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La letteratura è la confessione che la vita da sola non basta. F.Pessoa

Creato da Michaelibri il 11/03/2012
 

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Il futuro del libro è nell'e-book, parola di Alessandro Cascio. Intervista con l'autore.

Post n°25 pubblicato il 20 Novembre 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

In realtà una delle cose che più ti appassiona di Alessandro Cascio è il trasporto con il quale parla di letteratura o di altri argomenti a lui cari, per questo parlai di lui tempo fa e torno a parlarne adesso con un'intervista che vi avevo promesso ma per i motivi che sapete già, non mi è stato possibile fare prima d'ora. Io, che in facoltà ho lottato con docenti e rettori per l'inserimento di un sistema più consono all'era che stiamo vivendo, ho sentito queste parole mie e credo che molti di voi non saranno d'accordo, ma di certo non potranno contestare la loro validità. Alessandro Cascio ha appena pubblicato tutti i suoi romanzi in e-book, una cosa insolita per uno scrittore pubblicato che dovrebbe trattare ogni manoscritto come fosse un bene prezioso da usare come merce di scambio per sbarcare il lunario, li ha prezzati a poco più di un euro e ha avuto un piccolo successo di vendite, il perchè è racchiuso in queste sue parole.

Non hai mai considerato uno spreco pubblicare così di getto dieci, dodici libri virtuali che avresti potuto usare per raggiungere un livello più alto di pubblicazione?

Vedi Mike, io non credo che ci sia davvero un livello massimo e uno minimo, credo ci sia la scrittura pessima e quella ottima. Per farti un esempio io ho venduto in tre mesi ad oggi 1132 copie, 30 solo negli ultimi cinque giorni. Come mi dice sempre il mio editore Gordiano Lupi, c'è gente a Rizzoli che vende cinquecento copie, ma ti dirò di più, c'è gente di Minimum Fax che ne vende venti e anche meno. Per me è uno spreco smettere di scrivere per attendere i tempi che l'editoria richiede (io ho publicato nel 2011 un libro scritto nel 2006), magari i pensieri poi si appannano, magari in quel fragente avresti potuto partorire capolavori e invece te ne stai lì a pensare a come diventare una star e a vantarti di essere approdato alla Fazi, di essere esposto in libreria, omettendo il fatto di aver venduto dodici copie in sei mesi. Lo spreco sono i libri che vanno al macero, non certo le mie pubblicazioni.

Come mai l'e-book e non una stampa?

Perchè per scrivere il romanzo al quale sto lavorando adesso devo girare un po' il mondo, tra Los Angeles, Praga, Monaco, Cuba e l'ultima volta ho dovuto raggiungere la Repubblica Ceca con una valigia piena dei libri essenziali per la mia ricerca storica, tutte biografie e se come me sei un ricercatore, sai bene che gran mattoni che sono. Solo le biografie di Elvis, ad esempio, sommate fanno circa seimila pagine. E la mia ricerca riguarda almeno una ventina di cantanti e non solo. Ho cercato qualcosa che potesse aiutarmi e rendermi il lavoro più facile, ma l'unica cosa che ho trovato (e comprato) è un romanzo essenziale su John Lennon scritto da una delle sorelle del compianto Beatles ed edito da Giulio Perrone. Tutto qui. Avevo in valigia l'equivalente in carta di un piccolo limoneto da giardino.

Però io so che c'è dell'altro.

E' vero, l'immediatezza e l'antipatia verso certi modi di agire di molti editori è l'altro, ma per lo più è l'immediatezza che mi ha portato a prendere la decisione di pubblicare solo in ebook. Io sono uno scrittore nato nel web e da sempre è così che comunico con i miei lettori. Per dimostrarlo ho postato nei miei vari siti alcune centinaia di commenti, lettere, messaggi e altro, mandatimi dalla gente in tutto questo tempo. Le persone non compravano molto i miei romanzi cartacei perchè abituati ad un rapporto con le mie parole veloce, gratuito, immediato appunto. Comprare un cartaceo vuol dire dover ordinare in libreria e aspettare giorni, dover usare la carta di credito per comprare on line e aspettare il corriere e sopratutto spendere dieci volte la spesa che io ho proposto con le mie nuove pubblicazioni. Sembra quasi irreale per chi mi segue da anni, avere a che fare con la carta stampata (anche se ad onor del vero io ho già pubblicato in cartaceo cinque romanzi, pubblico trimestalmente con UT della Ediland Edizioni e partecipato per una decina di raccolte).

