Creato da: marialberta2004.1 il 03/12/2007
Ferrara

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

annatinacontinovince19591valy485michela.grossi75novizioemanuelerikiliberoonofrisilrossettiverniciatureclaus.gisidora.manciaglialdoclemenzi1942nata52copernicano111hopeandhappygriet0
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

I miei link preferiti

 

 

 
« RAFFAELLO, e i letterati...RAFFAELLO, e i letterati... »

RAFFAELLO, e i letterati amici: Tebaldeo, Baldassar Castiglione, Pietro Bembo.

Post n°429 pubblicato il 13 Luglio 2020 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

  clicca sull'immagine

Copia del perduto Ritratto di Antonio Tebaldeo di Raffaello, Collezione privata(foto:https://www.pubhist.com/w22552).

Jürg Meyer zur Capellen,Raphael: the Paintings, III: The Roman Portraits, ca. 1508-1520,Ed. Arcos Verlag, Landshut, 2008, pp. 19-21 e scheda  n. 75, pp. 127-128; Konrad Oberhuber, Raffaello, A. Mondadori, Milano 1982,p. 165.

 

Maria Alberta FaggioliSaletti 5-6

5▪Il sonetto del Tebaldeo di ringraziamento a Raffaello il quale gli ha donato il ritratto.

 

Lo stesso Tebaldeo ringrazia Raphael con un bel sonetto, nel quale lo paragona a Zeusi,il grande pittore greco (vissuto nel quinto secolo a. C.), perché ha ricevuto in dono un ritratto, di quelli lodati ai tempi.

Ecco il sonetto:

Se nel scriver a me fosse concessa/ la excellenza che a voi ne la pittura,/ non, Raphael, da me vostra figura/ men che da voi la mia vedreste expressa,/ma più vivace assai, perchè sommessa vostra arte agli anni… Pur io dirò, viva il mio verso o mora,/ che non in pinger sol avete vinto/ la man di Zeusi, ma in donar anchora.[1] 

 

6▪Raffaello, ‘la poesia del volto’. Il Ritratto del Tebaldeo (perduto). La copia di Firenze

Ma dove è finito questo ritratto del Tebaldeo? 

L’affascinante interrogativo ha ricevuto risposta. L’opera, rimasta in collezioni private, è poi andata dispersa.[2]

In occasione dello studio citato in nota, la scrivente ha acquisito, dai Depositi della Galleria degli Uffizi a Firenze, la fotografia della copia “da un originaledi Raffaello del 1516”, con la scritta in alto TIBALDEO. Nella nota,viene raccontata anche la storia della copia.[3]

 

Del ritratto originale del Tebaldeo e del suo valore nel percorso artistico di Raffaello,scrive Konrad Oberhuber, un importante studioso di Raffaello: il dipinto del 1516 mostra chiaramente come, dopo il 1514, si vada precisando “lo stile classico di Raffaello”, una maniera personalissima del disegno, e quali siano i progressi compiuti  dal grande pittore (nuova concretezza e realismo più spinto), per rendere ancora più marcata l’individualità.

"Dal 1513 in poi, quasi tutti i ritratti dipinti da Raffaello furono o testimonianze d'affetto dettate dal rapporto con un amico carissimo, o ritratti ufficiali dei mecenati più importanti, il papa e i suoi familiari",  ai quali Raffaello tende a dare “una sempre maggiore animazione interiore”.

 

Nel Ritratto del Tebaldeo, tra i lineamenti belli del volto calmo, risalta lo sguardo penetrante, eppure mite, dall’espressione affettuosa degli occhi.[4]

Una capacità del genio di Raffaello, definita ‘la poesia del volto’, che fa dei suoi straordinari ritratti i modelli della ritrattistica rinascimentale.

Secondo lo studioso, il Ritratto del Tebaldeo (che oggi conosciamo solo dalla copia) doveva accompagnarsi a quello del Castiglione e al duplice ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano, amici del Bembo

 (K. Oberhuber, Raffaello,cit.. Il ritratto è citato anche da J. Meyer zur Capellen, Raphael. A critical catalogue of his paintings, III, The Roman portraits, ca. 1508-1520, Landshut 2008, Cat. 75). 


 

[1] RimeEstravaganti, Sonetto 458, in A. TEBALDEO, Rime, Vol. I,cit. 

[2] Konrad Oberhuber, Raffaello, A. Mondadori, Milano 1982,p. 165.   

[3] Ritratto di Antonio Tebaldeo, olio su tavola, cm. 84x64, copia da un originale di Raffaello del 1516 (Inventario n. 1890, quadro n. 3558), Firenze, Galleria degli Uffizi-Depositi (autorizzazione 103640 della Soprintendenza peri Beni artistici e storici, Gabinetto fotografico, Galleria degli Uffizi, Firenze).

La copia del Ritratto del Tibaldeo, a Firenze fa, probabilmnte, parte della cosiddetta Serie giovianadei Ritratti. Paolo Giovio(1483ca.-1552), umanista e medico al servizio del cardinale Giulio de’ Medici  divenuto poi Papa Clemente VII, fin da prima del 1520, aveva iniziato ad allestire nel suo appartamento fiorentino, una Galleria di Ritratti di Uomini Illustri. Erano i ritratti di celebri letterati, di grandi condottieri, principi e papi che egli voleva eseguiti mentre erano in vita o copiati da statue, medaglie, monete autentiche ai quali accompagnava brevi Elogia che  riassumessero carattere e fortuna del personaggio. Tra il 1537 e il 1543 a Como sua città natale dove egli tornerà, dopo essere stato storico e vescovo, Paolo Giovio fa costruire un Museo  degli Uomini illustri nel quale collocare l’ormai celebre Galleria di ritratti (tanto famosa da essere copiata per tutto il Cinquecento).La qualità delle opere non è altissima, ma è grande il loro valore di documentazione.

Detto del Museo, circa la Serie gioviana, bisogna ricordare che Cosimo I de’ Medici, Granduca di Firenze, alla morte del Giovio (1552), invia a Como il pittore Cristofano dell’Altissimo (Cristofano di Papi), per eseguire le copie di quei ritratti. Agli Uffizi di Firenze, si trovano le derivazioni tratte da Cristofano dell’Altissimo. La serie originale è mutila mentre agli Uffizi si trovano tutte le derivazioni tratte da Cristofano dell’Altissimo.

Si ha notizia dal Vasari di 280 copie di ritratti (Lucrezia Borgia, AA.VV.,Ferrara, Mostra Palazzo Bonacossi 2002, pp. 104, 162).  

[4] K. Oberhuber, Raffaello,cit., pp. 156, 158-59;  K. Oberhuber, A.Gnann, Roma e lo stile classico di Raffaello 1515-1527, Mondadori Electa, Milano 1999.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963