il tutto combinato con la respirazione, “un’alchimia benefica per la salute”.
Un giorno Huang Ti salì sulla montagna K’ung Tung dove incontrò l’immortale Kuang Cheng-Tze che gli consigliò, per preservare la sua vita, di stare molto attento a non stimolare eccessivamente passioni ed emozioni, ma di sedersi spesso, in tranquillità, per calmare la mente. Seguendo queste tecniche, l’Imperatore Giallo condusse una vita eccezionale governando per un secolo. Ebbe più di cento mogli e divenuto immortale, volò in cielo sul dorso di un drago, ma quando il suo popolo lo vide allontanarsi lo implorò di restare, tanto era l’amore per il proprio sovrano che non volevano lasciare andare. L’imperatore, allora, come suo ultimo dono lasciò cadere le sue scarpe che si ritiene siano custodite in una tomba nella provincia dello Shanxi. Narra la leggenda che proprio dall’Imperatore Giallo prenda origine il Tai Ji Quan.

Maestro An Zuò cosa è oggi il Tai Ji Quan e cosa sta a significare letteralmente?
Il Tai Ji Quan è un sistema di esercizi, o meglio, un’arte di vita che permette di raggiungere un equilibrio fisico, mentale e spirituale. Tai vuol dire “il più grande”, Ji “la sommità, l’apice” mentre, Quan vuol dire “combattimento, pugno, movimento”. In pratica il miglior metodo per ottenere il massimo beneficio dell’unità corpo-mente-spirito attraverso le forme del Tai Ji.

Una forma di meditazione ma anche un modo per tenersi in forma?
Certamente, possiamo definire il Tai Ji Quan, una sorta di meditazione in movimento. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo definisce una meditazione attiva il cui fine è quello di mettere l’individuo in rapporto con l’universo, concertando e regolando il flusso del Qi (energia vitale). Una delle tante teorie sulle origini del Tai Ji Quan, ha per protagonista il monaco taoista Zhang San Feng vissuto nel XIII secolo. Diplomato al monastero Shaolin, San Feng praticava le arti marziali su una delle montagne sacre al taoismo: Wudang. Si narra che un giorno San Feng fu testimone di un combattimento tra un gru e un serpente, da allora accantonò i metodi estremi modificando il Kung Fu Shaolin, troppo duro, in una pratica più morbida, questo nuovo stile, in seguito, divenne il Tai Ji Quan. I grandi maestri hanno indirizzato il Tai Ji in una direzione opposta a quella delle arti marziali. Degni di grande rispetto, i maestri, venivano considerati detentori di un’arte suprema della vita, tanto che il loro operato si espandeva nelle arti, nella giustizia, nella medicina tanto da essere definiti “Santi” ma con un significato diverso da quello occidentale.

Il Tai Ji Quan s’ispira alla filosofia del Tao con cui condivide molti aspetti in comune.
Quando ho iniziato il primo corso di Tai Ji Quan non pensavo di imbattermi in una materia così complessa ed affascinante. Come il Tao, anche il Tai Ji Quan, ha come punto di riferimento l’alternanza tra le due forze originarie uguali ed opposte: Yin e Yang che interagiscono dando forma alle manifestazioni della vita. Altro punto di riferimento è il Qi Hai (mare di energia) che si trova circa tre centimetri sotto l’ombellico, il baricentro fisico del corpo, conosciuto anche come Dantian dove dipartono tutti i movimenti del Tai Ji. Tale concentrazione permette movimenti armoniosi, lenti o rapidi senza perdere la stabilità fisica. Ancora importante è la centratura o allineamento, ovvero la preparazione del corpo e della mente che implica una serie di comportamenti che, con la pratica, si effettuano contemporaneamente in pochi minuti. Consistono nello stare in piedi completamente rilassati, con le gambe divaricate alla stessa larghezza delle anche, ginocchia leggermente piegate verso l’esterno, punte dei piedi dirette di poco verso l’interno, bacino ruotato muovendo in avanti la zona pelvica per l’allineamento della colonna, peso del corpo spostato sugli avampiedi. Le braccia sono distese lungo i fianchi lasciando uno spazio naturale dal corpo, la sommità della testa come sospesa verso l’alto, il mento appena piegato verso il torace, gli occhi guardano senza vedere in quanto lo “sguardo” è rivolto verso l’interno, così come le orecchie ascoltano i suoni interiori, la lingua è a contatto con il palato, le labbra morbide ed i denti si toccano appena. Lo stato mentale è quello della calma mentre, la respirazione assume un ritmo lento, uniforme, naturale e profondo. Tradizionalmente le forme si iniziano orientandosi verso Nord. Per aiutare il principiante nell’assumere la posizione base, gli si chiede di immaginare un filo invisibile che lo tiri alla sommità del capo, un altro che dal perineo si diparte fino al suolo ed infine, un altro ancora che percorre tutto il corpo unendosi ai primi due fili per formare una perfetta linea retta che rappresenta l’energia dell’uomo ed è nel Dantian dove avviene la sintesi energetica Terra/Cielo.

