Creato da: marialberta2004.1 il 03/12/2007
Ferrara

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

zoecorvinaannatinacontinovince19591valy485michela.grossi75novizioemanuelerikiliberoonofrisilrossettiverniciatureclaus.gisidora.manciaglialdoclemenzi1942nata52copernicano111hopeandhappy
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

I miei link preferiti

 

 

 
« Il razzismo spiegato a m...Da Caravaggio a Van Gogh »

La profezia delle ranocchie

Post n°211 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

Laura Saletti da spigolature.net

Jaques-Remy Girerd, LA PROFEZIA DELLE RANOCCHIE (La prophétie des grenouilles), Cartoon per tutti, Francia 2003, durata 86 minuti.

 

La Legge n. 211 del 20/07/2000 istituisce per il 27 gennaio il Giorno della memoria, nel quale si ricorda il peggiore evento del secolo scorso, ovvero la Shoah, discriminazione, persecuzione, deportazione e distruzione dei cittadini ebrei di ogni paese dominato dal nazismo.

Il Parlamento italiano, dopo aver scelto questa data, perchè il 27 gennaio 1945 venne liberato il campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’esercito sovietico, ha voluto favorire il ricordo di simili fatti, affinchè essi non si ripetano più. Per questo motivo, all’inizio di ogni anno scolastico, gli insegnanti si interrogano su come parlare agli alunni, soprattutto ai più giovani, nel Giorno della memoria.

La questione è delicata, in particolar modo nella scuola primaria, non solo perché i programmi di Storia non comprendono più, al quinto anno, gli avvenimenti contemporanei, ma soprattutto perché è difficile raccontare ai bambini piccoli, di 6-7 anni, una tragedia così enorme senza correre il rischio di provocare angoscia nei loro animi. Il problema è pedagogico e ogni scuola, ogni insegnante, lo affronta con diverse strategie.

Quest’anno, trovandomi a dover pensare al 27 gennaio, ho cercato spunti nuovi, infatti, mentre per le classi più alte il tema può essere affrontato direttamente e mediato dalla visione di film come La vita è bella, oppure Il bambino con il pigiama a righe, per gli alunni di prima e di seconda ho preferito proporre una riflessione sull’importanza della convivenza fra diversi e sulla tolleranza, attraverso la visione di un delizioso film a cartoni animati intitolato La profezia delle ranocchie, di produzione francese.

La storia

La storia racconta di Tom, un ragazzino di  dieci anni che vive una vita serena in aperta campagna con i suoi genitori adottivi, Ferdinand, un anziano lupo di mare, e Juliette, una donna africana, dai quali è molto amato. Poco distante, più a valle, abita la migliore amica di Tom, Lilì, i cui genitori hanno messo insieme uno zoo ed ora stanno per partire alla ricerca di un nuovo esemplare, un coccodrillo. Per questo, affidano la figlia agli amici Ferdinand e Juliette, lieti di ospitarla, anche perchè così Tom avrà l’amica tutta per sé.

Ma è in agguato un nubifragio dirompente, sì proprio un diluvio. Le ranocchie, esperte meteorologhe, riunite in sessione straordinaria vicino alla fattoria di Ferdinand, avvisano i due bambini che pioverà per quaranta giorni e quaranta notti ininterrottamente, a partire dall’imminente luna piena.

Quando la tempesta comincia, il granaio della fattoria, grazie asd una camera d’aria di notevoli proporzioni, diventa la nuova ‘Arca di Noè’, dove trovano posto gli animali di Ferdinand nonché quelli dello zoo. Alcuni sono in coppia, come gli elefanti, altri invece sono single.

L’unico cibo a bordo è costituito da una enorme quantità di patate conservate da Ferdinand nel granaio per l’emergenza. Ciò non fa felici i carnivori che mal si adattano a mangiare come fossero degli erbivori vegetariani. Quando viene issata a bordo Tartaruga, la cui specie rischia ormai l’estinzione a causa dell’uomo, il malumore è prossimo a degenerare.

Il granaio di Ferdinand, trasformato per necessità in natante, raccoglie individualità diverse che fanno sorgere interrogativi pesanti: come può essere organizzata la loro vita in comune, come possono vivere insieme? Chi è in grado di conservare l’armonia?

Per autorità naturale e per l’esperienza personale in mare, Ferdinand viene riconosciuto come “il Capitano”, cioè come il capo. Di fatto è lui che propone una soluzione per la sopravvivenza del gruppo: le 28 tonnellate di patate! Soprattutto è lui che fissa le nuove regole di vita.

