Creato da ridicolaleggerezza il 30/01/2007

s-TRAVEstiti

nel senso di troppo o di troppo poco

 

era ora

Post n°273 pubblicato il 23 Marzo 2009 da ridicolaleggerezza

pensavo non sarebbe mai giunto il momento dei saluti.
invece eccoci qua.
lo so gente mia, s'avvisa prima. ma la ridicola è così: impulsiva, non ci pensa troppo. quando ha da fare, lo fa.
dunque amici calano le tenebre.
si chiude una pagina d'esercizi, un libro, un bar, un palcoscenico della vita.
ci si dice addio oppure arrivederci.
lo si fa con il cuore e con la ragione.

è il momento, il luogo giusto e il motivo giusto che icalza e avvolge la conclusione.


si spengono quelle bellissime candele. le candele illuminanti e romantiche di alcune schegge della mia giovane vita.
se ne illuminano altre, più intense e meno intense.
non importa. importa che quand'è il momento, non ci si tiri indietro. com'io non faccio.

una cosa soltanto vi chiedo:
"non lasciate che la disinformazione e l'egoismo producano mostri,
non lasciate spazio al potere,
lasciate invece che germogli e cresca lo spazio della volontà, del desiderio, della felicità, della solidarietà e del vostro bel io".

infine vi saluto, con il solito leggero bacio sulla punta: non dimenticate la  leggerezza  

ecco le ultime parole della ridicola in questo non luogo. ci rivedremo o forse no.

s'è scritta la parola FINE.

 
 
 

un link per N.

Post n°272 pubblicato il 21 Marzo 2009 da ridicolaleggerezza

sei estranea e non capisci cosa è tutta la roba buttata alla rinfusa su questa terra. sei aliena al rumore delle onde salate, per te l'acqua è sempre stata dolce. sei esterna alla sporcizia lungo la via, tu hai sempre corso su vallate intatte, che non conoscono i rifiuti delle vite umane. allora mentre osservi, annusando l'aria salmastra, vedo la tua tristezza. catapultata su un'isola che non c'è, dove peter pan non sconfiggerà mai capitan hook, pensi alle tue morbide montagne. e vinta dalla nostalgia dell'aria cristallina ti sdrai su questo nudo e sporco suolo pensando al tuo cuore lontano, sperando in un vostro incontro. e piangi silenziosa, chiedendomi di troncare queste catene avvelenate di distacco. e voli con la tua mente in alto, lassù fino a toccare il sole. mentre a me non resta che amare questo profilo grigio intenso in contrasto col il riverbero arancio del sole che tu tocchi.
sei nera come la notte e scrissi su di te prima ancora di pensarti, t'incontrai col nome Nero

 
 
 

non piangere, non sentire le catene infette

Post n°271 pubblicato il 13 Marzo 2009 da ridicolaleggerezza

c'è il mare, il suo sapore, il suo odore, il suo sale e la sua brezza. e c'è la catena, la catena degli affetti che hanno bisogno di lontanza. e c'era un post stamattina che non sono riuscita a pubblicare. e c'era un insieme di parole poetiche che trafiggono il cuore e raccontanano della possibilità di dire no. c'è un uomo, evaso, un uomo senza padre e senza amore, un uomo che scintilla di incantesimi. c'è il battito di ogni cuore che apre miliardi di possibilità, passando per la angosciosa perdita della capacità di perdonare. e c'è la complessità cui tutto tende, e la scelta sbagliata per la causa giusta. c'è l'immenso gioco della giustizia ingiusta e la finita guerra dei fratelli. e infine ci sono i pensieri puri e le azioni nate da essi. ci sono i canti e le danze, dei corpi e delle menti.

poi il pianto di un amore e il suono roco delle sue gocce. tan tan tan.

non piangere, l'amore non ha confini.