Per chi non lo sa, vendere milleduecento copie in e-book in tre mesi, per la piccola editoria è una grossa impresa, per quale motivo credi che i tuoi lettori ti comprino?

Perchè cerco di dar loro novità, non solo nella struttura delle storie, ma nella narrazione. Non ho mai scopiazzato, ma negli anni, fin da quand'ero bambino ho sempre cercato un mio stile che potesse essere riconoscibile tra tanti. Cerco la purezza della frase, del periodo, della storia, sono davvero cose che sento e non scrivo mai per far colpo. Perchè io non scrivo quando mi conviene, io scrivo sempre e comunque, sia nei momenti alti, che in quelli bassi, se non dovesse più seguirmi nessuno, io non cambierei mestiere, ma continuerei a fare lo scrittore, sconosciuto, isolato, bistrattato, ma pur sempre lo scrittore. Perchè cerco di far riflettere senza mai prendermi troppo sul serio, c'è molto più senso dell'umorismo in un'omelia che in molti dei libri dei miei colleghi. Mi comprano perchè non costo un cazzo e in due minuti hanno un mio romanzo nel loro pc, poi possono stamparselo, farselo relegare come fosse un cartaceo comprato in libreria nella copisteria sottocasa.

Credi che l'e-book abbia un futuro?

Assolutamente sì, è solo questione di tempo, ci devono essere dei precursori certo, ma tutto avverrà in fretta, non ce ne accorgeremo neanche. Molti colleghi o lettori mi scrivono per capire come poter pubblicare in ebook. Io lo spiego e per ora dodici scrittori hanno già seguito i miei consigli. Ma c'è di più, oltre a Giulio Perrone, ci sono Il Foglio e Historica con le quali ho pubblicato in cartaceo che stanno attivandosi per creare una collana virtuale. Sacha Naspini di Elliot Edizioni ha appena pubblicato tutti i suoi romanzi in ebook, Mondadori, Einaudi e la Sellerio hanno iniziato a pubblicare i libri "di massa" in digitale, ma prima o poi per ogni romanzo ci sarà un equivalente virtuale. Col tempo scompariranno gli editori a pagamento che non servono a nulla, scomparirà la microeditoria e resterà a galla solo l'editoria dei talent scout come quella de Il Foglio Letterario o Stampa Alternativa. La media editoria passerà al digitale e la grande editoria proporrà in ebook la metà della produzione. Io ci sono stato nei paesi dell'est che noi consideriamo retrogradi, li ho visti leggere libri su cellulari e ipad in metropolitana. Mi fanno pena quei nostaligici della carta che vedono gioia e romanticismo nel libro cartaceo. Cos'è, non c'è più gioia in un albero vivo forse? Non la sentono la nostalgia dopo una deforestazione o una frana? A volte pensiamo alla fine che faranno i librai, ma cos'è, abbiamo forse pensato a che fine avrebbero fatto i venditori di macchine da scrivere con l'avvento dei PC? Abbiamo pensato a che fine avrebbero fatto gli addetti all'avvitamento dei tappi delle bottiglie con l'avvento degli avvitatori automatici? Nel mondo escono ogni giorno centinaia di migliaia di nuovi titoli e la maggior parte finiscono al macero o nell'immondizia e in questo periodo di terremoti e alluvioni, noi abbiamo bisogno di smetterla con i sentimentalismi, in questo periodo di crisi abbiamo bisogno di risparmiare, in questo periodo di teledipendenza abbiamo bisogno di attaccarci ai concetti e non agli oggetti. C'è gente che ha librerie piene di libri che non leggerà mai. Smettiamo di spendere centinaia di euro per i libri scolastici, che gli stampatori vadano a fare i giardinieri e i boscaioli i coltivatori diretti.