La situazione eccezionale crea a sua volta una legge d’eccezione, la ‘legge del Capitano’ che viene a sostituirsi, in tempi di diluvio, alla legge della Natura. Erbivori e carnivori hanno il dovere di coesistere in modo pacifico per la sopravvivenza di tutti.

La vita in comune impone ad ognuno delle concessioni, dei sacrifici, ma questa legge, enunciata ed imposta dal Capitano, viene ben presto contestata e poi trasgredita dalla minoranza dei carnivori che non vuole sottomettersi al regime forzato delle ‘patate’. L’aggressione alla capra costituisce una prima trasgressione sanzionata dalla punizione da parte del Capitano e poco dopo scontentezza e astio dei carnivori si trasformano in un ammutinamento che toglie il comando a Ferdinand. Influenzati dalla tartaruga rivoluzionaria, che incita gli animali alla lotta contro l’uomo, il loro nemico comune, ed anche il loro secolare tiranno, i carnivori organizzano la ribellione contro il Capitano  e la risoluzione di abolire la legge.

Nominata “nuovo Capitanola Tartaruga fa valere la legge del più forte che si traduce in violenza e vendetta (sterminio dei polli, rivalsa contro gli umani).

Ma la speranza non deve andare perduta. Così, come le acque si ritireranno, anche la convivenza tra le diverse specie ritroverà un proprio equilibrio. Ormai la legge del Capitano e quella di Tartaruga si oppongono in modo chiaro: Ferdinand rifiuta la violenza, le sue leggi sono uguali per tutti, ha pronunciato un discorso costruttivo, si è messo al servizio della collettività. Tartaruga impone la legge della vendetta, incoraggia i privilegi, tiene un discorso che mira a distruggere, dà prova d’individualismo. Con Tartaruga è impossibile vivere in pace; l’odio, le uccisioni e la follia dominano. Con Ferdinand la vita in comune è possibile, esistono un’intesa e anche un’armonia tra le specie.

Il ritorno di Ferdinand segna il ristabilimento di una concezione non violenta della vita sociale, come si vede nella scena in cui Tartaruga viene smascherata: contrariamente alla ‘vox populi’ che grida “A morte!”, Ferdinand vuole soltanto mettere fine al ciclo infernale della violenza: “La brutalità, la violenza, non avete altro metodo per risolvere i problemi!” La legge di Ferdinand finisce così con l’essere accettata da tutti come viene testimoniato dai carnivori che dichiarano: “Non sappiamo cosa ci ha preso! Chiediamo perdono!”. Devono ammettere che solo la convivenza fra esseri diversi, consente di raggiungere uno scopo comune.

Riflessioni sui temi del film

Il film ci parla di tolleranza, di necessario rispetto reciproco, di armonia, di solidarietà fra tutti gli esseri viventi, nel condividere, e nel collaborare, e invita ogni uomo a considerare fondamentale il valore del rispetto delle specie viventi, anche a tutela della propria salvaguardia. Sono le rane che, preavvisando gli uomini, consentono loro di sfuggire alla catastrofe imminente, insieme con le altre specie viventi. Quando l’ambiente si fa ostile, gli esseri umani e gli animali di tutte le specie possono trovarsi obbligati a vivere insieme, in condizioni molto precarie, nelle quali le differenze diventano più lampanti, e la vita sociale più complicata.

Pertanto, benchè un ingrediente della sopravvivenza derivi dalla necessità, per ogni specie, di accettare le differenze dell’altro, siano esse fisiche, culturali o sociali, è tuttavia nelle buone relazioni tra gli individui di tutte le specie che consiste la base dell’alleanza salvifica. Se esse (le buone relazioni) si dissolvono, i gruppi si odiano e combattono tra loro.

Questo film è molto distante dalle produzioni Disney ad alta tecnologia, dove il mare sembra vero; qui la grafica (un milione di disegni!) è relativamente semplice, tuttavia attraente, anche perché i personaggi suscitano immediata simpatia nello spettatore. Lo stesso regista, Jacques-Rémy Girerd,  dichiara di rifuggire dalla prodezza visiva, la quale spesso maschera una debolezza dei sentimenti. Egli preferisce partire dal principio che l’emozione deve sempre avere il sopravvento sulla tecnica. I temi trattati, poi, sono tutt’altro che semplici e offrono numerosi spunti di riflessione sui quali far operare gli alunni più giovani della scuola primaria. Come dichiara ancora il regista del film, “La profezia delle ranocchie” è una favola sociale tragicomica che tratta questioni quali la tolleranza, l’ecologia, la difficoltà del convivere, i tormenti della dittatura”.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963