 
 
 

un anno, ne è passato uno

Post n°270 pubblicato il 09 Marzo 2009 da ridicolaleggerezza

è passato un anno da quando presi quel bus. era un momento di pensieri frivoli, cioè non proprio frivoli, innamorati ma non frivoli, solo un pò più leggeri degli attuali. è passato un anno e non dimentico il sapore nuovo e ghiacciato della montagna, e non dimentico un volto incappucciato e nascosto agli occhi indiscreti. non dimentico quella pulce nera e non dimentico la musica in quella cucina gelida. non dimentico la prima notte e le mie lacrime. lacrime infinite, inconcepibili. lacrime non tue. lacrime mie, che adesso per fortuna non ci sono più. ma sai è passato un anno e non dimentico, non dimentico nulla. nè le lacrime, nè la gioia di una scoperta. la scoperta di una magia che pensavo impossibile. e non dimentico la lontananza dell'oggi, come la lontananza dalla leggerezza. non la dimentico, ma la combatto assieme a te. che come un derivato (che è complementare, ma indipendente) agisci a distanza. sarà la teoria della relatività e quel retorico tappeto per saltellare che tiene assieme anche l'illogico. è passato un anno e ringrazio le cause prime di quella partenza, le ringrazio perchè m'hanno dato altre possibilità, infinite possibilità per la prima volta non ipocrite. per la prima volta chiare come l'alba di vasco. per la prima volta mie. e tue.

e non dimentico, chè non è storia scritta dai vincitori ma dai vinti, che inermi e spavaldi continuano a lottare.

è passato un anno dolce amore. un anno di tempeste e porti inesistenti. un anno di gradini duri e puri. un anno.

 
 
 

stra-nezze e ne-fandezze

Post n°269 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da ridicolaleggerezza

questo è il momento solitario, ridondante di 'solinghitudine', infinitamente solo. direi unico, non raro. e abbondiamo di termini inventati o non amati o amati. abbondiamo, chè le carestie non sono mai una cosa buona. specie in questo momento che, credo non a caso, sarà ricordato come l'apogeo dei toni scuri e la mancanza totale di alternative, mica di alternativismo duale.
pocanzi leggevo di certe emozioni, ragazzo, e le sentivo vibrare in me non come memoria bensì come atto. e prima di pocanzi, ossia pocapocanzianzi, ne leggevo di altre, uomo, e le sentivo bruciare non come concetti da marchiare ma come non atti da azionare. e rivedevo quella sigaretta intorno intorno al corpo caduto chissà da quale altezza. e rivedevo quella succitata eccitata mancanza di alternatività reale, magari attinente ai dati di fatto e mai ai retropensieri.
e poi venni, di fronte alla potenza della passione. mentre dopo mi innamorai della forza immane del confronto innamorato.

 
 
 

la storia infinita

Post n°268 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da ridicolaleggerezza

è stata una notte un pò così, molesta. è stata una notte senza luna e senza note. è stata una notte in attesa di un'alba. chissà poi se la pazienza basta. è stata una notte informe dai toni duri. e un richiamo d'animo. poi...
chissà se l'idea basta, o se l'amore basta, o se la passione basta quando la pazienza s'appresta a partire.
è stata una delle tanti notti  senza volto, una delle tante vigilie di guerra, una delle tante di pace. una notte senza infamia e senza lode. una notte insana per questo.


poi però è spuntata l'alba...era bella. era luminosa e eloquente. non smettere di lottare urlava alla terra bruna e a quella arsa dal gelo. era l'alba meravigliosa come ogni alba, come ogni continuazione o riiniziazione.


per me adesso è ancora l'alba e non smetterà facilmente di esserla. mai. perchè la lotta non si arresta chè è una questione d'amore e d'idea.


guardatevi intorno...il buio. lasciatelo perdere e svegli di buon mattino scoprite un'alba diversa. sennò mi pare succederà come successe nella storia infinita e il nulla sbranerà ogni cosa.

