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L'AFFRESCO "GIUDIZIO UNIVERSALE" NELL'ABSIDE DEL DUOMO DI FERRARA

Post n°393 pubblicato il 20 Novembre 2017 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

Maria Alberta Faggioli Saletti 

-Bastianino. L’affresco Giudizio Universale (1577/78-1581) nella Cattedraledi Ferrara-Catino dell’Abside. 2 

Il Giudizio Universale nell’Abside del Duomo di Ferrara è un esempio della maturazione artistica di Bastianino. Il dipinto insieme con alcune Pale d’Altare (la Resurrezione per la Chiesa della Conversione di San Paolo, carmelitana), è considerato il testamento pittorico di Bastianino.

Possiamo però chiederci:

perché proprio Bastianino, perché il Giudizio Universale? Il Duomo poi è il luogo più sacro e anche il  più illustre della città di Ferrara.

●I documenti rivelano che l’affresco della Cattedrale, il Giudizio Universale venne “allogato” (ordinato) al Bastianino nel 1577 e pagato nel 1581; Il contratto della Curia era per la pittura a fresco finita a secco[1]L’artista aveva attorno ai 50 anni, aveva esperienza e talento, ed era in grado di capire da solo quello che era possibile ottenere. D’altra parte non c’erano temibili competitori: lo Scarsellino (Ippolito Scarsella 1550-1620) non rappresentava un pericolo, Bastarolo invece poteva essere considerato pittore capace di condurre grandi lavori.

●Bastianino,aveva estimatori importanti: con il padre Camillo (morto nel 1574) e il fratello Cesare, già lo abbiamo detto, è stato al servizio del marchese Francesco d’Este zio del Duca (m. nel febbraio 1578)[2],ha lavorato per il Duca Alfonso II(1533-1597, duca dal 1559) il quale era stato educato dai Gesuiti[3], ed era in ottimi rapporti con la Curia.

E’ opportuno ricordare che Bastianino è stato pagato per gli affreschi eseguiti nel Castello Estense fra il 1574 e il 1576[4] (dopo il terremoto del 1570, è stata avviata la ricostruzione di numerosi edifici), e che, secondo i critici più autorevoli, era uno di quegli “autori” che hanno saputo essere cantori e testimoni della “Cultura estense”.[5]  E’ credibile che Francesco d’Este abbia sollecitato l’intervento del duca Alfonso II presso la Curia, a favore del Bastianino.

●Per quanto riguarda il Giudizio, bisogna aggiungere poi che negli anni della Controriforma ci sono ragioni spirituali, teologiche e liturgiche che influiscono sulla tavolozza dell’artista e sono rivolte ai sacerdoti: dopo il Concilio di Trento (1545-1563) c’è un nuovo concetto di Giudizio. Inoltre, nel Documento che conclude il Concilio è contenuta l’esaltazione della pittura unita all’esortazione ai pittori.L’artista ha il compito di istruire il popolo all’ortodossia, di alimentarne la devozione e la fede. L’autorità religiosa (Vescovo, Cardinale) deve controllare perché l’opera abbia chiarezza,verità e aderenza alle scritture.

A Ferrara, in quegli anni, furono Vescovi AlfonsoRossetti (1563-25 febbraio 1577) e Paolo Leoni (1577 o 78-1590).

L’Italia dove la Riforma protestante non si è imposta, ha una produzione artistica diversa dal resto d’Europa. Le opere pittoriche sono considerate la Bibbia dei poveri analfabeti.

Indubbiamente la conclusione del Concilio di Trento ha proposto nuove occasioni di committenza.

Nel 1584,la prima volta che, nel Catino absidale del Duomo, è stato scoperto l’affresco,esso ha presentato un dilemma teoretico (cioè relativo ai fondamenti generali dottrinari). Bisognava scegliere da che parte stare. Ci sono nel dipinto i tre attori del dramma della Storia:Dio, Uomo, Satana.

Aggiungiamo che gli eventi storici avvenuti alla fine del secolo: la partenza degli Estensi da Ferrara, le alluvioni nel ferrarese dovute al taglio di Porto Viro, l’arrivo del Legato papale in città hanno fatto perdere la memoria della cultura estense e della sua storia

La maniera ferrarese,riconoscibile fin dal Trecento, in quegli anni sembra astrusa, oscura,complicata. Sono passati secoli prima che i pittori della Scuola ferrarese venissero riscoperti e studiati.

L’ABSIDE del Duomo di Ferrara con la VOLTA BASTIANINESCA

L’Abside del Duomo era stata ricostruita e ampliata da Biagio Rossetti, fra il 1400 e il 1500.

La Volta absidale, la volta bastianinesca,  presenta buchi voluti per evitare che tensioni e spinte la danneggino.

Lo SPAZIO e lo  SCHEMA della COMPOSIZIONE

In uno spazio di 180 metri quadri, uno spazio mai affrontato prima, la composizione di Bastianino segue la forma del grande semicerchio absidale, mentre quella di Michelangelo è verticale. Affresco immenso.

Bastianino ha avuto difficoltà perché la pittura era più grande delle sue capacità operative. Le recenti analisi dei laboratori di restauro, nel 2000, hanno confermato difficoltà e pericoli, oltre ad impegno gravoso. Nei 3 anni di lavoro, Bastianino ha dovuto preparare i cartoni, fare gli spolveri[6] e anche i reinterventi.

