Creato da italianopensieroso71 il 03/02/2007
Cosa sta succedendo in Italia? Vivendo all'estero ma essendo cittadino italiano, non capisco come mai gli italiani subiscono passivamente le decisioni prese non per il loro interesse ma solo per sfacciato interesse politico
 

 

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C'ERA DA ASPETTARSELA........COME DA COPIONE!!!!!

Post n°23 pubblicato il 07 Giugno 2007 da italianopensieroso71
 
Foto di italianopensieroso71

Sconcerto, sorpresa, grida, insulti, dichiarazioni al vetriolo. È una giornata ad alta tensione al Senato, scandita da una temperatura politica rovente che accompagna i lavori fin dalla prima mattinata. Ma è l’intervento di Tommaso Padoa-Schioppa a rompere gli argini della rabbia e a far scattare una reazione durissima e compatta, all’insegna dello sdegno e della condanna, da parte di tutta la Casa delle libertà, senza dissonanze o distinguo contro un discorso che suona quasi come una provocazione.
La morake e:al comando della Guardia di finanza c’era un mezzo delinquente, anzi un mezzo golpista. Il generale Roberto Speciale gestiva le Fiamme gialle in maniera personalistica, con totale mancanza di prudenza e riservatezza. Col suo comportamento è venuto meno alle regole deontologiche, ma ha fatto venir meno anche «l’autonomia di un corpo militare dello Stato», trasformandolo in una specie di corpo separato. Tommaso Padoa-Schioppa non ci è andato leggero con l’ex capo della Gdf. Eppure, se si tolgono le frasi roboanti, del discorso del ministro dell’Economia non resta nulla, anzi appaiono evidenti i motivi per cui Speciale è stato destituito. Il ministro ha evitato di spiegare le ragioni che, con la massima urgenza, indussero il suo vice Vincenzo Visco a chiedere la rimozione dei vertici delle Fiamme gialle in Lombardia e non ha formulato una sola accusa contro il comandante generale defenestrato. Ripulito dalle citazioni, dell’intervento di Padoa-Schioppa resta un solo elemento: Speciale è stato rimosso dal comando generale perché s’è opposto alla lottizzazione della Guardia di finanza. Basta rimettere in ordine i fatti per capirlo. Padoa-Schioppa incolpa il comandante generale di mancanza di trasparenza. Ovvero: non concordava preventivamente con Visco nomine e spostamenti all’interno della Gdf. Il generale Speciale, in ossequio alla legge, decideva autonomamente, senza prendere ordini dal viceministro. Più che una colpa mi pare una virtù, che meriterebbe un encomio. Ma come sempre la sinistra una paroloni che fanno rumore e ad effetto ma prive di contenuti.
Tps imputa al generale mancanza di prudenza e di riservatezza. In una parola, di fronte all’arroganza del viceministro che pretendeva senza motivo di trasferire gli ufficiali milanesi, Speciale non sarebbe stato zitto. Si sarebbe ribellato. Avrebbe messo a verbale le pressioni e le minacce. Non ho esperienza militare, ma, confrontato con l’opportunismo di tanti «Signorsì», ritengo che anche questo atteggiamento meriti una medaglia. E poi? Che altro ha commesso l’ex comandante generale per essere bruscamente licenziato? Di quali gravi manchevolezze s’è reso responsabile oltre a quella di non aver chinato il capo dinanzi a Visco? Nel discorso di Padoa-Schioppa non si trova accenno a nessun’altra colpa. Del resto, se Speciale fosse quel malandrino ora descritto dal centrosinistra, perché Tps venerdì pomeriggio gli avrebbe offerto un posto alla Corte dei conti, che non solo avrebbe garantito al generale un incarico sicuro per i prossimi 10 anni, ma anche uno stipendio di 120mila euro l’anno, che si sarebbe sommato alla sua pensione di ufficiale dell’esercito? Perché il governo avrebbe voluto premiare un comandante fellone e anche un po’ golpista? Forse ne voleva comprare il silenzio?Perché allora promuoverlo alla Corte dei conti invece di degradarlo con ignominia? E se il viceministro Vincenzo Visco ha invece avuto un comportamento ineccepibile e adamantino, pur senza farlo «santo subito» come irridevano i cartelli innalzati dalla Cdl, perché mai costringerlo a restituire la delega proprio sulla Guardia di finanza?
L’intervento del ministro dell’Economia invece d’allontanare le ombre ne ha allungate di nuove sul governo e sulla maggioranza che lo sostiene. Se si è disposti a destituire – o, meglio, ad avvicendare, per usare la terminologia cara al presidente del Consiglio – un altissimo ufficiale nonostante costui non si sia macchiato di alcuna colpa, qual è la posta in gioco? Cosa si deve difendere o nascondere?