 
 
 

forse

Post n°267 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da ridicolaleggerezza

quando tutto diventa ingestibile


ecco:


mi animo

 
 
 

pareva na canzone invece era na cazzata

Post n°266 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da ridicolaleggerezza

nuotare a occhi aperti in un mare nero
forse è la cosa che amo di più
sentirmi persa e cercare
non una strada, non un indizio
ma un semplice battito al polso
tradotto in vita

 
 
 

easy

Post n°265 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da ridicolaleggerezza

mentre in uno scorrere inusuale di tempo interdetto rido
tu piangi
e se per caso soffrissi di paronie psicocompulsive srotolerei un rotolo di carta da culo per leccare le ferite inesistenti
versione immacola di un dente estratto forse mai
ridicole ostentazioni di estasi irriverenti e irrilevanti (?)
risucchi di energia invisa alla corte suprema
del gioco dell'oca

 
 
 

sette giorni di viaggio

Post n°264 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da ridicolaleggerezza

sono arrivata oggi...(scherzo)

però volare sul ghiaccio e la nebbia ha sempre un certo sapore romantico che per me, che romantica non sono, è quanto dire.
e quanto dire è quanto dire, come dire che sempre è per mai.
minchiate linguistiche, ecco cosa mi spinge ora a scrivere.

un bacio
con lingua inclusa e squisitamente ridicola a tutti

 
 
 

km

Post n°263 pubblicato il 28 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

e domani prenderò quel treno, ancora, e sarà un viaggio nuovo , diverso
chè diversa è la meta e differente è la mente.
diciotto ore per raggiungere la neve
bianca

 
 
 

da uno spunto

Post n°262 pubblicato il 27 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

v. è figlio di emigrati. da salerno a el salvador il salto è qualitativo oltre che quantitativo. almeno lo fu in quel momento,venticinque anni addietro.
lo vedo mentre impugna la pistola e spara. spara chè deve difendere la sorellina (più grande). chè corre il rischio quotidiano della politica del terrore. lo vedo a scuola con gli amici che condividono con lui la follia dei grandi. e lo vedo, poi, piangere quando i suoi preferiscono tornare, chè in fondo la vecchiaia vogliono viverla tranquilli. e lui, v.? lo vedo mentre piange perchè deve lasciare quegli amici conosciuti e amati nel sottosuolo della solitudine. quegli amici che lo hanno convinto a lottare, a ribellarsi. e lui, v.? che ancora deve vivere la sua gioventù? cosa c'entra con le pistole da bambino e le scorte e il terrore? cosa c'entra? non lo so. forse c'enta perchè serve come esempio, perchè bisogna indottrinare i ragazzini e assoldarli affinchè diventino la dimostrazione visibile delle politiche malate, delle politiche e basta.
eppure ve lo dico v. ( che di difetti ne ha tanti, troppi) è qui e lotta. è qui e va avanti, anche senza i suoi amici, anche senza la sua pistola, anche senza la sua terra, anche senza la sua libertà.

 
 
 

un amico e una madre

Post n°261 pubblicato il 26 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza
 

un tavolo (quello delle riunioni confusionarie di casa mia, che minimo minimo ci si mangia in sette). delle tende leggere, una porta finestra mezza chiusa, le sbarre del cancello di ferro, un pò di spazio, un muro inutile e poi finalmente l'orizzonte, la connessione tra cielo e mare.
il respiro mio nella penombra dei pensieri.
con mia grande sorpresa, pare che scriva... per sbaglio ho trovato un quaderno: la scrittura è la sua, gli errorri grammaticali assomigliano ai miei (le doppie cazzo le doppie), la consapevolezza è della donna, di lei in quanto spirito e carne. niente di filiale, niente di casalingo, niente di vagamente politico, giusto un poco di serenità. giusto qualche riflessione buttata là.
non glielo dico mai quanto la stimo, ma la stimo.
un amico ieri m'ha guardato e m'ha detto stai attenta. non rovinarti la vita (come fa a capire sempre?), non costringerti a emulare gli errori di tua madre. è grazie a lei se...è grazie a lei. è una donna forte. anche tu lo sei, ma pensa. non rovinarti la vita.
è un amico che capisce, che capisce mia madre e capisce me.
non è stato necessario che gli dicessi che la rovina è innata nella costruzione. il mio amico lo sa che quando si scelgono le pietre e le si mettono accanto ci si può imbattere nell'angolatura sbagliata e far crollare tutto. lo so anche io. e francamente corro il rischio. il mio amico lo sa. mia madre lo sa. e lo so io.
per cui mi rimbocco le mani  e inizio il lavoro.
che meraviglia!