SCELTA dei MATERIALI  e TECNICA PITTORICA

Bastianino non era un bravo tecnico, nella scelta dei materiali, come Dosso: cattiva qualità non solo dei supporti di legno usati per le tavole, ma anche dei componenti i materiali di base e lo strato protettivo, gessocolla, resina e colla. I materiali  scelti, nel tempo davano al quadro la sgradevole effetto di giallo offuscato (è il caso del San Girolamo) anziché assicurare che l’opera si conservasse e mantenesse la brillantezza dei colori. La pittura risultò fragile.

Per questo affresco che andava visto da lontano,la tecnica pittorica adottata è chiamata “frangersi del contorno”, una tecnica poco amata dai critici contemporanei e successivi che non l’hanno capita.

TEMA EVANGELICO. Sulla scelta, come detto,ha influito anzitutto la pressione della Controriforma.

La raffigurazione rappresenta la destinazione finale dei buoni e dei cattivi, del trionfo del Bene sul Male, un messaggio religioso forte e semplice. Come? Secondo il racconto degli evangelisti:

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria” (Matteo 25, 31); “E allora vedranno il Figliuol dell’uomo venir sopra le nuvole con potenza e gran gloria” (Luca 21, 27).  

Il racconto prosegue. Il Figlio dell’uomo(Cristo) separerà i buoni (i giusti) dai cattivi(i reprobi) e accoglierà tra gli eletti chi durante la sua vita terrena avrà dato da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, ospitato i forestieri, vestito gli ignudi, visitato i carcerati e respingerà nell’inferno chi non lo ha fatto. Egli assegnerà a ciascuno di noi un luogo nel quale trascorre la vita eterna. Sarà un posto pervaso di eterna gioia o di eterna dannazione; questo dipenderà da come avremo vissuto la nostra vita terrena.

TEMA ARTISTICO. Dal punto di vista della Storia dell’Arte, il tema principale del pittore è il confronto con Michelangelo che 40 anni prima aveva dipinto il Giudizio nella Cappella Sistina a Roma(parete di fondo, sopra l’altare, 1535-1541, capolavoro assoluto del Rinascimento italiano).

Bastianino aveva esaminato i disegni e le stampe della Sistina, ma non sappiamo se aveva visto l’affresco dal vero.

Forse l’incontro  di Bastianino con Michelangelo ha portato, non alla supina imitazione e neppure alla distruzione della grande forma classica,ma piuttosto alla inaspettata diafania (trasparenza) opaca che esprime il tragico cristiano con la Redenzione contrapposta al tragico del nulla con la dannazione.

Certo ha meditato sullo schema (quello di Michelangelo verticale, quello obbligato della volta absidale a forma di semicerchio), ha osservato i corpi e le posture e le nudità degli affreschi di Michelangelo. Egli però  ha deciso di rifiutare la supremazia del disegno e del contorno: le sue figure, legate fra di loro dai colori e dal fondale, sono forme aperte, “maestosamente dilatate”[7], molli e fluttuanti.

COLLOCAZIONE dei CORPI

Nello spazio della volta sono collocati grappoli di persone.

Bastianino ha pratica dell’affresco e usa il segno in modo sperimentale: segni ossidati e anneriti, un corpo buttato sull’altro sono l’inattesa risposta a Michelangelo (anche lui aveva avuto problemi a collocare grappoli di corpi nello spazio). E’ il segno che fa la forma e che la disfa.

Le figure hanno dei tratteggi che si sovrappongono al corpo(cose, che a volte volano) e servono a tenere in piedi queste figure e a collocarle nello spazio.

C’è qualcosa di corporeo nella collocazione di Santi e Dannati: un corpo allegro, uno in caduta e in disfacimento. Altra collocazione corporea è quella della donna rivoltata a capo riverso, sostenuta dal groviglio degli arti. Ilarità del corpo con una anatomia in crescita, allegria corporale e corpi disfatti con feroce tristezza.

Lo spettatore è sopraffatto dalle immagini di Bastianino: figure in scorcio(non finite), non per dare profondità ma per sottrarle allo spazio, figure non inserite nello spazio ma neppure isolate.


[1] Luigi Napoleone Cittadella, Notizie amministrative, cit.,vol. I, p. 60.

[2] Luigi Napoleone Cittadella, Notizie amministrative,cit., vol. I, p. 610.

[3]Luciano Chiappini, Gli Estensi. Storia di mille anni, G. Corbo Ed., Ferrara 2001.

[4] Jadranka Bentini, Il maestro dei Giochi, Voci di una città, n. 13, Ferrara 2000.

[5] Nei Registri della Camera Ducale, tra il 1565 e il 1588 ci sono numerosi mandati di pagamento in suo favore (Modena,Archivio di Stato, Camera Ducale Estense, Registri, Mandati).

[6] Spolvero:buchi d’ago perforano i contorni del disegno su cartone, poi si tamponano le parti perforate con carboncino, grafite, sanguigna.

[7] Francesco Arcangeli, Il Bastianino, Silvana Editoriale d’arte,Milano 1963.

 
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