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« RAFFAELLO, e i letterati...Raffaello, e i letterati... »

RAFFAELLO, e i letterati amici: Tebaldeo, Baldassar Castiglione, Pietro Bembo.

Post n°432 pubblicato il 13 Luglio 2020 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

 

Clicca sull’immagine: Raffaello, Ritratto di Baldassar Castiglione 1514-15, olio su tela

cm 82x67. Parigi, Museo del Louvre. 

  

Maria Alberta Faggioli Saletti 2

2▪La morte prematura  di Raffaello è annunciata dal Tebaldeo a BALDASSAR CASTIGLIONE con un Sonetto.  Cenni al Castiglione

Il 6 aprile 1520, la notizia dell’improvvisa e prematura morte di Raffaello, a soli 37 anni, a Roma, si diffonde accompagnata da toni sgomenti per la perdita dell’artista totale, e anche della persona di eccezionale grandezza artistica e umana.

Un sonetto del Tebaldeo (contenuto nel manoscritto dei sonetti per Lucrezia Borgia) annuncia a Baldassarre Castiglione la morte diRaffaello:

"Castiglion mio subitamente il nostro/ (duolmi apportarvi un sì crudele affanno)/ Raphael  nel trigesimo terzo anno [a 33 anni, dunque Raffaello sembrava più giovane]/ abandonò questo terrestre chiostro./ Se  il color per voi spese, voi l'inchiostro/ per lui spendete, chè se pur avranno/ l'opre sue fine, eterne esser potranno, se scudo si faran del scriver vostro./  Non senza segni dal vel fral si sciolse,/ chè il gran palazzo,per sua man sì adorno/ che par non ha, s'aperse e cader volse./ Per lui fe' l'arte persa a noi ritorno,/ e il dì che l'empia Morte al mondo el  tolse/ l'ultimo fu della pittura giorno."

La notizia è di quelle che danno crudele dolore agli amici, soprattutto a quelli che hanno ricevuto il grande dono di un ritratto del sommo artista. Raffaello è stato capace  di far tornare la grande e perduta arte pittorica, ma con la sua   scomparsa la Pittura ha finito di vivere.

Il gran palazzo adorno, nominato nel sonetto tebaldeano, è il Palazzo del Pontefice,in Vaticano, precisamente la Loggia (poi detta Loggia di Raffaello, al secondo piano, un ambiente confinante con le Stanze dell’appartamento  dei Papi, Giulio II, e Leone X dal 1513, affrescate da Raffaello). La Loggia,decorata nel 1518-19, con storie bibliche e grottesche, da  Raffaello e dagli allievi della sua Bottega, in quei giorni minacciava di crollare per il peso dei portici superiori. Il Tebaldeo (e non è il solo) mette   in relazione i due avvenimenti.

 

 Baldassarre Castiglione (1478-1529,ha 5 anni più di Raffaello), destinatario del sonetto tebaldeano recante la ferale notizia, era il fine intellettuale vicino a grandi artisti come Raffaello, a letterati come Antonio Tebaldeo e Pietro Bembo, ma era anche diplomatico e militare vicino a regnanti (il marchese di Mantova e il duca di Urbino) e a papi (Leone X).

I regnanti, riconoscendone le doti di attento politico, lo incaricavano di ambascerie tra le più delicate del suo tempo. Egli ha saputo sfuggire agli intrighi, per muoversi in modo accorto, in tempi e in ambienti oltre modo complessi. Il suo capolavoro è il Cortegiano, opera conosciuta in tutta Europa. Si tratta di dialoghi, alla Corte di Urbino (nel 1507), nei quali è disegnato il perfetto cortigiano: nobile di stirpe, disinteressato e magnanimo, vigoroso, esperto delle armi, della musica, della poesia, delle arti figurative, nonché arguto conversatore.  

Il Castiglione, intorno al 1516, in una prima redazione del Cortegiano, elencava  il nome di Raffaello (insieme a Leonardo, Andrea Mantegna, Michelangelo e Giorgione) nel canone di coloro che “nella pittura sono excellentissimi”. Il Cortegiano verrà pubblicato a Venezia nel 1528, un anno prima della sua morte.  Dopo la morte prematura della moglie, Castiglione abbraccia lo stato ecclesiastico che gli viene offerto dal Papa Leone X (Claudio Mutini, Baldassarre Castiglione,DBI, cit.).

Castiglione, che ha conosciuto Raffaello alla Corte di Urbino (1513), ha ricevuto da lui uno splendido ritratto (1514-15,oggi a Parigi, al Museo del Louvre). Egli ne accenna in un componimento latino, Elegia qua fingit Hippolyten suam ad se ipsum scribentem (preparata a Roma nel 1519): la moglie Ippolita Torelli, rimasta a Mantova con il figlio Camillo, è immaginata davanti al ritratto, a sorridere e a scherzare, come se lo ritenesse capace di rispondere, per consolarla dell’assenza del consorte.

Per la morte di Raffaello, il Castiglione compone l’elegia latina De morte Raphaelis pictoris, nella quale celebra l’assoluta grandezza dell’amico pittore (c. Mutini, Baldassarre Castiglione, DBI, cit.).

 


   Rime Estravaganti, sonetto 460, in A. TEBALDEO, Rime, Vol. I( A. TEBALDEO, Rime, Vol. I,a c. di T. Basile e J.J. Marchand, Modena, Panini 1989; Vol. II, 1 e 2, a c. di T. Basile, Modena, Panini 1992; Vol. III, 1 e 2, a c. di J.J. Marchand, Modena,Panini 1992, cinque volumi) ; Vincenzo Golzio, Raffaello. Nei documenti, nelle testimonianze dei contemporanei e nella letteratura del suo secolo, Pontificia InsigneAccademia Artistica dei virtuosi al Pantheon, Città del Vaticano 1936 (1971), p. 3; Giuseppe Campori, Notizie e documenti per la vita di Giovanni Santi e Raffaello Santi da Urbino, Modena1870.  

A. TEBALDEO, Rime, cit., II 1, p. 442. 

Claudio Mutini, Baldassarre Castiglione, Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), Treccani Roma 1979, vol. 22. 

Raffaello SantiDBI, cit..

 
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