Passiamo alla letteratura. Il tuo nuovo romanzo 'Il pentacolo di Lilith' è molto diverso dai tuoi precedenti che ho letto ma è diverso da molti altri libri del filone. Qui Dio sembra essere il vero cattivo e Satana il buono. Come mai questo cambio di stile e cosa sai dirmi della tua religiosità?

C'ho messo cinque anni per scrivere questo romanzo, il perchè è evidente quando lo leggi. Ho dovuto prima vivere a New York, girare per il Bronx, Harlem, il Queens e stare un po' a contatto con la gente di colore di quei luoghi. Poi ho dovuto studiare i manoscritti del Mar Morto nelle loro più svariate traduzioni (Enoch in particolare ne ha diverse) e poi ho dovuto montare un thriller che non si avvicinasse minimamente agli altri del genere. Lo avevo accantonato per finire altri miei lavori in sospeso, ma alla fine ho visto che la storia aveva un potenziale e allora ho deciso di andare avanti. Il soggetto, scritto con mio fratello Daniel, era molto cinematografico e io ho studiato come sceneggiatore, nasco come topo da cinema, quindi l'ho portato a termine.

La tua religiosità?

Non sono satanista se è questo che vuoi sapere. Non sono neanche a favore di Dio o Allah, mi piace l'ideale buddista perchè si concentra sullo star bene in terra, ma per me islam e cristianesimo dovrebbero essere debellati assieme all'ignoranza dei credenti e ad alcune cellule terroristiche appartententi ad Al-Qaida e al Vaticano che sfruttano i bisogni e le paure della gente per i loro scopi. Dio non esiste, fatevene una ragione e se esistesse sarebbe un poco di buono. Tutta questa sofferenza, quei bambini che muoiono di fame, tutta quella ricchezza nelle chiese, il sangue, tutto questo nascondersi, metterci alla prova, giocherellare con gli umani, questo prostrarsi. Ovviamente chi ha un minimo di cultura sa bene che il cristianesimo e l'islam sono scopiazzature varie di antichi credi pagani, ma contenti loro. C'è solo il tutto, un processo creativo perpetuo che esiste da tempo infinito e all'infinito durerà. La mitologia che riporto nel romanzo altro non è che "verità" scritta in documenti anteriori alla Bibbia stessa.

Sai da dove sei partito, sai dove sei adesso, ma la domanda è: dove vuoi arrivare?

Non mi pongo il problema. A volte parlo con amici e colleghi scrittori che credono di essere arrivati perchè hanno pubblicato con un grande editore e sorrido perchè non sanno che in realtà nel nulla erano e nel nulla sono rimasti, conosco molti scrittori che erano arrivati negli anni '80 e '90 e che adesso non se li fila nessuno, confinati in trafiletti di riviste che non leggerà anima viva, immersi nel ricordo del loro passato glorioso al Costanzo Show. Fanno un po' pena, per me la scrittura è un'altra cosa, è un bisogno fisico di comunicare per liberarmi dei fantasmi che porto dentro fin da bambino, non è una viaggio verso una meta, nell'arte non esiste una meta, nel business forse, ma nell'arte esiste solo un passaggio di bellezza, di concetti alti o spicci, di mano in mano, da uomo in uomo ... e si gira in tondo come l'Universo.

Il giornalista Rai Vincenzo Mollica che vediamo spesso per le sue gag con Benigni, ha scritto di te che hai una scrittura "vivida, pittorica, appassionata e musicale", il grande Ernesto Gastaldi invece che sei in grado di "meravigliare". Come ci si sente ad essere così apprezzato da grandi personaggi? 

