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Il mio Delta. Dall’Isola di Albarella.

Post n°438 pubblicato il 03 Agosto 2021 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

Clicca sull'immagine: Valle Pozzatini e Casone di Valle.

Maria Alberta Faggioli Saletti  

Il mio Delta. Dall’Isola di Albarella.

Il fiume PO, gli argini, i rami finali. Il Basso Ferrarese e il Polesine.

Fin da bambina ho frequentato il fiume Po, il maggiore fiume italiano, i suoi argini e il suo Delta, pur abitando in città, a Ferrara. Incantata dal fiume e dalla sua foce ramificata,  ho cercato e  letto libri sulle aree e gli ambienti del Po, su uomini, storia, cultura e tradizione.[1]

Un Delta fluviale che non ha paragoni in Europa.

La frequentazione da ormai quarant’anni dell’isola di Albarella con la sua natura speciale, mi ha spronata a visitare e a rivisitare il Delta del Po. Ancora oggi, ogni anno insieme con mio marito compio escursioni bellissime nei rami finali del Po dove il paesaggio non è ancora marino ma neppure quello del fiume, però è il fiume che costituisce il nutrimento di scorci dello splendido paesaggio. Quando arriva l’ora di pranzo, ho pronto un elenco di Trattorie in angoli di vita e di luce con persone speciali.

●Le foci dei rami del Delta e le sue anime, gli uomini, le spiagge

Chi ama il Delta del Po deve percorrere le foci del Po di Levante, di Maistra (con splendidi boschi ripariali), della Pila, delle Tolledi Gnocca, di Goro e di Volano.

I rami finali del Po sono in comunicazione fra loro con ponti di cemento e di barche, ed in più accolgono belle spiagge.

Nei rami finali del Po. l’acqua sembra sospesa tra finito e infinito, mentre la terra al cospetto del mare è fragile e mobile.   Tutti i rami finali del Po vivono fuori dal tempo, tra lo scorrere delle stagioni, dell’acqua e dell’attività degli uomini, capaci di trasformare le lagune in valli da pesca, e in terra fertile, le anime del Po

Il Basso Ferrarese (nella provincia di Ferrara) e il Polesine (nella provincia di Rovigo), sono un’area di lingue di terra,  lagune, sacche e valli da pesca in comunicazione con il mare: il Delta del Po. 

● Tra le mete più frequentate, il Po di Levante, il Po di Maistra,  il Po della Donzella o di Gnocca, il Po di Goro. 

Il Po di Levante con aree di sosta attrezzate per picnic e torri di osservazione paesistica ben inserite nel paesaggio. Il Po di Maistra dalla vegetazione rigogliosa (con una delle più belle Valli del Polesine, Ca’ Pisani è nel Comune di Porto Viro), fino alla spiaggia di Boccasette  nel Comune di Porto Tolle: è la spiaggia di Scanno Palo collegata alla laguna da un ponte di legno;  il Po di Gnocca il più a sud, è ricco di canali, fino a Gorino Sullam e alla spiaggia del Bonello Bacucco(Ariano Polesine), da dove si inizia la visita alla Sacca di Scardovari, luogo di allevatori e  raccoglitori di vongole che, con la loro attività e con le costruzioni per svolgerle e per viverci,  sfidano la costante minaccia dell’acqua;  il Po di Goro fino a Gorino e allo scanno detto “Isola dell’Amore, per poi tornare costeggiando la Sacca di Goro.

Capita che decidiamo dipartire dal Castello di Mesola verso Ariano Polesine fino a San Basilio, antica Pieve con la chiesetta romanica e lo scavo archeologico che prefigura ricchezze di reperti, poi alla volta di Ca’ Vendramin (Taglio di Po), sulla via che collega le strade arginali del Po di Gnocca e di Goro.

 Nel millenario paesaggio fluviale del Po, fino al Delta estremo, nel mare, si distinguono opere della natura e costruzioni dell’uomo: golene tra la riva e l’argine del fiume;  lagune, barene, bonelli, dune costiere, scanni; sacche, valli da pesca, canali, chiaviche; Casoni di valle, Case plurifamiliari, Magazzini, Ville.

▪Lagune, barene, bonelli, dune e scanni.  Ovunque si alleva pesce e lo si cattura. Le Lagune sono le ultime acque del fiume, salmastre e poco profonde, delimitare da barene periodicamente sommerse dalle maree, da bonelli, e da cordoni di sabbia, le dune e gli scanni.

