"Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi. Non vi chiedo di scacciare il tiranno, di buttarlo giù dal trono, ma soltanto di smettere di sostenerlo; allora lo vedreste crollare a terra e andare in frantumi per il suo stesso peso, come un colosso a cui è stata tolta la base."
Étienne de La Boétie
« Million Dollar Baby | The Wrestler » |
Anarchia, stato e utopiaPrendendo in prestito il titolo del saggio di Robert Nozik (che per la verità è interessante ma non sono riuscito ad entrarci bene, trovo molto più sulle mie corde gli scritti di Murray N. Rothbard per temi trattati), sulla scia del post di AnarchiaVelenosa e di un acquisto fresco di ieri, "Lo Stato canaglia" di Piero Ostellino, vorrei sviluppare un ragionamento sulla crisi. Avrei voluto farlo non prima della lettura del libro appena citato dell'editorialista del CorSera, ma devo dire di essere rimasto colpito dal post sopra riportato sulle proposte anticrisi. Il titolo è solo un esperimento - molto "semplificato"e breve: userò - con improbabili risultati - la "triade dialettica" del da me odiatissimo Hegel: TESI (anarchia), ANTITESI (stato) e SINTESI(utopia). Spero mi scuserete se alla fine risulterà un esercizio utile solo a dimostrare la mia inadeguatezza intellettuale. Anarchia (una lettura della crisi). La crisi viene da un sistema di cattivo investimento - l'ho già scritto su "Il ministro che cita Marx" e "Obanomics", abbiamo sperperato denari su investimenti sbagliati, essi non ci hanno remunerato e la crisi è diventata finanziaria (non avendo restituito i soldi che le banche, drogate dalle liquidità "centrali", ci prestavano acriticamente). Questo è il momento di riparare. Stato (la proposta). Ma uno Stato c'è, è in gran parte lui responsabile della crisi - con le banche centrali - : può essere utile? Utopia (sintesi). La sintesi di ciò è la sua irrealizzabilità. L'Italia ha i suoi anticorpi contro la libertà, fatti di regolamenti centrali e locali, di politica e cultura politica, di sindacati e di corporazioni, accumunati dalla condivisione del principio che l'Italia "è il paese dove tutto è vietato tranne che ciò che è espressamente permesso" - citando Ostellino - e il loro potere è direttamente proporzionale al "vietato". Un giorno, tra non poco, forse diventeremo più "occidentali". Un "paese dove tutto è permesso, tranne ciò che è espressamente vietato", ma bisogna accogliere prima di tutto in noi la responsabilità dell'indipendenza. Non sarà facile.
|
CERCA IN QUESTO BLOG
LE "INDISPENSABILI" DAL WEB
MENU
I MIEI BLOG AMICI
ULTIMI COMMENTI
AVVERTENZA.
Tutti i testi sono liberamente copiabili e riutilizzabili, le immagini sono prese dalla rete: eventualmente venisse riscontrato una violazione di diritti vari, gentilmente, AVVERTITEMI.
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 25/02/2014 alle 00:27
Inviato da: liberemanuele
il 24/02/2014 alle 23:33
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 01/12/2013 alle 16:15
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 10/12/2011 alle 23:33
Inviato da: liberemanuele
il 04/07/2011 alle 19:07