E' l'onore più grande che abbia mai ricevuto assieme alla pubblicazione di un racconto su Fante con gli interventi di Lawrence Ferlinghetti, il famoso poeta beat amico di Kerouac, Borrughs e Ginsberg e la compianta Fernanda Pivano. Ti viene voglia di scrivere e di non smettere più anche se è un mestiere duro e che non riesce a darti sostentamento. Mollica si è rivelato quello che pensavo che fosse, un uomo umile, che scrive la prefazione per dei premi Oscar e per un signor nessuno come me, una persona bella con una grande passione per l'arte, uno degli uomini migliori della televisione oggi. Gastaldi ha inventato lo spaghetti western, è stato scopiazzato anche da Tarantino che uscirà presto con un remake di Django, cos'altro si può chiedere a un essere umano? Mi hanno dato benzina per continuare a scrivere e questo non lo dimenticherò mai.

A noi non resta che leggere, ascoltare, vedere e spingere il mondo nella direzione che vogliamo, schierarci da una parte o dall'altra e vedere cosa ci riserva il futuro e ogni tanto goderci una buona scrittura se troviamo il tempo. Grazie e in bocca al lupo Alessandro.

Grazie a te Mike, crepi.

Il sito internet di Alessandro Cascio è www.alessandrocascio.com

 

 

 
 
 

Don Wislow, il Re del noir narcotico

Post n°24 pubblicato il 15 Novembre 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

Don Wislow, specie dopo la morte della compianta "iena" Bunker, è forse uno dei più alti esponenti letterari viventi del noir narcotico. I suoi romanzi hanno pressapoco un denominatore comune: sbirri, sangue, droga, malavitosi e donne. Gli anni passano, ma il connubio perfetto è sempre lo stesso e per l'amor di Dio, spero non cambi mai. In questi giorni esce nelle sale il film tratto dalle Belve, uno dei romanzi a mio parere peggio riusciti di Wislow, interpretato da Benicio Del Toro (nato per questi ruoli) e Salma Hayek. Il film è decisamente più bello del romanzo (la sceneggiatura è stata curata dallo stesso Don). Due ragazzi di Laguna Beach, il botanico e buddista Ben e l'ex Navy Seal Chon, conducono una vita idilliaca coltivando e spacciando la migliore marijuana della California. La loro attività però comincia a infastidire il cartello della droga della Mexican Baja guidato dalla spietata Elena, che prima prova ad accordarsi con loro e poi fa rapire Ophelia, la ragazza di cui entrambi sono innamorati. I due iniziano così una battaglia senza esclusione di colpi. Se avete voglia di leggere Don Wislow, vi consiglio due romanzi che vi apriranno le porte al meraviglioso (solo dal punto di vista letterario, ovvio) mondo del narcotraffico americano, messicano e chi più ne ha più ne metta. "Il potere di cane" è il primo, azione e suspense, parolacce e megalomania. Lo stile è un po' alla James Ellroy di L.A. Confidential, tutto assolutamente in terza persona, l'ideale per gestire i diversi punti di vista (Wislow ci mostra il modo di pensare degli sbirri e quello dei narcotrafficanti e ce li fa amare entrambi). Se il primo vi lascerà senza fiato, non potete non scoprire in seguito lo straordinario personaggio di Frankie Machine del romanzo "L'Inverno di Frankie Machine" forse quello che scava più nell'anima dei protagonisti tralasciando un po' l'azione che comunque è sempre presente in grande quantità.
Ricordate quindi questo nome, Don Wislow, non lo lascerete più andare. Se passate da un cinema qualunque godetevi lo straordinario Le belve di Oliver Stone, quello bravo, quello dei film migliori.

Mike La Volpe

 
 
 

Blado 457

Post n°23 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da Michaelibri
 
Foto di Michaelibri

E visto che dalle numerose entrate avute ultimamente, a voi piace la scrittura di Erika Corvo, eccovi la recensione di Blado 457, per gli amanti del genere.

