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MARIA ALBERTA FAGGIOLI SALETTI

Post n°235 pubblicato il 25 Maggio 2010 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

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La Cassaria

La Cassaria è una commedia con destinazione ferrarese (la città, come spazio reale, e la Corte come spazio culturale), anche se la vicenda è ambientata nella città greca di Metellino (nell’isola di Lesbo). I legami tra i personaggi e le loro vicende si svolgono nel segno dell’inganno e del sopruso.

I giovani, Erofilo e Caridoro, sono innamorati di Eulalia e Corisca, schiave nelle mani del ruffiano Lucrano che ne è lo sfruttatore. Lucrano, per riscattarle, vuole un prezzo esoso che i due non possono pagare. Seguendo i consigli dell’astuto servo Volpino, Erofilo, approfitta dell’assenza del padre Crisobolo, per riscattare Eulalia, dando in pegno a Lucrano una preziosa cassa di ori filati del padre, denunciandolo al tempo stesso alla polizia.

Il ritorno imprevisto del genitore complica tutto: Volpino tenta di far passare per ladro Lucrano, ma la cassa viene recuperata e Volpino, sbugiardato, è condotto in prigione. Fulcio, ingegnoso servo di Caridoro, con un inganno, riesce a spillare denaro a Crisobolo, potendo, così, riscattare le due fanciulle e ottenere la libertà di Volpino.

Nella prima stesura della commedia, il duplice inganno ai danni di Lucrano (ruffiano) e di Crisobolo, suo vecchio “patrone”, viene ordito grazie alla fertile mente del servo Volpino, attraverso il baro Trappola.



 L. Ariosto, Comedia La Cassaria, Stampata in Vinegia, per Nicolò di Aristotile detto Zoppino, 1525, rist. anast. A. Forni, Bologna 1976; 

L. Ariosto, Comedia La Cassaria, da lui medesimo riformata et ridotta in versi, In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, 1546, rist. anast. A. Forni, Bologna 1976;

L. Ariosto, Commedie. La Cassaria – I Suppositi, a c. di L. Stefani, Mursia, Milano 1997, pp. 79-150.

 

 
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