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Convegno "Vini trendy, vini evergreen"
Post n°12 pubblicato il 09 Maggio 2008 da losbeones
Il simposio tenutosi a San Pietro in Cariano (provincia di Verona) lo scorso 2 maggio 2008 verteva sui vini trendy ovvero che seguono i gusti del momento, ma che sono di norma destinati a rimanere un vago ricordo negli anni a venire, e quelli evergreen che invece sono conosciuti da tutti per la loro fama intramontabile, uno tra tutti lo champagne. Tornando a Verona, la valpolicella viene ricordata per l’amarone, un vino che presenta doti di struttura e longevita’. Si racconta che l’amarone sia nato per errore, dalla fermentazione completa di un vino dolce, il recioto, si e' di fatto ottenuto un vino secco e strutturato. Ricordo per chi fosse interessato che le annate eccellenti per gli amaroni rimangono: 1983, 1988, 1990, 1995, 1997, 1998 e 2000. In un periodo di frodi alimentari, soprattutto da parte di alcuni paesi esteri a danno dei piu’ rinomati prodotti italiani, durante il convegno si e’ pensato di tutelare la genuinita’ del nostro amarone applicando una fascetta cartacea che ne certificasse l’autenticita’. All’ottima idea avrei preferito, onde evitare un proliferare di fascette, che ne fosse realizzata una per tutti vini nazionali, casomai dividendo le fascette per le denominazioni: DOC, IGT o VdT. Durante il convegno ho finalmente avuto modo di sentir parlare un francese di biodinamica (nata dagli studi di Rudolf Steiner, http://www.rudolfsteiner.it/), sinceramente molte delle cose lette a riguardo mi hanno sempre fatto sorridere, alla stregua degli oroscopi sui giornali. Nel successivo intervento, il relatore di Franciacorta ha insistito sul connubio tra vino ed emozioni, in particolare ha espresso le potenzialita’ commerciali di associare un vino alla terra dove e' stato prodotto. In questo senso la valpolicella potrebbe sfruttare le stupende colline veronesi per stimolare ai nostri sensi quelle sensazioni di genuinita’ e di terroir che la contradistinguono (anche se come cittadino del paese che ha fatto nascere l'amarone avrei a che ridire sulle logiche urbanistiche che hanno e stanno tutt’ora deturpando le colline circostanti). Il relatore ha preso ancora una volta come esempio i francesi che studiano in maniera maniacale la disposizione dei filari disposti sulle colline. A seguire si e’ parlato di sagrantino, un vitigno autoctono umbro che negli ultimi anni ha saputo sfruttare la denominazione di origine controllata e garantita acquisita nel 1992 per lottare contro l’estinzione e crescere in termini di qualita’ e produttivita’. Infine ha concluso la serata il presidente del Consorzio Valpolicella (Emilio Pedron) che ha espresso l’opinione che tanta fama dell’amarone non deve essere dovuta principalmente dalle tecniche di cantina, ovvero l’appassimento forzato delle uve su gratticci di legno, ma deve essere ancor piu' valorizzata la tipicita’ del vitigno, del terreno, dell’uso di botti grandi e di meno barrique, e magari dalla presenza della botritis. Il tutto deve essere supportato da una comunicazione mirata, il marketing del Sagrantino e il paesaggio della Franciacorta fanno scuola in tal senso. La serata si e’ conclusa con la degustazione di alcuni vini, in particolare uno champagne biodinamico e un franciacorta bellavista entrambi di ottima qualita’ anche se lo champagne l'ho trovato piu' fine, un sagrantino di montefalco e una tavolata di valpolicella ripasso, recioti e amaroni. Un peccato l’assenza di prodotti tipici da abbinare ai vini veronesi che avrebbero potuto incuriosire ulteriormente le degustazioni. Stefano |
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il 27/06/2008 alle 07:31
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