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« Luciano Pigaiani, Landol...Luciano Pigaiani, Landol... »

Luciano Pigaiani, Landolfo vescovo di Ferrara al tempo di Matilde di Canossa.

Post n°440 pubblicato il 30 Marzo 2022 da marialberta2004.1
 

CLICCA sull’immagine per ingrandirla: Duomo di Ferrara, Lunetta del Portale con San Giorgio a cavallo in atto di uccidere il Drago, che poggia su una architrave scolpita con le storie di Cristo.

CLICCA Tag, in alto a sinistra, poi CLICCA Pigaiani Luciano, per vedere tutti i post della recensione.

Maria Alberta Faggioli Saletti  RECENSIONE-ANALISI  2022                                                                                                                                                                    Luciano Pigaiani, Landolfo vescovo di Ferrara al tempo di Matilde di Canossa. Dal castello di Ficarolo alla costruzione della nuova Cattedrale, All’Insegna del Giglio, Firenze 2022. €20.

PARTE QUARTA

● Appendice documentaria

Nella ricca Appendice documentaria, sono presentati 27 documenti, dal 1104 al 1139 che citano Landolfo e che possono rappresentare opportunità di testimonianze biografiche; talora si tratta di carte conosciute ma mai edite integralmente alle quali lo studioso dedica una rilettura minuziosa, 5 documenti sono inediti, benchè conosciuti e citati. Negli atti, Landolfo è presente, sia come destinatario di Bolle e Privilegi, sia come attore in Enfiteusi.  Pigaiani ha organizzato la scrupolosa schedatura delle fonti documentarie considerate attendibili: edizione scelta, secolo di appartenenza, dati per l’identificazione, regesti, con l’aggiunta di documentazione fotografica (pp.83-110).

Le Fonti, le Pergamene originali ferraresi: le due sedi del Vescovo Landolfo

Paolo Cammarosano ha recentemente affermato che alle origini della moderna medievistica c’è “l’amplissimo lavoro di esplorazione e valorizzazione delle fonti”. 1

E Pigaiani offre nello studio il consueto profumo di manoscritti e pergamene originali, anche ferraresi.

La basilare ricerca delle fonti è stata condotta in vari Archivi, di Stato, Comunali, di Enti ecclesiastici, come è consuetudine dello studioso il quale, secondo l’insegnamento degli storici contemporanei, ricerca i documenti che il passato ci ha tramandato e studia gli indirizzi attuali della ricerca storica medievistica, interrogando ogni documento sulla specificità pertinente al territorio ferrarese e alle sue comunità, con valori e sensibilità ben diversi da quelli attuali. Ne è un chiaro esempio la pergamena originale dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara, del 27 febbraio 1120,enfiteusi vescovile” 2, che testimonia i cattivi rapporti tra il Vescovo Landolfo e il Papa Callisto II.

C’è da aggiungere che le preziose pergamene di Ferrara riportano, tra le altre, tre enfiteusi del Vescovo Landolfo, quella citata nel 1120, nel 1124, e nel 1129, che hanno destato qualche curiosità. Le tre enfiteusi fanno parte dell’Appendice documentaria. 

Il Vescovo Landolfo opera con il suo notaio Bonvicino, in una casa, domus  plana et ligneadomni Landulfi episcopi,…in regione aecclesiae Sancti Stephani, nell’abitato di Ferrara sulla sponda sinistra del Po, anziché nel complesso della Cattedrale di San Giorgio Traspadano. A parere di Luciano Pigaiani, la domus plana et lignea, presso Santo Stefano è scelta dal Vescovo Landolfo per tenere distinti dal Capitolo, il Vescovo e i Canonici (p. 50 Nota 148 e p. 95).

Una recente pubblicazione della Congregazione Benedettina di Monte Uliveto, del 2015, contiene uno studio di Enrico Mariani, oblato secolare il quale sostiene (non è chiaro sulla base di quali documenti relativi all’antica Cattedrale di San Giorgio Traspadano) che il Vescovo Landolfo dal 1120, ha di fatto due sedi, il complesso di San Giorgio Traspadano e la domus presso Santo Stefano, perché è avvenuto un ingrandimento della città per contenere l’aumento della popolazione: Ferrara, da striscia fortificata di terreni abitati lungo la riva sinistra del Po, si amplia, con allontanamento dal fiume, verso nord e verso ovest elì  sarà costruita la nuova Cattedrale, di grandi dimensioni, “consacrata” nel 1135. 3  Futuri studi potranno forse presentare elementi atti a  dare certezza alle attuali ipotesi.

