Erebos

Pubblicazione di brevi racconti e poesie

 

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L'ELOGIO DELLA FOLLIA

" Se il matto persistesse nella sua Follia andrebbe incontro alla Saggezza " (W. Blake)



" Meglio che sia poeta a caschi morto... Essere pazzo è l'ultimo dei miei crucci " (J. Kerouac)


" Qualunque cosa dicano di me i mortali (so bene che la pazzia gode di pessima reputazione anche tra i folli più folli) ebbene sono io la sola, proprio io in carne ed ossa, grazie ai miei poteri sovrannaturali, a infondere serenità nel cuore degli uomini e degli dèi. La differenza tra un pazzo e un saggio sta nel fatto che il primo obbedisce alle passioni, il secondo alla ragione." (Erasmo da Rotterdam)



 

 

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A volte ritorna

Post n°108 pubblicato il 07 Maggio 2008 da Erebos

Anniversario di Dolore... per chi mi conosce



Mi hai illuso Messer Tempo, ti sei burlato di me,

ma non posso biasimarti. Anni son passati da quel

nostro incontro e mentre le lacrime si abbracciavano

danzanti sul mio volto pallido da Dolore oppresso,

tu, ilare giullare dai mille volti, mi prendesti la mano,

sollevasti il mio volto e giurasti che mi avresti salvato,

che mi avresti fatto dimenticare quella morte talmente

lancinante perchè non la mia. Dicesti di essere in grado

di preparare un liquore d'oblio che, se non proprio

Dimenticanza avrebbe addormentato nel mio cuore,

almeno un soporifero velo ovattato avrebbe

disteso su di esso in modo da attutire le sue percezioni

di quel funesto e maledetto giorno.

Poco manca all'Anniversario di Dolore e nulla

pare mutato dopo anni, carogna blasfema!

Perchè il ricordo Suo è sempre più forte e vivido

in me e perchè la Tristezza è l'unica mia compagna

in questi giorni? Perchè Rabbia mi solletica

le mani impotenti ormai e un demone, di nome

Rimorso, mi divora le viscere? Perchè avrei

egoisticamente preferito odiarlo di modo

che la dipartita sarebbe stata simile a gioia?

Perchè invece lo amo più che mai e spero sempre

di specchiarmi nella luce riflessa di lassù

della sua anima mai pavida? Un suo sorriso

mi rasserenava quando la terra pareva sfaldarsi

sotto di me, le sue grandi mani mi contenevano

da piccolo e l'ammirazione che abitava negli

occhi miei al solo guardarlo mi fa sorridere lacrime.

Ho cercato, padre mio, un motivo per provare

rancore nei tuoi confronti, che mi potesse indurire

il cuore come l'arido alito del deserto, ho invitato

Ragione a simposio e quanto abbiamo discusso

per cercare un motivo. Ho cercato di essere forte

come tu sempre mi dicevi, ho cercato di non piangere

e di cacciare sempre più giù la morsa sanguinosa

che mi dilania l'anima, ho cercato risposte nel

tuo ricordo che rende immortale, ho cercato...

Dio solo sa quanto ho cercato! Ma vorrei essere

ancora quel tuo figlio che perdeva la sua mano

nella tua e che ascoltava rapito la saggezza stillante

dalle tue labbra scure come le mie. Vorrei di nuovo

far danzare l'anima mia sulle tue gambe e addormentarla

cullata tra carezze forti di tenerezza.

Ti voglio bene padre anche se te l' ho detto poco. Quanto?

Mi domandavi quando vivevo di sogni incantati

e, mentre tu mi guardavi sorridendo, io allargando

al massimo le mie piccole braccia e ti rispondevo:

" TANTO COSI'!".

Quando domani, come ad ogni sorgere del sole e

per l'Eternità, mi osserverai da lì, ti prego

accarezza i miei capelli con un soffio della

tua anima e sveglia il mio cuore con quel tenero

bacio che mi faceva sentire sicuro e protetto:

sentendolo, magari piangerò, ma saranno lacrime

d'ambrosia che ti racconteranno il mio affetto per te.

Per sempre il tuo piccolo.



 

 
 
 
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