Mike La volpe

 

La Terra è popolata da miliardi di persone, almeno questo è ciò che noi sappiamo ora. Il futuro descritto in questa storia, però, vede la popolazione decimata dalle guerre nucleari e in una situazione in cui la riproduzione è un atto estremamente complicato… Il mondo è diviso in due fazioni: coloro che vogliono creare la razza perfetta suprema e i ribelli. Insomma, l’eterna lotta tra il bene e il male, in cui ognuno crede di agire per lo scopo più nobile. I ribelli sono comandati da due capi e stanno cercando di creare una macchina del tempo per tornare indietro di due secoli e recuperare un programma che potrebbe distruggere per sempre il pericolo di scorie radioattive sul pianeta. Blado sarà l’incaricato per questa delicatissima missione. Durante i continui viaggi nel tempo incontrerà Susan, una ricercatrice esperta nel criptare file; cercherà d’avvisarla dell’imminente scoppio di una guerra atomica, ma nessuno gli crede, anzi, lo prendono per il solito mitomane. Soltanto per un soffio riuscirà a strappare Susan da morte certa e a portarla nel futuro. E ora? Il mondo non è lontanamente paragonabile a quello in cui viveva Susan e in cui viviamo noi: esistono ancora computer, frigoriferi, armi, ma nessuno è in grado di ricostruire nulla, ogni cosa è destinata a non esistere più, come in una sorta di età della pietra evoluta. In più, le donne sono molto rare e ancor più quelle in grado di generare figli, per questo vengono trattate in maniera molto particolare: sono le signore supreme dei villaggi, non possono essere guardate negli occhi senza il loro permesso e ogni loro parola è legge. In compenso, però, devono generare figli su figli, anche decine… Susan inorridisce di fronte a questa realtà, a volte preferirebbe essere morta piuttosto che correre il rischio di dover affrontare un’ingiuria simile… Come se non bastasse, la popolazione ha subito mutamenti radicali: un dito in più o in meno e un terzo occhio saranno il minore dei mali. Alcuni uomini sono divenuti cacciatori cannibali, altri hanno spaventose ali, altri ancora emanano odori che fanno impazzire le loro vittime…
Susan deciderà d’aiutare Blado o si schiererà dalla parte della cosiddetta civiltà? C’è un solo modo per scoprirlo, leggere questo meraviglioso libro, primo di una tetralogia che vi coinvolgerà e vi farà vedere la società con occhi differenti. Mille volte è stato affrontato l’argomento del “come sarà la Terra?”, ma devo dire che Erika Corvo ha intrapreso un percorso tortuoso e affascinante, ha preso per mano il lettore e lo ha letteralmente circondato con la propria fantasia. Un libro di fantascienza davvero scorrevole e piacevole, un’epica escursione dalla realtà che vi lascerà col sorriso sulle labbra. Consigliato.

 
 
 

“Fratelli dello spazio profondo” di Erika Corvo

Post n°22 pubblicato il 22 Settembre 2012 da Michaelibri
Foto di Michaelibri

Pubblico questa recensione del nuovo romanzo di Erika Corvo per la Booksprint Edizioni, una casa editrice che sembra puntare molto sulle nuove proposte non disdegnando alcun genere, dalla fantascienza, al teatro, alla saggistica.
Potete comprare il romanzo su www.booksprint.it e su tutti i migliori store. Nel sito c'è anche una interessante sezione dedicata agli EBook che vale la pena guardare.

