Un blog creato da lord_parassita il 24/07/2007

Lettere in Fumo

Scrivo perche' non so cantare...

 
 
 
 
 
 

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« Messaggio #77Ancora? »

Jack in the box...

Post n°78 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da lord_parassita

Gira la manovella... continua a girare tenendo la scatola tra le mani prima o poi salta fuori il famoso, inaspettato, il gelido e malvagio Jack...

son due giorni che continua a saltellarmi in testa...

Ci sei quasi ma non arrivi mai...
Come la realta' sia surreale e come tutto sia esilarante

Capitolo 1

(pref)


 

I bambini
non dovrebbero mai dormire... si adormentano ed il giorno dopo son cresciuti di
un giorno... senza che nessuno se en accorga ogni cosa evolve, ogni cosa
muta... ogni volta che accendi un mp3 nel tuo lettore ha un significato, un
suono, un modo diverso... nulla e' mai la stessa cosa... Gregorio nel suo
piccolo aveva ragione, quell'omone grande e grosso con la barba folta ed i
capelli lunghi sciolti sulle sue spalle ci ha visto giusto... non bisognerebbe
dormire... giusto per restare quel che si e'... ma quando si capisce chi si e'?
quando ci si accorge di essere cio' che si e'? spesso sento dire "son
fatto cosi'", "sono come sono" "non cambi mai..." e
simili, ma siamo realmente sicuri di cio' che siamo?

Difficilmente
qualcuno si interpella su questo fatto... pochi dedicano parte del loro tempo
ad ascoltarsi ed a capirsi... perche' restano le linee guida... resta il modo
di confrontarsi con il mondo... ma il mondo stesso caria e muta... per
necessita' si muta anche noi piccoli insignificanti uomini...


Quando
capiamo come siamo? a che eta' ci si accorge di non essere piu' un bambino?
quando la propria mente arriva a scoprire di ESSERE e non solo di esistere? e
perche'? perche' siamo cio' che siamo? perche' siamo fatti in questo modo?
perche' ci pare di essere sempre noi stessi quando invece siamo solo incapaci
di notare le piccole differenze? e perche' l'unica cosa che non cambia MAI e'
la quasi surrealita' della natura che ci circonda, l'irrazionalita' della vita
attorno a noi, la quotidiana comicita' di tutto cio' che accade?

e' quello
che provero', nel mio piccolo itinerario letterario autobiografico a scoprire
essendo io una sorta di personaggio "Sveviano"...

La scoperta
di se ?

Ho questa
immagine in mente... la ho da giorni... risale al funerale di mio padre, ed e'
cio' che mi spinge a notare i piccoli dettagli esilaranti che ogni giorno
capitano anche nei casi piu' terrificanti che la vita stessa ci propone...
ovviamente colti dal dolore, seriamente colpiti nel profondo da quella che e'
la prematura scomparsa forse della persona piu' importante della mia vita,
della quale forse, se mi andra', scrivero' in futuro, essendo, credo, l'attimo
nel quale ho deciso, non capito, di essere un uomo e di dovermi comportare come
tale... eravamo li, di fronte alla fossa, la terra che reclamava il suo
figliolo, tutti pregavano in silenzio mentre degli orrendi uomini, i tipici
becchini, calavano la bara... tutti chiusi nel silenzio reverenziale, tutta la
schiera di parenti li per salutarlo lultima volta... il mio saluto fu un po
piu' "vigoroso"... non essendo pratico, dio me ne scampi, di
funerali, non avevo idea di cquanto sarebbe durata la cerimonia, mi apprestai
dunque a trovare un po di terra da posare sopra alla bara, in un segno che
reputo e reputerei "simbolico", il figlio che seppellisce, non
viceversa, purtroppo qualche giorno prima aveva piovuto, creando non una terra
sottile, quella tipica da film, ma delle grosse zolle dure e difficilmente
smembrabili... e gia' ad inizio cerimoniale mi ero accaparrato un grosso pezzo
di terra da poggiarci sopra... il tutto duro' una frazione di secondo, chiusi
gli occhi a pensare, li riaprii, stavano gia' calando la bara... guardai la
zolla che avevo in mano, con tanto di ciuffi di erbetta e sassolini incastonati
e mi avvicinai velocemente al bordo del precipizio... non riuscendo piu' ad
appoggiare la terra la lasciai cadere, cadde esattamente sul coperchio della
bara con un tonfo sordo e forte che nel silenzio del quadretto credo fece
saltare per aria un po di gente, i tiranti che reggevano la bara traballarono
un po e per qualche frazione di secondo credetti di vedere le salme di mio
padre con tutto l'armamentario fare un bel volo e schiantarsi a terra... nulla
di tutto cio'... il silenzio non venne rotto se non dal tonfo... ma a me fa
ridere tristemente che mio padre se ne sia andato lasciandoci tutti mentre un
pirla gli lanciava zolle di terra... lapidato dal suo stesso figlio... questo
mi fa tristemente sorridere, quei sorrisi un po malinconici che mascherano la
lacrima che vorrebbe scendere, ma vista la situazione quasi fan ridere...
questa e' la parte esilarante di ogni cosa...

