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Lunga vita a Pierre!

Post n°189 pubblicato il 24 Settembre 2016 da greppjo
 
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Cortona, 25 settembre 2016. Auguri speciali e fraterni ad un grande italiano.

Pierre Carniti, un mito del sindacato e della politica italiana, compie oggi ottant’anni. Tanti auguri,Pierre, anche dai tuoi amici delle terre cortonesi.
Nato il 25 settembre 1936 a Castelleone in provincia di Cremona, Pietro Secondo Carniti detto Pierre è un’icona cislina di primo piano, un mito sindacale per quelli della mia generazione. Dai campi ,dalle terre delle Bodesine alla metropoli industriale di Milano, ai palazzi politici di Roma e di Bruxelles, Carniti è sempre rimasto dalla parte dei lavoratori e degli ultimi, di coloro che non hanno voce. Questo , in estrema sintesi, infatti il filo d’Arianna del cammino sociale ed umano di  Pierre Carniti, che oggi spegne le sue ottanta candeline.

Ottant’anni sono un traguardo , una tappa importante nella vita di ogni persona, ma lo sono ancor di più per uno che si è donato ( e continua a donarsi nei tempi nuovi dell'oggi) all 'altro , al prossimo senza risparmio intellettuale e fisico per combattere la “buona battaglia” dei diritti del lavoratori, della loro promozione umana nei processi economici e civili dell’Italia del Secondo Novecento . Cioè di un cinquantennio che ha visto trasformazioni complesse e magmatiche della nostra democrazia, della nostra libertà e  del cammino dei valori di uguaglianza, di solidarietà, di dialogo e di cittadinanza.

Carniti è stato ed è in questo senso una delle bandiere “biancorosse” e “verdi” più amate e significative del popolo italiano che crede , che si riconosce e vuole progredire seguendo i  dettami  della nostra Costituzione repubblicana ed in particolare del suo primo articolo: un paese fondato sul lavoro.

Carniti, nel ventennio 1960-1980, è stato un sindacalista d 'assalto che ha guidato battaglie memorabili per  la contrattazione nazionale ed aziendale. Il suo comizio alla grande manifestazione nazionale dei metalmeccanici a Reggio Calabria nell’ottobre 1972 è stato utilizzato addirittura come colonna sonora  del finale del  film  “Bianco e nero” uscito nel 1975.

È stato poi, ed  è tutt’oggi, un leader sindacale e politico nazionale nel senso nobile del termine, cioè che ha  inteso e praticato sempre il sindacato e la politica  come servizio  alla comunità nazionale  e  locale, come liberazione del lavoratore dalle  subalternità economiche  e culturali.

Carniti è un leader carismatico che a ventitré anni guidava i metalmeccanici milanesi, a trenta quelli di tutt'Italia. A trentatré anni fu membro di segreteria nazionale della Cisl, anche se per pochi mesi. Ne uscì  per guidare , assieme a  Benvenuto e  Trentin, gli operai  italiani nella grande stagione  delle  lotte degli anni  1969-1973. Rientrato poi in segreteria nazionale della Cisl, a soli quarantatre  anni, nel 1979, ne divenne il segretario generale. Nel sindacato e nella politica Carniti è stato ed è un vero antiguicciardiniano. Egli infatti non si è mai mosso per “convenienza del suo particolare” ,  ma sempre per  idealità  e concreta serietà ed onestà del fare a vantaggio del bene comune, dell’interesse generale.

Mitiche sono rimaste alcune sue scelte. Come quando rinunciò alla Presidenza della Rai pur di  non venir meno  ai suoi  principi. Oppure come  quando dopo  un discorso  all'annuale  Forum  Ambrosetti , avendo  avuto  il  rimborso  spese  vive dal  sindacato,  girò l'assegno del compenso  ad  un  istituto  di cultura, comunicandolo con  lettera allo  stesso  presidente  del  Forum. Oppure come quando, nel 1983, contro uno sciopero corporativo di alcuni medici ospedalieri scrisse al Presidente del Consiglio chiedendogli  a nome della Cisl di  precettare  quei lavoratori  che  stavano mettendo  in serio  pericolo la salute  degli ammalati, cioè dei  cittadini  italiani più deboli.

In questo suo fare e teorizzare l’azione sindacale, egli a buon  diritto si  inserisce nel solco  tracciato dai giganti italiani della  cultura cristiano sociale del cattolicesimo democratico e  del socialismo democratico: da Giulio Pastore a  Ferdinando Santi , da Riccardo Lombardi  a  Sandro Pertini, da  Dossetti ,  Lazzati, La Pira ad  Aldo Moro e ad  Amintore  Fanfani.

Il modesto e  cislino minore, figlio di contadini cortonesi, che scrive questa nota di auguri ha avuto  la  fortuna  di  averne e goderne  l ' amicizia  a  livello di  un  fratello  maggiore. E quindi  nell ' augurargli ogni bene in questo suo genetliaco, non può che aggiungere un  fraterno  grazie  e  gridare un  sincero : Lunga  vita a Pierre!
Ivo Camerini

 
 
 
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