La postura del Tai Ji Quan è lontana dalla posizione atletica occidentale.
Si, guardando un praticante nella posizione del TaiJi, come quella precedentemente descritta con gli occhi persi nel vuoto e lo sguardo semi addormentato, siamo lontani dalla postura atletica moderna caratterizzata dalla la pancia in dentro, il petto in fuori e lo sguardo dritto. Eppure il TaiJi è oggi di gran moda, non tanto per le applicazioni marziali, quanto per il benessere psicofisico che ne deriva. L’equilibrio fisico e mentale permette di realizzare la “non azione” intesa non come staticità o passività, ma come non agire contro l’andamento naturale delle cose. Lo stile di vita diviene quindi quello dell’armonia che, a sua volta, presuppone l’accettazione degli eventi sapendo che tutto è sempre in continuo movimento e trasformazione. Questa fluidità si trasferisce nel corpo (nelle articolazioni, nei muscoli, nei tendini, nella circolazione e qualità del sangue, nel rinvigorimento degli organi interni), nella mente (tranquillità, gioia di vivere, capacità di accettazione e di risposta creativa), e nello spirito (sentirsi parte della creazione, dell’universo).


(intervista dal web)

 
 
 

Bodhidharma e lo Zen 

Post n°4 pubblicato il 04 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 
Foto di Tigre_Ruggente

“Studiare la Via del Buddha è studiare se stessi.
Studiare se stessi è dimenticare se stessi.
Dimenticare se stessi è essere risvegliati alla realtà”

Maestro Dogen (1200-1253)


Un giorno,
un'immensa folla di persone si radunò per ascoltare gli insegnamenti
di Shakyamuni il Buddha,
ma quella volta il Buddha non disse una parola,
tenne semplicemente in mano un fiore.
Solo un discepolo comprese l'essenza di questo gesto.
Avvenne così la prima trasmissione
di un insegnamento senza parole,
da maestro a maestro
da mente a mente.

Mille anni dopo, un monaco indiano
arrivò in Cina dopo un lungo viaggio:
si chiamava Bodhidharma.
Era il ventottesimo erede di una ininterrotta linea
di maestri dicendente direttamente dal Buddha
e portava con sé l'essenza di quell'insegnamento.

 
 
 

Il Soffio del Drago 

Post n°3 pubblicato il 03 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 

IL SOFFIO DEL DRAGO
Medicina Tradizionale Cinese

La mostra presenta una selezione di oggetti e materiali dalla collezione del Museo di Etnomedicina ‘Antonio Scarpa’ (strumenti utilizzati nella pratica dell’agopuntura e della moxibustione, tavole e modellini anatomici, materiali e composti di origine vegetale, animale e minerale per la farmacopea, testi cinesi, supporti per lo studio e la diagnosi, materiali ed oggetti della tradizione devozionale popolare) integrati da tavole di testo, materiali iconografici e documenti elaborati a cura del CELSO Istituto di Studi Orientali che introducono alla filosofia, alla storia, ai principi, alla fisiologia ed alle tecniche della Medicina Tradizionale Cinese.

IL SOFFIO DEL DRAGO
La Medicina Tradizionale Cinese attraverso la collezione Scarpa
Museo delle Culture del Mondo - Castello D'Albertis
(Corso Dogali 18 – Genova)
3 Luglio 2008 - 27 Settembre 2008

(dal web)

 
 
 

Il Non Metodo 

Post n°2 pubblicato il 03 Agosto 2008 da Tigre_Ruggente
 
Foto di Tigre_Ruggente

"Usa il non metodo come metodo e l'assenza di limiti come limite.  L'arte senz'arte è l'arte dell'anima in pace, tranquilla, come la luce della luna che si specchia sul fondo del lago. L'arte è la via che porta all'assoluto e all'essenza della vita umana.  Mi muovo e non mi muovo. Sono come la luna sotto le onde, che sopra di essa oscillano e s'increspano incessantemente. Non pensare «sto facendo la tal cosa»; pensa invece «la tal cosa avviene attraverso me, o per me». La coscienza dell'io è il maggiore ostacolo alla corretta esecuzione di ogni azione fisica. L'ignorante riderà di me, il saggio capirà."


Bruce Lee, Lee Jun Fan

 
 
 

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