Questo
introduce forse il tema padre della faccenda... un episodio del genere,
raccontato in questa maniera, non puo' far altro che quantomeno sorridere,
mentre visto, in quella situazione non poteva far altro che far piangere...
sono le scene fantozziane del carro funebre che perde il suo carico per strada,
quanti di noi han ris vedendo quelle scene? tralasciando la fiction, quanti di
noi avrebbero invece pianto essendo parenti o amici del defunto? perche'
esorcizziamo cosi' i nostri dolori? questa cosa non ti abbandona mai... permea
il modo si vivere degli esseri umani... ripensando ad ogni cosa che mi e'
andata male in vita c'e' sempre quell'alone di comicita' che non mi
abbandona... eppure in quei momenti non la trovavo tanto divertente... questa
e' l'evoluzione della situazione... la situazione resta ma viene vista con
occhi ogni giorno differenti... e' esilarante pensare come, ora, siano le 4.42
di notte ed io non riesca a dormire... e che tra dolore fisico, insonnia e
pensieri io trovi la forza di scrivere mirando ad un progetto che, come sempre,
cadra' nel ieri e non evolvera' come tutto il resto... inizio cosi' questo mio
nuovo "intento", questo mio nuovo progetto atto solo a capirmi
meglio... come Svevo questa sara' la mia vita passata... oggi e domani non lo
so...




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Commenti al Post:
Qui_ed_Ora
Qui_ed_Ora il 04/02/08 alle 23:58 via WEB
Sei davvero grande,
Laura
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 
 
 
 
 

PENSIERI IN VOCE


25/09/2007 > 5:52

La parola viene prima della scrittura... questo e' un mio esperimento... questi sono i post vocali, dove io leggo o sragiono con la mia voce... come primo vocal-post vi ripropongo un mio vecchio post scritto, aspettatene degli altri...

Looking Forward


 
 
 
 
 
 
 

ADORO



Gli occhi della gente
Gli occhi rapiscono, Gli occhi sono torrenti di emozione, gli occhi sono porte del pensiero e la magia che ogni persona possiede... ed io li adoro!


La poesia ed il disegno
Sentirsi un dio che da vita a creature e storie grazie ad una matita... innamorarsi del proprio artefatto... attaccarsi a qualcosa che non e' fisico per restare nel mondo del sogno...


La storia
La storia che grida vendetta e che vuole la sua parte! che ci insegna a non sbagliare ancora ma ci fa rimpiangere tempi andati...


Il sangue e la spada
Una vita di guerra e combattimenti, il sangue che macchia la terra dopo l'acciacio... il pianto di fuoco che scappa dalla sua gabbia e la chiave per la sua cella che si abbatte con forza e vigore...


La notte
La nera signora, la notte silente, il silenzio dei sensi... il buio che non odia ma non perdona... ti coccola con le sue gelide mani e non puoi far altro che attendere la sua fine gustando ogni istante della sua gelida ascesa...


Natura
La natura e' forte, resiste anche se la attacchiamo! La natura e' l'equilibrio del vivere e della vita, la natura e' cio' che piu' mi attira e mi fa stare bene a questo mondo... nulla vale come un bosco pieno di esseri viventi...
 
 
 
 
 
 
 

OMBRE

-Ombre-
Ombre della notte che sorgono ed intimoriscono
voci che echeggiano nelle foreste piu scure.
Ombre temibili e spaventose, nessi tra vita e morte
porte che danno al buio vita nuova.
Ombre spietate chine sulla mente
di chi le chiama.
Ombre di antichi eroi
ricordi immaginari di forza e virtu'.
Ombre di popoli
mai vissuti e mai distrutti ma gia' morti.
Ombre di ricordi che mai sono avverati
pronti a svanire senza essere mai apparsi.
Ombre, ombre che seguono, ricordano, gridano e bruciano...
bruciano nel mio corpo fino alla distruzione.
Ombre di amici, senza piu' rancori o rabbia...
Ombre passate che lasciano segni sulla carne.
Ombre di demoni devoti alla distruzione.
Ombre di ferite... enormi quanto l'animo di chi le porta.
Ombre, ombre scure e nere come l'animo di chi le evoca.
Le uniche mie compagne, le uniche mie amiche... nulla ci potra'
dividere... neppure la morte piu' nera.
 
 
 
 
 
 

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