"Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi. Non vi chiedo di scacciare il tiranno, di buttarlo giù dal trono, ma soltanto di smettere di sostenerlo; allora lo vedreste crollare a terra e andare in frantumi per il suo stesso peso, come un colosso a cui è stata tolta la base."
Étienne de La Boétie
« Nessun passo avanti, qua... | C'è solo un' unica exi... » |
"Non c'è modo di evitare il collasso finale di un boom indotto da un'espansione creditizia. La scelta è solo se la crisi debba avvenire prima come risultato dell'abbandono volontario di un'ulteriore espansione del debito o più tardi con la totale catastrofe del sistema monetario coinvolto"
Ludwing von Mises
Non ci sono grandi novità in questi giorni. Una chiacchierata con un cliente, che per lavoro gira molto, mi ha confermato l'idea che la ripresa dalla crisi sia ancora lontana, che la propaganda berlusconiana sull'uscita dalla crisi sia l'ennesima buffonata del potere nonché un'arma a doppio taglio, giacché molti individui, accecati dalla propaganda, non sì rendono conto della situazione: sperperano risparmio in acquisti di cui potrebbero fare a meno, consumano, condannando così le sorti del capitalismo, e della nostra stessa società, ad un destino non proprio roseo essendo il capitale composto da risparmio. Risparmio che al momento invece sta diminuendo - se non scomparendo. Si comprano auto per sfruttare gli incentivi statali, invece di spendere cinquanta euro per ripararlo, si cambia il frigorifero per sfruttare le detrazioni statali, il tutto magari indebitandosi, alimentando le stesse cause che hanno creato la crisi. Lo Stato dal suo, continua ad iniettare carta straccia nel mercato, pompa i mercati azionari, incentiva il consumo, ingrossa il debito pubblico, a breve il governo italiano obbligherà le banche ad offrire credito a troppi senza garanzie sufficiente, in America una riforma sanitaria sconsiderata - se passerà l'esame del Congresso - appesantirà il debito pubblico come un' ennesima guerra - nemmeno troppo lontana con l'Iran.
Lo Stato con la pretesa di governare la crisi, la sta alimentando, le bolle scoppieranno sempre più frequentemente, l'illusoria ricchezza generata dalle politiche di sostegno all'economia, presto verranno smascherate per quel che sono: ricchezza produttiva bruciata per gonfiare settori economici improduttivi - come quella esasperata dell'ecologico - o dissestati cui si nega la possibilità di correggersi. Ma le auto-correzioni proprie del mercato diventeranno sempre più severe e allo stesso tempo necessarie. Gli ingegneri sociali dello stato ovviamente non demorderanno e così avanti.
Ritornando alla chiacchierata, questo mio cliente ha detto qualcosa di molto vero parlando di "economia reale": ancora il 2009 non è stato malissimo, perché sì sfrutta quel che rimane della sbronza fatta negli anni precedenti, ma l'anno prossimo sarà la vera battaglia contro la crisi. Infatti, si dovrà fare i conti con quel poco che rimane dopo un anno di crisi economica e lavorarci!
"Ma comunque bisogna ripartire, perché alternativa non c'è."
Questo è lo spirito che ha fatto grande la nostra civiltà. Non limitarsi a fare dei macro conti e disperare, ma affidarsi alla propria creatività imprenditoriale e tornare a lavorare, a produrre, anche quando sembra impossibile. Realizzare quello che prima non c'era e sembrava impossibile, valutare, azzardare risposte e azzeccarci! Solo questo spirito, disperso in tanti individui e non progettabile da una sola super-mente, ma che si alimenta e prospera dalla cooperazione volontaria, ci offrirà la via d'uscita: un miracolo inintenzionale (ordine spontaneo) frutto di tante "azioni umane" intenzionali (prasseologia).
"La nostra società dipende, nella sua origine e per la sua preservazione, da quella che con precisione può venir descritto unicamente come l'ordine esteso della cooperazione umana: comunemente conosciuto come capitalismo"
Friedrich von Hayek "The Fatal Conceit"
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