Post n°32 pubblicato il 11 Novembre 2011 da psico_crazia
Uscirai fuori dal sonno; sicura, nella mia vela arancione. Scivolerai sul legno di cedro e rovere sino alla riva, lontano mille clessidre, intorno a granelli di tempo. Disegnerai mappe di linee e ombre, correnti e venti, di piccole isole affioranti su un taglio dell'acqua.. Annegherai sotto un cielo complice fatto di sole e luna , uno sull'orlo dell'altra per il controllo delle tempeste e maree. Distenderai mani verso il mare. Sale e conchiglie. E solleverai il corpo, finalmente arreso alle lusinghe della serenità. Assisterai al divenire, persa nel centro esatto di un incantesimo. Acqua e luce sommergerà ogni cosa, spegnendo il buio.
Tempo fragile che non lascia riposare senza essere disturbati. Nel buio cerchi, tra gli oggetti della stanza, forme fantastiche, ancora persa tra le note di un accordo armonioso. Ascolti ancora un attimo, distesa sul letto. Muta nel tuo nido. Tra silenzio e rumore, spilli di sangue premono dall'interno.
E poi... trasferirsi dalle idee della notte in quelle del giorno e ammainare la vela tra gli oggetti della quotidianità: indumenti su una sedia, lenzuola disfatte, libri... bocconi spezzati senza un tempo per un gusto da conservare.
E subito dalla quiete al frastuono, pensando al domani, in quel rettangolo di cielo che un Dio t'avrebbe riservato, donando anche a te il suo Giordano, i traditori e la sua croce. E l'eco dei ragazzi, le corse tra marciapiedi stesi sotto palazzi incolori, tra lampioni di luce ancora accesi e mozziconi di sigarette bruciate.
Inviato da: boezio62
il 06/06/2017 alle 16:04
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il 27/05/2017 alle 08:13
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il 20/05/2014 alle 17:12
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il 19/05/2014 alle 21:44
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il 18/05/2014 alle 20:16