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BENEDETTO XVI, L'infanzia di Gesù

Post n°289 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

MariaAlberta Faggioli Saletti, da spigolature.net (clicca sull'immagine)

JosephRatzinger - Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, Rizzoli Libreria Editrice Vaticana, Milano 2012, € 17. 

Il titolo originale dell’opera, Jesus vonNazareth. Die kindheits geschichten, significa letteralmente “Storia dell’infanzia di Gesù di Nazareth”. Ho ricevuto l’elegante e robusto volumettocome regalo natalizio e la sua lettura mi ha da subito catturata.

Uscita nel novembre 2012, l’ultima opera di Papa Benedetto XVI è stata accompagnata daautorevoli recensioni e, curiosamente da un profluvio di articoli e studi sullanascita di Gesù, fra storia e scrittura, tra fede e religione, mentre ci avvicinavamo ai giorni del Natale e del Presepe.

Esegesi antica e moderna, ermeneutica, semiotica, teologia applicate ai documenti che testimoniano l’infanzia di Gesù, a partire dal mistero dell’incarnazione e dall’enigma-mistero della frase di Maria che, all’angelo annunciante “la sua elezione a diventare la madre del Messia”, risponde “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” (pp. 43-46, 61), passando per la delineazione della figura spirituale di San Giuseppe (pp. 48-57).

Nel libro scritto dal Sommo Pontefice, c’è anche l’analisi di incantevoli pagine bibliche di annuncio, predizione, profezia (splendidi Salmi, come ad esempio quello di Isaia, “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele [Dio con noi]”,e i Vangeli) senza trascurare i Simboli della Chiesa, la fondamentale Ecclesiologia dei Padri, l’antica iconografia, inni, preghiere e canti lode dei tempi di Gesù, nonché gli affascinanti racconti e i miti che s’intrecciano a questa complessità (ad esempio, la mangiatoia, l’asino e il bue del presepe, i Magi).

E tutto è condotto con dotta e coinvolgente competenza.                                                                                                                                                                

La cura del lessico appropriato non appesantisce l’esposizione che presenta una bella levità, talvolta briosa, impreziosita dal costante interesse alla narrazione e all’aspetto letterario dei testi. Ne sono un esempio le indimenticabili pagine di Benedetto XVI sull’annuncio dell’angelo ai pastori, nel Vangelo di Luca, dal sapore antico e originalmente fresco-nuovo per lacapacità di evocare la storia millenaria del dono della Notte Santa, un dono valido “sino alla fine dei tempi” (pp. 87-88). Anche nel futuro, queste pagine saranno una stupenda strenna per tutti noi, in occasione della Santa Ricorrenza.

Lectio divina (lettura della parola di Dio) ed esegesi storico-critica procedono, sostiene il Papa nella Premessa, con proposte su che cosa gli autori intendevano dire nel loro testo e nel loro momento storico, con l’aggiunta di tre domande del “giusto esegeta”: “E’ vero ciò che è stato detto?”, “Riguarda me?”, “E se mi riguarda, in che modo?”, interrogativi concernenti il rapporto del passato con il presente, che aumentano la serietà della ricerca storica e che fanno “immancabilmente parte della stessa interpretazione”, dato che siamo “di fronte ad un testo come quello biblico, il cui ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso” (pp. 5-6). Gli evangelisti Matteo e Luca, dai quali il Papa prende l’avvio -i loro racconti dell’infanzia sono la nostra unica fonte sulla nascita di Gesù (p. 78)- scrivono una storia reale, avvenuta (non un racconto) che, però, ribadisce il Papa, viene interpretata e compresa alla luce della parola di Dio poi, a partire dall’interpretazione, è scritta e condensata (pp. 26, 138).