●I documenti, gli Archivi, il Fondo Estense Tassoni, la Bibliografia, le Note.   

Le ricerche d’Archivio che nutrono da sempre gli studi di Luciano Pigaiani lo portano, come accennato, ai documenti (ben presente anche la documentazione notarile) –ricercati, ritrovati, letti, studiati, trascritti, e, occorre aggiungere, pubblicati - con attenzione ai contesti storici nei quali i documenti sono inseriti: Matilde di Canossa (fino alla sua morte, nel 1115) e i rapporti tra Papato e Impero. È anche per questo chela sua produzione storica offre coerenza e nuovo dinamismo alla visione d’insieme.

Fonti inedite sono emerse dagli Archivi di Stato di Modena e Venezia, dagli Archivi Storici Comunali di Ferrara, Verona, Venezia, dall’Archivio Storico Diocesano di Ferrara.

Un accenno speciale riguarda il Fondo Estense Tassoni dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara.

L'Archivio raccoglie la documentazione della famiglia Estense Tassoni, di origine modenese e insediata a Ferrara nel corso del XV secolo. Nel Fondo sono confluiti documenti di varia provenienza, tra cui le carte relative a diverse famiglie ferraresi del Medioevo: si conservano molte pergamene, le più antiche risalenti alla metà dell'XI secolo. 4

Alle Fonti e alla Bibliografia autorevole (che ha studiato a fondo le fonti), Pigaiani pone domande interessanti, non solo sulla storia civile ed ecclesiastica, ma anche su quella economica, sociale, culturale e politica del Medioevo, a Ferrara e nel suo territorio. Nella Bibliografia, sono indicati altresì i repertori egli strumenti di lavoro sulle stesse fonti (dizionari, glossari lessici).

Tra le numerose Note esplicative, spiccano quelle storiche, talora dei curati approfondimenti con relative bibliografie rilevanti e aggiornate, e con la citazione di documenti che vengono tradotti, se in latino.

●Indici dei nomi, dei luoghi e Glossario.

Di grande utilità, gli Indici dei nomi e dei luoghi e anche il Glossario, con i termini di interesse storico presenti nel testo e nelle note, ognuno dei quali ha comportato per l’autore una specifica ricerca.


1 P. Cammarosano, Italia medievale, cit., p. 10.

2 Archivio Storico Comunale di Ferrara, Fondo Estense-Tassoni, busta 1, perg. 14.

3 Enrico Mariani (oblato secolare), Il Monastero di San Giorgio di Ferrara, in “l’Ulivo”, Periodico della Congregazione Benedettina di Monte Oliveto, 2015(Luglio-Dicembre), p. 288.

4 Comune di Ferrara, A&B ArchiBiblio, Biblioteche e Archivi, Archivio Storico Comunale, Archivi di famiglia, Famiglia Estense Tassoni, sec. XI-XIX, 205 buste.  

 
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Commenti al Post:
diogene51
diogene51 il 01/06/22 alle 09:38 via WEB
Ma da dove nasce l'idea che fosse stato Giuglielmo Adelardi Marcheselli az costruire o almedno ad impegnarsi profondamente nella costruzione della nuova cattedrale? Altra curiosità: da dove nasce il cognome Marcheselli? E' forse un ramo cadetto degli Adelardi? Grazie! Plaudo al tuo blog, finalmente un blog che parla di cose serie! Renato
(Rispondi)
 
 
marialberta2004.1
marialberta2004.1 il 01/06/22 alle 13:03 via WEB
Caro Diogene 51, grazie per l’apprezzamento e soprattutto per le tue “curiosità” alle quali sono ben lieta di rispondere, pur nei miei limiti culturali. A proposito del ferrarese Guglielmo Adelardi Marchesella/Marcheselli, membro di una famiglia di spicco nella vita cittadina, e al fianco di Matilde di Canossa: se Adelardi/Adilardi deriva dall’avo Adelardo/Adilardo, Marcheselli ha derivazione dal nome identificativo della madre, Marozia “que dicebatur Marchesella” che ha connotato poi la famiglia (Andrea Castagnetti 1985, ad indicem). Circa il suo impegno nella costruzione della nuova Cattedrale, testi (pochi) di storia, rari documenti, e racconti secondo la “tradizione” hanno mitizzato un personaggio influente per posizione sociale e politica (guelfo). Nel mio Blog ci sono 4 Post dedicati ai Marchesella, con ampia Bibliografia (378,379,380,381).
(Rispondi)
 
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