Creato da liberemanuele il 26/01/2009

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ordine spontaneo vs ingegneria sociale

 

 

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"Si, ipocriti liberal, č una guerra culturale!" M.N. Rothbard

Post n°86 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da liberemanuele
 

Siamo vicini alle elezioni, già si sono tenute primarie con le varie candidature ecc ... insomma, già abbiamo avuto un assaggio della povertà della ggente: dei politici e dei loro lecchini che ora corrono per garantirsi il voto che li legittimi a partecipare alla spartizione del bottino che ci rubano dalle tasche.

Solo un grido ho in mente: "sono tutti uguali, TUTTI".

Poi basta scambiare una chiacchiera col vicino al bancone del bar per accorgersi che noi "servi" alla fine sogniamo di diventare complici e protagonisti della rapina, esplicitandolo con tutta la crudezza possibili: "Voglio la poltrona ... Voglio la macchina blu ... Voglio tutto spesato ... Voglio vivere alla spalle altrui ... ". Una gran tristezza, soprattutto quando queste parole escono da bocche giovani come la mia, bocche ventenni, che hanno il mondo nelle loro mani, solo volessero ... già, a volerlo, in verità abbiamo venduto l'anima al parassitismo di maniera: non realizzarci, ma "magna' anche noi".

Da dove parte tutto ciò? Dalle famiglie che hanno messo in mano allo Stato la salute e l'istruzione dei loro figli? Dalle scuole pubbliche che promuovono il nichilismo marxista del nemico sociale o della psicologia di classe? Dalla abbandono della giustizia di Dio - della giustizia naturale - per abbracciare quella "positiva" del dio Stato?

Con il blog ho cercato di riflettere su molti di questi aspetti. Ho anche scoperto di "credere", in senso vero, autentico, profondo: credere che una giustizia c'è, esiste, non bisogna costruirla; mi professavo ateo, ma non lo ero, che si chiami Dio o no, io ci credo, credo che il giusto esista e che si deve studiare per scoprirlo e lottare per difenderlo.

In questo senso la cultura europea e quella americano sono diametralmente opposte, e non è difficile capire quale delle due sia nel "giusto".

La nostra cultura dipinge il capitalismo come selvaggio, animale, violento ... americano. Appunto, americano, perché invece in America - per quanto i tempi sembrano cambiare - l'imprenditore ha un ruolo di prestigio nella società.

Nella nostra cultura si inculca nel cervello dei giovani che il lavoro è un campo di battaglia dove imprenditore e dipendente si scontrano ad armi impari, e che lo Stato, il salvatore, provvederà a calmare gli istinti "omicidi" dei datori di lavoro. Il lavoro è un diritto che passa per lo Stato: esso pensa a sfornarli come fossero pagnotte di pane; invece il capitalista li distrugge.

"Il bravo studente europeo che esce a pieni voti da questo corso di studi anti-capitalista sarà convinto di vivere in un mondo molto peggiore di quello che è in realtà. Vedrà il suo datore di lavoro come un nemico a cui deve ribellarsi. Vedrà il posto di lavoro come una minaccia alla sua libertà. Vedrà le nuove tecnologie come un nuovo strumento di oppressione. In sintesi: le nuove generazioni vivranno nell'incubo del futuro. E vedranno ancora nello stato l'unica oasi di salvezza."

Guglielmo Piombini


In questi ultimi tempi gli Stati Uniti, con il successo dei liberal di Obama e la forte influenza di Hillary Clinton, esaltano il modello sociale europeo, tradiscono la tradizione dei padri fondatori americani preferendo il nichilismo positivista europeo.

La cultura europea è figlia di quel grande fallimento che è stato il socialismo, in tutte le sue forme nessuna esclusa, tant'è che le sue analisi di base vanno ancora per la maggiore e producono quel mostro burocratico e insaziabile che è l'Unione Europea e i suoi stati.

Gli stati europei sono tutti modellati al sistema sociale e assistenziale che caratterizza l'Europa del dopo guerra mondiale; il welfare state è la manna dal cielo per politici e burocrati che hanno finalmente un mezzo per trasformare i popoli liberi in popoli "dipendenti" dallo stato; le elité godono a turno di benefici, per poi magari essere scaricati alla gogna democratica dello scandalo politico che danneggia sempre, e in maniera più decisa, i non-politici.

Il "popolino" viene foraggiato di servizi inefficienti; scoraggiato all'impresa e alla creazione di ricchezza, è indotto per "convenienza" a sperare di consumare quella degli altri.

"... Appaiono nuove generazione adeguate - o com'è ormai di moda dire "condizionate" -  a nuovi incrementi del potere dello Stato e che tendono a considerare normale il processo di accumulazione continua di potere [...] E nel loro essere incorreggibili sicofanti diventano, come dice Plutarco, una sorta di ipocondriaci che non osano mangiare o fare un bagno senza consultare il loro medico ..."

Albert Jay Nock


Noi giovani forse siamo il capitolo più triste: ormai senza speranze per un futuro che miri a realizzarci, tranquillità e sicurezza sono diventati gli obbiettivi supremi da seguire, per cui manifestare e lottare.

Il vero nemico da combattere è il dispotismo della burocrazia, l'efficientismo politico dell'ingegneria sociale, in una parola lo Stato per com'è e per come sta diventando, nel nome della giustizia.

"...la libertà è un principio morale, radicato nella natura umana ... Se si vuole raggiungere la libertà, la forza motivante dev'essere la giustizia e non la debole canna della semplice utilità".

Murray N. Rothbard

 
 
 
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