Risaltano, nell’analisi, le citazioni tratte dai versetti biblici di Isaia che Matteo e Luca ritengono “prove” derivate dallaSacra Scrittura, spiccano i riferimenti ai Profeti ebraici vissuti vari secoli prima di Cristo (il citato Isaia, Geremia, Daniele, Osea, Michea, Abacuc,Sofonìa, Malachia), il richiamo al grande poeta Virgilio il quale ha composto circa quarant’anni prima della nascita di Gesù la quarta egloga delle Bucoliche (poesie pastorali), con l’annuncio dell’avvento “di un nuovo grande ordine del mondo a partire da ciò che è integro (ab integro). Iam redit et virgo - già ritorna la vergine. Una nuova progenie discende dall’alto del cielo. Nasce un bambino con cui finisce la progenie ”. Si parla, rileva ilPapa, di una promessa, di una vergine, di un bambino, con un “quadro immaginativo dell’insieme proveniente dall’antica raffigurazionedel mondo” (pp. 66-67).

E’ ben presente in quest’opera di Benedetto XVI, anche il rimando agli antichi storici,principalmente Giuseppe Flavio (vissuto dal 37 al 100 d. C.), di origine ebraica “cui soprattutto dobbiamo le nostreconoscenze della storia giudaica ai tempi di Gesù” (p. 75), poi Tacito e Svetonio (p. 111).

Non viene tralasciato neppure il riconoscimento di fonte, riferita da Luca, alla tradizione di famiglia, conservata e al contempo teologicamente modellata, nel circolo ristretto di Gesù, su “sua madre che custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (l’eventodell’Annunciazione), su Maria che, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore (i pastori raccontano ciò che del bambino era stato detto loro, p. 25), e viene conferita credibilità -come fonte più attendibile di certe notizie scritte- alla tradizione locale di Betlemme sulla grotta considerata il luogo di nascita di Gesù, valida perchè legata al culto dei primi cristiani di cui si voleva cancellare la memoria e connessa alla Basilica della Natività (p. 81).

Dopo la lettura, il Papa presenta la meditazione guidata dalla fede, supportata da una puntuale bibliografia (bellissima la riflessione sui pastori chiamati per primi alla mangiatoia nella quale è posto il neonato Gesù, pp. 85-87).

La ricerca ampia e al tempo stesso precisa, di collegamenti fra l’Antico e ilNuovo Testamento, fra le citazioni dei Profeti biblici e la narrazione degli Evangelisti, colma varie lacune oggi evidenti, ma lascia anche questioni aperte, con la consapevolezza, data da una buona ermeneutica, che ogni interpretazione è sempre un po’ inadeguata rispetto alla grandezza del testo biblico (pp. 34, 82-83).

Al lettore, anche a quello che non ha fatto della Teologia biblica un suo oggetto di studio, vengono offerte un’autorevole luce di comprensione e una sapiente opportunità di orientarsi nella complessa ricchezza della Bibbia.

L’opera è articolata in modo semplice. Alla Premessa, seguono quattro capitoli (Di dove sei tu?, L‘annuncio della nascita di Giovanni Battista e della nascita di GesùLa nascita di Gesù a Betlemme, I Magi d’oriente e la fuga in Egitto ) e l’Epilogo, Gesù dodicenne nel tempio.

Concludono il volume la Bibliografia, le indispensabili Citazioni bibliche (AnticoTestamento, Nuovo Testamento), l’Indice dei nomi e il curioso Indice analitico da leggere con attenzione, perché in esso compaiono parole come “gioia” e “grazia” che in greco hanno la stessa radice (p. 38), “amore” e “speranza”, “stella (diBetlemme)” e “incontro con Dio”.In queste parole, ben presenti nelle testimonianze relative all’infanzia di Gesù  è contenuto il cuore della religione cattolica fin dalle sue origini. L’esortazione del Santo Padre è di mantenersi totalmente “fedeli all’originaria parola della Scrittura” la quale non è solo un testo del passato ma un’inesauribile fonte a disposizione di ogni fedele credente, e di chi credente non è. 

 

 
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