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Filippo Valzano, Le dodici notti. Recensione

Post n°407 pubblicato il 13 Marzo 2019 da marialberta2004.1
 

 

Maria Alberta Faggioli Saletti, Recensione

 

Filippo Valzano, Le dodici notti. Racconto mitologico sul nuovo ordine universale, Book Sprint Edizioni 2018, pp. 258. 2  Clicca sull’immagine

  

Nei dodici CapitoliNotti, l’autore ci ricorda che, dopo la guerra risoltasi con la sconfitta dei Titani, le nuove zone celesti vennero create da Oceano e dalla sorella /sposa Teti, per essere suddivise.

 

Ade ebbe la sovranità delle terre maledette (il mondo sotterraneo, gli Inferi), a Poseidone spettò la sovranità delle terre ghiacciate (il mare), e Zeus, il minore, quella delle terre volanti (terra e cielo)(p. 12).

 

I sovrani divini immortali erano le guide dei popoli, con il compito di preservarli da anarchia e corruzione, e soprattutto di aiutarli a rialzarsi dalla polvere, a trovare aiuti nei momenti di grande bisogno, ricordando che la ragione viene meno nella mente guerriera (p. 148).

 

Dagli antichi sovrani divini sono stati donati agli uomini emozioni e sentimenti forti, dopo  la guerra che ha sconvolto l’universo, ma ben presto gli uomini hanno scoperto che non sempre emozioni e sentimenti provati possono essere espressi appieno dal linguaggio (pp. 86-87). Tra i doni più rari, l’eterno fuoco della speranza alla quale si può affidare il futuro.

 

La suddivisione effettuata da Oceano e Teti non impedì infatti contrapposizioni.  

 

Il racconto prosegue con la narrazione della lotta tra fazioni di dei, che vede coinvolti i tre ricordati fratelli divini, figli di Crono (il dio del tempo): Ade (dio delle ombre e dei morti, colmo di oscurità cupida), e Zeus (re della terra e del cielo, dall’animo lucente) alleati contro Poseidone re della popolazione di tutte le acque, consapevole di non potersi schierare, perché anch’egli è stato colpito dal vento glaciale benchè nel contempo lo sia stato anche da enorme energia. I tre fratelli sono stati sovrastati dalla loro stessa oscurità. Poseidone viene presentato con il tridente dorato, a capo dei suoi guerrieri marini capitanati dal principe Tritone, figlio suo e della Nereide Anfitrite.

 

Intorno alle eccezionali figure di primo piano, animano il racconto numerosi personaggi mitologici  della genealogia divina, tratta dai grandi poeti greci della società di cultura orale: Esiodo e Omero anzitutto, poi Callimaco. 

Tra i tanti, bisogna ricordare la citata Teti e le sorelle Nereidi, fra tutte Anfitrite sposa di Poseidone, le Ninfe marine alle quali sono affidate le “fonti” perché vengano governate ( pp. 86-87), le Naiadi, Ninfe delle acque dolci, le Ninfe dei boschi e degli alberi, la Ninfa Aretusa amata da Tritone, le Sirene, gli dei olimpici, Apollo, la madre Latona e le Muse, la sorella Artemide (Diana), che ha curato la ninfa Aretusa, Atena, Nike, Efesto e le altre divinità che hanno subito castighi celesti. Con loro, le sorelle degli dei (Ade, Poseidone e Zeus), Era e Demetra, presso la quale si trovano amicizia (l’amore più bello), e alleanza. Demetra, la dea del grano, protettrice del matrimonio è rimasta sola senza abbandonarsi alla disperazione (p. 216)

 

Fra i personaggi non mitologici, esseri marini, come l’anziano pesce-gatto consigliere di Poseidone (p. 85),  e il cavalluccio marino dall’alabarda iridescente . 

 I protagonisti sono cinque, tra quelli già nominati: Teti, la sorella Anfitrite, Tritone (figlio di Anfitrite), Aretusa amata da Tritone, Callimaco, il “generale”, che non è divino né immortale.

 
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