Creato da losbeones il 17/02/2008

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Vinitaly 3-7 aprile 2008

Post n°10 pubblicato il 09 Aprile 2008 da losbeones

Come ogni anno abbiamo fatto la nostra presenza al Vinitaly di Verona, probabilmente la manifestazione fieristica più importante del settore. Noi ci siamo stati il sabato e per l'occasione abbiamo provato ad organizzarci cercando di visitare alcuni dei produttori più rinomati (Gravner, Bucci, ...) e degustare dei vini ottenuti da vitigni autoctoni. Il giro doveva iniziare con dei bianchi, per poi proseguire nel pomeriggio con i rossi e infine ultimare con i vini dolci.

La prima DOC e' stata la Valcepio 2007, un bianco sapido non particolarmente interessante, a seguire un piu' curioso rose' (Bramantino) metodo charmat o Martinotti, vinificato con l'80% di pinot nero + il 20% di chardonnay, beverino, fresco e leggero; quindi a proseguire un altro charmat con 100% di chardonnay e per finire un illustrissimo Franciacorta metodo classico dal bel colore brillante e con un perlage fine; al naso abbiamo avvertito inequivocabili sentori di lievito e fiori gialli/bianchi, al gusto cremoso, sapido e di corpo.

Trovandosi in zona siamo stato incuriositi da un San Colombano DOC, unico vino a Denominazione di Origine Controllata dell’intera Provincia di Milano. Il primo assaggio è stato di un bianco con il 90% di chardonnay e il 10% di pinot nero, al gusto sapido, abbastanza complesso e abbastanza strutturato. Proseguendo è stata la volta di un frizzantino più fresco del precedente e più beverino.

Piccola pausa per andare allo stand dove lavorava Riccardo che ci ha accolti facendoci accomodare a un tavolo, li abbiamo assaggiato un Lugana (100% trebbiano di soave), che è risultato armonico, fresco e morbido. L'assaggio successivo è stato di un Novello 2007 !!! con l'80% di macerazione carbonica. Piccola parentesi, mi chiedo perchè in Italia è concesso fare novelli con solamente il 30% di macerazione, anzi credo di intuirlo! Un giorno mi sono trovato ad acquistare del novello presso una rinomata cantina sociale nella Valpolicella, in quell'occasione ho avuto la sfacciataggine di chiedere alla titolare la percentuale di macerazione, ovviamente la titolare è caduta dalle nuvole! Tornando al nostro 'vecchio' novello, in bocca è apparso scarso in termini della vinosità e del floreale tipico della macerazione carbonica, nonostante tutto e' sembrato avere una spiccata freschezza che ha permesso al vino di mantenersi su un discreto equilibro gustativo.

Un salto in Sicilia a trovare la cantina Baglio Hopps, forse la migliore a mio giudizio tra quelle visitate durante le giornata in fiera, se non altro per le idee dell'enologo che, come ci ha raccontato, ha cercato di produrre il vino utilizzando vitigni autoctoni (grillo) in modo da  premiare la tipicità del territorio siciliano. Il primo vino che ci hanno offerto è stato un grillo in purezza del 2005, fermentato e affinato in legno. All'olfatto si è avvertito una decisa mineralità (dovuta al territorio e alla vicinanza del mare) e delle leggere note terziare tipiche del legno. Al gusto è risultato caldo, sapido (si sentivano le labbra asciugarsi), persistente e morbido (tannini gallici del legno). Altro vino bianco del 2007 ottenuto sempre da uve grillo e con un poco di chardonnay, al gusto e' sembrato molto più fresco del precedente, caldo e persistente con evidenti note agrumate (pompelmo). A seguire un rosso tipicamente siciliano, un Nero d'Avola 2006, con evidenti sentori di graffite, marasche e ciliegie lasciate macerare per un breve periodo sotto spirito, caldo, tannico per via della sua gioventù, con un finale amarognolo. Proseguendo con gli assaggi è stata la volta di un rosso del 2003 ottenuto con uve alloctone, in particolare cabernet sauvignon e merlot, affinato in legno per 13 mesi e in bottiglia per 18 mesi. Nonostante i 5 anni di età è sembrato ancora pronto, con ampie possibilita di invecchiamento, anni dove potrà regalarsi altri aromi terziari a vantaggio della complessità e arrotondare i tannini a favore della morbidezza. Al gusto caldo, tannico, sapido, con una buona freschezza; al naso sentori di tabacco, legno bruciato (cenere), frutta rossa e fiori appassiti. Per terminare una chicca, un Marsala ambra secco affinato per 4 anni in botte e 2 in bottiglia, al naso sentori eterei (colla), cereali, miele. Un vino da meditazione, che nella versione dolce potrebbe riuscire nell'abbinamento con dei dolci strutturati tipici siciliani, magari al ciccolato.