Mike La Volpe

«Io, lo studente isolato e messo al bando, quello deriso e sbeffeggiato, […] ora avevo centinaia di uomini disposti a farsi ammazzare al comando di un mio schioccar di dita»
Un’avventura che proviene dallo spazio, anni luce lontano dalla nostra galassia. È la storia di un ragazzo che ha cambiato repentinamente il suo destino con accanto l’inseparabile amico Stylo Van Petar. Una sorta di Robin Hood del cosmo, passato da studente reietto, insultato, deriso e picchiato, a pirata spaziale dalla fama controversa, che uccide i corrotti e salva gli schiavi. Quella che solo all’inizio sembra un’avventura didattica sui banchi di scuola, in men che non si dica si trasforma in una guerra stellare. Brian, che era stato formato per combattere i pirati spaziali, finisce per diventare uno dei capi storici della Fratellanza dello Spazio Profondo, tra i più famigerati e pericolosi ricercato in tutta la galassia.
Il pianeta natale di Brian Black, Bagen, è stato devastato dall’uso massivo e indiscriminato di armi chimiche, reso un deserto popolato da uomini ridotti a larve dall’avidità e dalla cupidigia di Lancert, governatore in carica della Federazione Interplanetaria. Brian avrebbe dovuto combattere al fianco di chi aveva reso un inferno il suo pianeta? Proprio non ci stava! La vendetta divenne il suo unico scopo di vita. Arruolatosi nelle fila del Cobra, un altro dei capi storici della pirateria spaziale, dopo pochi anni di militanza si divide da questi mettendosi in proprio, con una nave e un equipaggio suo.
Quattro gli artefici della rovina di Bagen e quattro i potenti da uccidere, primo fra tutti il governatore Federale Lancert. Brian inventa gli espedienti più inconsueti, arrivando a show in diretta tv per incastrare senza possibilità di scampo i suoi nemici.
Duelli, battaglie, lotte e strategie; la scrittrice Erika Corvo descrive in modo minuzioso e dettagliato ogni particolare per entrare nel vivo della scena. Si respira l’atmosfera e si riesce perfino a sentire l’odore di carne bruciata da una spada laser. Le pagine scorrono ininterrottamente, e una volta iniziato, il lettore non riuscirà sicuramente a fermarsi e chiudere il libro, dove il ritmo della narrazione è scandito da diversi punti di vista, ed ogni capitolo dell’avvincente storia è raccontato da un personaggio diverso.
In più, dopo l’azione, non poteva mancare di certo l’aspetto sentimentale. Il pirata-eroe si vedrà coinvolto in una stuzzicante storia d’amore con Juno Lancert, una donna del tutto inconsueta, improbabile e imprevedibile. La storia è da vivere ed assaporare, il finale è tutto da leggere.

 
 
 

Che tipo di persona legge 50 sfumature di grigio

Post n°21 pubblicato il 22 Settembre 2012 da Michaelibri
Foto di Michaelibri

Di solito non parlo di libri che non mi piacciono, ma dopo aver letto questa attenta critica a un libro che definirlo pessimo è poco, ho deciso di riportarvela così com'è. Giusto per riflettere su cosa il mercato offre, ma sopratutto sul perchè lo offre.

L'estate è la stagione in cui tutti comprano e fanno finta di leggere leggono molti più libri di quanto non facciano durante il resto dell'anno. Se di solito ci sono due-tre autori che se la giocano per i primi posti nell'ambita classifica estiva, quest'anno non ci sono stati cazzi, letteralmente: E.L. James, cinquantenne inglese autrice di Cinquanta sfumature di grigio, continua a regnare incontrastata. La trama del libro nato come fan-fiction di Twilight è questa: Anastasia Steele, studentessa americana media, vergine a 21 anni, conosce per caso Christian Grey, miliardario "davvero molto bello" di 27 anni, che per ragioni non ben specificate va in fissa con lei e decide di dominarla e scoparsela in tutti i modi possibili. Fine. Il tutto è farcito da una serie di luoghi comuni e banalità assortite scritte in modo tale da far sembrare i libri di Carlo Conti spaventosamente vicini a Proust. Gli altri due mappozzi della saga parlano della stessa roba più o meno allo stesso modo.
Il punto, ovviamente, è che questo capolavoro non è diventato solo il best-seller dell'estate ma IL best-seller. Moltissimi, inclusi noi, si sono chiesti come una cosa del genere sia potuta accadere, senza però trovare una risposta esaustiva. Le interminabili sedute al cesso, in cui abbiamo letto tutte le 548 pagine contenenti parole stampate che a quanto pare andavano a comporre un libro, non sono servite a molto.
Per provare quindi a rispondere al quesito dell'estate ("la gente è davvero cogliona come si dice?") abbiamo fatto un passo indietro e ci siamo chiesti chi sono i reali artefici di questo successo, coloro che hanno lasciato 15 euro e un grosso pezzo della loro dignità sul bancone delle librerie, contribuendo così a mettere in profonda crisi il concetto stesso di "letteratura".