Piccola parentesi:nel giorno in cui Tps tentava di salvare il governo infangando un militare, il gip di Milano toglieva il segreto alle intercettazioni dei politici sul caso Unipol e sul quotidiano La Stampa spuntava un dossier che tirava in ballo conti esteri del vicepremier Massimo D’Alema. Un fascicolo per ora senza alcun riscontro, ma che ha fatto fremere la maggioranza e sul quale indaga la Procura di Milano. E sempre i Pm del capoluogo lombardo stanno lavorando su un pacchetto di azioni legate alla scalata Unipol e accumulate – come riferisce l’agenzia di stampa Radiocor – in un conto svizzero. Vi parrà strano, ma quei titoli sono stati trovati dalla Guardia di finanza.
Le controrisposte dell'opposizione davanti al delirio di Tps non sono tardate, anzi......
La sequenza di affondi contro la linea scelta dal ministro dell’Economia è impressionante. «Mai, nemmeno nei peggiori dei peggiori periodi della Repubblica, siamo caduti così in basso» attacca Roberto Calderoli. «Se il generale Speciale era quel figuro dipinto dal ministro perché se lo sono tenuti per un anno e due mesi? E perché poteva risultare degno di entrare a far parte di un organismo giudicante? E perché hanno tolto le deleghe a Visco invece di fargli un encomio?». Ma il furore della Lega non finisce qui perché in aula, durante le repliche, Roberto Castelli sferra un altro durissimo attacco contro il ministro che «ha squalificato questo governo, se c’era bisogno di squalificarlo». «Speciale esce molto bene da questa vicenda ed esce molto male Padoa-Schioppa. Io ho affrontato aule anche più ribollenti di questa, ma sono sempre andato a difendere il mio onore e le mie convinzioni: perché Visco non c’è? Perché è scappato? Dov’è? Se fosse così consapevole delle sue ragioni dovrebbe essere qui a guardarci negli occhi, invece è scappato».
Il segnale che la rabbia è davvero condivisa da tutti arriva quando una colomba come Francesco D’Onofrio si trasforma in un raffinato gladiatore pronto a menare fendenti pesantissimi. Il presidente dei senatori Udc dà dell’«ignorante» ben sette volte al ministro dell’Economia. E definisce «poco credibili» le accuse mosse al generale Speciale. «Mi chiedo: perché lo avete nominato alla Corte dei Conti? La Corte non è la discarica della feccia umana. Così lei ha insultato quella Corte. Lei è ignorante e non sa che il governo non ha un potere assoluto rispetto al Parlamento. Non è un fatto grave, d’altra parte lei viene dalla Banca d’Italia, è un ministro tecnico può essere ignorante. Le cose le può anche imparare. L’ignoranza costituzionale è evidente. Ma qui non siamo di fronte al governo di Gengis Khan». Gli affondi non sono finiti. Perché Altero Matteoli, che parla a nome di An, spinge ancora sull’acceleratore della polemica frontale. «Ministro, lei ha dimostrato di essere la vergogna di questo Paese. Questo è un governo di complici che intervengono per coprire le rispettive marachelle. Lei non ha chiarito un bel nulla, ha solo pronunciato frasi pesanti e gratuite contro il generale Speciale, al limite dell’offesa. Questo è un governo con l’acqua alla gola, divenuto pericoloso per il Paese». E se Mauro Cutrufo, per la Dc per le Autonomie, parla di «comportamenti illegittimi e di abuso di potere», Renato Schifani ritorna sulle contraddizioni che hanno contraddistinto la vicenda. «Signor ministro, il comando generale della Guardia di Finanza non può essere asservito al potere politico. Siamo in balia di un governo che esercita il potere per risolvere i propri problemi di sopravvivenza. Per questo avete sacrificato un galantuomo».
La chiosa finale è per Gianfranco Fini: «Sono certo che tutte le persone e le realtà per bene, che lo conoscano o meno, sono dalla parte del generale Speciale. Ricordo alle sinistre che le Forze armate non sono agli ordini del governo, ma dello Stato». E Pier Ferdinando Casini, di rimando: «Il governo non può permettersi di interferire sulla Guardia di Finanza. In ogni caso una cosa è certa: la spinta propulsiva del governo Prodi, se mai l’ ha avuta, si è abbondantemente esaurita».
Ma, com'era nell'aria non esiste un caso Visco-Speciale: il generale è colpevole di tutto e di più, il viceministro è un politico specchiato. Marini ha dovuto interrompere la seduta dopo appena due minuti, con imbarazzo anche della diretta televisiva, per gli strepiti e le urla che son ripresi poi costanti per gli interi 40 minuti dell’incredibile j’accuse di Padoa Schioppa. «Buffone, buffone!» gli gridavano mentre volavano manifesti con Visco nei panni del Padrino, «state ammazzando la democrazia!» mentre da An gli veniva lanciato un berretto delle Fiamme gialle. Quello niente, imperterrito e temerario.
Pessima figura della maggioranza!!!!!!L'ENNESIMA!!!!!

 
 
 
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