Dopo la pausa pranzo abbiamo cercato Gravner per provare i suo prodotti alternativi, tuttavia ci siamo presto resi conto della sua assenza in fiera, quindi ci siamo incamminati nelle Marche per assaggiare qualche Vermentino dei Castelli di Jesi di Bucci. Qui ci è stata servita l'annata 2007 a temperatura ambiente! che ha reso vano qualsiasi tentativo di assaporare il vino per la mancata freschezza, abbiamo tentato con una verticale facendoci riempire il bicchiere con un 2004 riserva affinato 18 mesi in legno prodotto solo nelle annate migliori. Anche questa volta ci e' stato servito a una temperatura inaccettabile, cosi dopo qualche assaggio abbiamo ringraziato e ci siamo allontanati senza commenti, posso solo ricordare una certa persistenza aromatica, una discreta morbidezza e un retrogusto amarognolo tipico di questo vitigno.  

Decisi ad assaggiare uno Sciacchetrà ci siamo rivolti allo stand della Liguria, dove però, dopo un'attesa interminabile al bancone dei vini dolci, abbiamo preferito ripiegare in quello adiacente, dove abbiamo potuto assaggiare uno Sciac-trà, un vino a base di dolcetto che in Liguria viene chiamato ormeasco. Quindi un pigato dai profumi intensi e dolciastri, al gusto sentori salmastri, diverso da quello coltivato nella provicia di Imperia che, come ci hanno spiegato, per via del terreno e del microclima avrebbe dovuto essere meno invadente e più fine. Per terminare abbiamo degustato un vermentino che assomigliava per alcuni versi al pigato, anche se più prepotente e sapido.

Prossimi a lasciare la fiera ci siamo decisi a provare qualche vino dolce, così dopo aver gironzolato per un po', abbiamo fatto meta allo stand del Lazio, dove ad una gentilissima sommelier abbiamo chiesto di provare qualche frascati canellino nella tipologia muffato. Per inziare ci ha fatto assaggiare una vendemmia tardiva dal gusto semplice e abboccato, non particolarmente degna di nota, come del resto anche la versione passito. A seguire la sommelier è riuscita, chiedendo ai colleghi, a procurarci un canellino muffato (l'ultima bottiglietta disponibile nello stand) che però ha deluso le aspettative. Ben altra cosa un moscato di Terracina (Sant'Andrea) passito, nell'assaggiarlo si sono avvertite note agrumate e di miele che si ritrovavano anche al gusto, evidentemente morbido e complesso. Per finire un delizioso liquoroso ottenuto da uve cesanese (se non ricordo male si chiamava Gravina), dal sapore di amaretti, amarene, mandorle, ottimo da versare sul gelato.

Stefano

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/08 alle 00:41 via WEB
Cari amici Los Beones, ho letto con molto interesse la vostra uscita a Vinitaly. Vi ringrazio anche per aver messo L'Acino Parlante tra i vostri siti preferiti. Inequivocabile e simpatico il vostro banner di intestazione! Ciao da Bernardo Pasquali
 
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