Citazione preferita: "Resto sdraiata a contemplare il meraviglioso skyline della città. La vita in mezzo alle nuvole sembra irreale. Una fantasia, un castello in aria, sospeso sulla terra, al sicuro dalle realtà della vita..."

Dopo aver appurato che un libro destinato a uno dei target più facilmente malleabili del mercato ha venduto 50 trilioni di copie, ogni editore di fascia medio-bassa si è messo a leggere a cazzo duro il "best-seller perfetto", cercando di carpire i segreti per penetrare il caldo mercato della letteratura rosa. Allo stesso tempo, la controparte femminile—le menti dietro i libri stile Harmony—sbranava avidamente il romanzo bestemmiando a tutto spiano per non essersi mossa in tempo, ovvero non essersi spinta oltre sul versante erotico per paura di perdere la fan-base più conservatrice. Ora che l'hanno letto si sono rese conto, troppo tardi, di quanto più hard le loro storie soft sarebbero dovute diventare.

Per concludere la macrocategoria, le scrittrici che avevano capito, che ci avevano provato ad andare controcorrente, a scandalizzare le masse. Hanno rilasciato interviste vestite di latex citando Histoire d'O, ma alla fine le uniche copie che hanno firmato da dive sono state a Zibello, patria del culatello e del primo festival di letteratura erotica. Qualcuna di loro il suo momento d'oro l'ha anche avuto, ma certo non abbastanza da dimenticare gli sguardi ostili di zia Carmela ogni 24 dicembre o i sospiri del papà primario che si è sobbarcato le spese del master in scrittura creativa. Loro non ce l'hanno fatta, la cicciona inglese sì, e adesso vogliono disperatamente capire perché.
Quando spunta fuori un fenomeno letterario come quello in questione queste persone sembrano possedute dall'obbligo di leggerlo e parlarne, e soprattutto di farlo in maniera originale. E questo sia per evitare di limitarsi a commentare il libro come l'ovvia cagata che tutti sanno essere, sia per cercare di distinguersi dai propri simili che staranno anche loro pensando a come poterne parlare senza risultare troppo scontati. Ironicamente, nonostante siano l'anti-target di un libro del genere, sono le persone che probabilmente hanno prestato più attenzione mentre lo leggevano. Sì, noi rientriamo in questa categoria.
Parliamo di giovani donne mediamente colte, che studiano o lavorano, o che quando non hanno nulla da fare sono comunque impegnatissime a far credere di essere impegnatissime. Ragazze al passo coi tempi che usano la parola "piccante" per descrivere cose non commestibili e che, nonostante abbiano la testa sulle spalle e i piedi ben saldi nel quotidiano, non hanno mai smesso di sognare. Tradotto in soldoni, è quel target di lettrici talmente abboccone che riesce a immedesimarsi nell'eroina Ana Steele, e a credere che una storia del genere abbia più fondamento nella realtà della scena di Fantasia in cui Topolino fa pulire il pavimento alle scope magiche.
C'erano una volta orde di bambini che avevano perso la verginità letteraria per mano di un maghetto con gli occhiali. Poi, una volta teenager, molti di loro hanno continuato ad avere rapporti occasionali non protetti con il mondo dei libri grazie alla saga sui vampiri loro coetanei. Dopo, il nulla: le saghe (e le seghe) sono finite, loro sono cresciuti e passati a cose più importanti che leggere libri, tipo scopare per davvero. Poi però è arrivato Cinquanta sfumature a raccogliere l'eredità lasciata da Twilight. Un libro non più per ragazzini, ma per adulti, in cui le descrizioni formato-famiglia di scopate sadomaso sono eccitanti e anche istruttive. Il tutto è condito con quel gusto misterioso e per loro nostalgico che solo la saga che ha venduto fantastilioni di copie sa dare.

Da: www.vice.com

 
 
 
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