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Maria Alberta Faggioli Saletti (recensione) e Sandra Goberti (scelta delle pagine da leggere), socie di Terra Ferma, Associazione di Volontariato Onlus, fondata nel 1999 per la tutela delle persone con disabilità intellettiva e disagio anche complessi - Presidente Malvina Zanella Montanari, Sede associativa presso la Fondazione Fratelli Navarra, Ferrara. Maria Rosa Pizzi, Quel tanto che basta,Youcanprint Self-Publishing, Collana Narrativa, Lecce Ottobre 2017 (prima edizione 2015), Prefazione, pp. 5-13. 1 (Clicca sull'immagine) Una vicenda toccante, scritta “a mano”, con la penna che costringe a chiarezza senza far perdere ricchezza e sfumature. Una narrazione di grande potenza emozionale e comunicativa che si accompagna ad accuratezza cronachistica, assumendo così ampio significato pedagogico. Un libro profondo, ricco di interrogativi morali, riguardanti soprattutto la donna, che lasciano il segno, con insegnamenti forti per imparare ad amare la vita e a ritrovare sempre l’amore verso di essa. ●Chi è l’Autrice? Una “profe” scrittrice che si impone con autorità culturale ed è già alla seconda edizione del suo libro d’esordio. ●Il libro, scandito in ventidue Capitoli sottotitolati, è scritto in prima persona, sia nella narrazione delle vicende sia nei flash back. Due sono le linee narrative, quella riguardante le vicende di Maria Rosa alla nascita di Dario (anni 80 del‘900) e quella dei suoi ricordi dell’infanzia (anni 50-60 del ‘900). Dalle pagine di mamma Maria Rosa emergono storie di famiglia e storie personali, al femminile: quelle di Telene e della figlia Maria Rosa, la protagonista, con il marito Tullio e i figli Silvia e Dario. Telene vive l’abbandono della fidanzata incinta, nel 1937, un periodo del Novecento in cui nel territorio ferrarese c’era il record di figli illegittimi e di “mammane” pronte a far abortire clandestinamente le ragazze incinte. Telene però è una persona sicura di sé: “Io sono diversa”. Ella quindi decide di tenere il suo “bastardo”, e di presentarsi all’ex fidanzato e alla sua famiglia per chiedere, anzi pretendere,che dia il cognome al figlio e che provveda alla sua vita. L’iniziativa avrà esito positivo e darà origine ad una “grande” famiglia (Capitolo 2). LEGGIAMO dal Capitolo 2: - ”Grazie, Osvaldo, per avermi passata subito e per tutte le cose interessanti che mi hai raccontato.” - “Te ne voglio raccontare un’altra -mi dice - Ricordi cosa ha raccomandato la mamma a Cappuccetto Rosso prima che uscisse di casa?: ‘Stai attenta al lupo’. Io invece ti raccomando :" Non ti far spaventare perché a volte quello che crediamo un lupo, non è altro che un agnello.” Lo guardo senza capire, mentre prendo fuori dalla borsa il piccolo portamonete per pagare la passata. Osvaldo mi ferma con un gesto. - “Non voglio niente, consideralo il mio regalo a una ragazza coraggiosa.”
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