Sacche. Dove il mare riesce a penetrare, esso forma belle distese di acqua salata poco profonda con fondali sabbiosi, le Sacche adatte all’allevamento di cozze e vongole. Nella Sacca di Scardovari e nella Sacca di Goro oggi prospera la moderna coltivazione di vongole e cozze, “l’oro del Delta”.

▪ La Valle da pesca è un bacino d’acqua che deve essere tenuto in equilibrio tra acqua di mare giustamente salata ed eccessive concentrazioni saline causate dall’evaporazione dovuta alla calura estiva. Collegato alla Valle c’è un breve canale che, attraverso una chiavica, mette in comunicazione la valle con il mare. In questo modo l’acqua della Valle da pesca è sempre ottimale.

I Casoni dei pescatori, i Casoni di Valle,le abitazioni dei braccianti, le Case plurifamiliari, le Corti,  i Magazzini e le Ville.

Il visitatore ha il privilegio di comprendere l’antica, ma ancora attuale economia di valle, guardando i Casoni dei pescatori, con i camini a dado (per prendere l’aria da tutti i punti cardinali) e i lavorieri per la raccolta del pesce, di osservare la varietà delle testimonianze rurali, dalle umili abitazioni dei braccianti. Proprio i braccianti erano presenti fin dall’anno Mille quando, per sopravvivere, hanno goduto (!) del “privilegio del vagantivo”, concesso dall’Imperatore Ottone II, e consistente nella raccolta della canna palustre, pratica ancora oggi seguita (canna palustre impiegata nella costruzione dei Casoni e per la fabbricazione di stuoie e scope).

Nelle valli da pesca ci sono anche le Case plurifamiliari dei mezzadri, le corti con “basso comodo” e stalla “dimensionata” per i buoi necessari all’aratura del fondo, fino alle residenze estive del patriziato (veneto); ruderi di antichi Magazzini per l’essicazione del riso nella sacca di Scardovari.

Tra i paesi di Porto Viro e Rosolina, i Casoni di Valle legati alla vallicoltura e alla caccia, con il camino rotondeggiante a bottiglia (il Casone di Valle Segà), o con la caratteristica forma a parallelepipedo (il Casone di Valle Capitania), oppure coni due camini laterali (e il grande focolare), come il bianco Casone di Valle Veniera (ricorda nel nome una gloriosa nobile famiglia veneta), in territorio di Rosolina: questo Casone è di stile veneziano, con il classico frontone rotondeggiante a mezzaluna a sud, mentre è triangolare sul lato nord, ed ha vicina la Chiesetta di Moceniga del 1879. La bellezza ed ampiezza di questa costruzione ne testimoniano l’importanza nel Delta.

Di grande bellezza architettonica, la Villa Ca’ Tiepolo sull’Isola di Albarella, con le quattro canne fumarie e il frontone rotondeggiante sopra le finestre perfettamente simmetriche arricchite dalla grazia di finestrelle poligonali del secondo piano.

Scrittori e Registi. Il paesaggio del Delta del Po ha fatto innamorare abitanti, scrittori come il grande Gian Antonio Cibotto: Cronache dell’alluvione. Polesine 1951, Neri Pozza, Venezia 1954; Scano Boa, Rizzoli, Milano 1961; Diario Veneto, Marsilio, Venezia1985; Veneto segreto, Marsilio, Venezia 1987; Veneto d’ombra, Marsilio, Venezia 1989; Un certo Veneto, Marsilio, Venezia 1991; I giorni della merla, Neri Pozzi, Venezia  2000, ed ha affascinato anche grandi registi cinematografici come, tra gli altri, Luchino Visconti (Ossessione 1943: il Po e i suoi argini),  Rossellini(Paisà 1946: Porto Tolle e Sacca di Scardovari),  Michelangelo Antonioni  (Il grido 1957, Gente del Po 1947: il Po di Goro e di Gnocca), Florestano Vancini (i documentari Delta Padano girato nel 1951: Tre canne e un soldo, Uomini della palude), Mario Soldati(La donna del fiume 1954: Comacchio, Manifattura dei Marinati, Lido di Volano, Taglio della Falce, canneti di Pila a Porto Tolle).



[1] Libri come quelli di Gian Antonio Cibotto, giornalista e scrittore (1925-2017)che, innamorato del Polesine e del Delta, ne ha esaltato bellezza serenità, genuinità e originalità, attirando l’attenzione di poeti, artisti, personaggi del cinema.

 
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