 
 
 

da un video, da un telefono

Post n°260 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

ho rivisto un video: tu canti "si me decas no vale" e cucini e balli e tiri l'aglio che io continuo a chiamare cipolla.
son passati mesi ormai da quella parentesi, eppure i ricordi restano dolci. adesso ho il sapore in bocca e sulla pelle della tua sensibilità.
ieri sera, dopo la solita bottiglia di troppo, m'hai confidato che avresti voluto dormire in braccio al criceto dopo esserti fatto piccolo piccolo in mezzo alle zampe del cane.
sai? l'ho vista proprio quella scena e mi son detta che si, è emblematica. quel essere piccolo piccolo è la tua grandenza. la tua meravigliosa esperienza. la tua spettacolare e maldestra essenza. anche esistenza.
eri tu e sei tu in ogni scintilla delicata e violenta.
eri tu e sei tu in ogni conseguente esplosione invadente o radente.
ho rivisto il video della tua felicità. e si, mi piaci da morire quando ridi e te ne fotti, quando mangi e pensi a come rimediare o semplicemente scappare.
ho rivisto te che adesso sei lontano. te che m'inviti (come ieri) a far correre veloci i giorni per poterci riabbracciare.
e vedo me, chè io lo farò per quel che posso e che non posso per la stessa urgenza moventeci.
sto correndo, oh mio spettacolo accattivante! e nessuno può nulla, nè con ostacoli nè con clessidre esitanti.
ieri sera ho saltato il buco consistente nello schermo e t'ho baciato come si baciano i funghi del risotto.
e t'ho abbracciato assieme al gatto, al cane e al topo (è meglio del criceto)

 
 
 

della SPERANZA

Post n°259 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

kevlar - 24 grana

Cura 'e paure cu mille culure
poco te resta se niente sai fà
se 'o ffuoco abbrucia fa tutto cchiù scuro
chell che sient è 'a paura e passà

Quanta speranz s'arape 'a matina
quanno 'a matina s'arapre cu te
quanno nu juorn 'e culure n'è chino
tanta è 'a speranza ca porto cu me

Se overo nun me vuò lassà
passanno vienem 'a piglià
Se è 'o vero nun me vuò lassà
passanno vienem 'a piglià

Comme si bella cu ll'uocchie r''o mare
ll'uocchie s'affonnano a vote into 'e mie
cchiù passa 'o tiemp e cchiù veco luntano
saccio ca è 'o vero e nun dico bucie

Chell che sente nun tene cchiù nomme
chell che cerco e che trovo cu te
non va fujenno cò mare cò l'onne
vene s'appiccia e se ferma cu mme

'O scuro nun me fido 'e sta
passanno vienem 'a piglià
'O scuro nun me firo 'e sta
passanno vienem 'a piglià

Se è 'o vero nun me vuò lassà
passanno vienem 'a piglià
Se è 'o vero nun me vuò lassà
passanno vienem 'a piglià
passanno vienem 'a piglià
passanno vienem 'a piglià
passanno vienem 'a piglià

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perchè a NNOI CCI PIACE la mmerda

Post n°258 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza
 

perchè a nnoi non cci piace la bellezza, non ci piace la gioia.
a nnoi cci piace stare male.
a nnoi cci piace sguazzare nel fango. 
e la lotta non ci interessa, perchè siamo pecoroni convinti di avere un padrone buono: il padrone mafioso di turno, quello che ti fa mangiare, per capirci, e dopo averti fatto ingrassare ti mangia. quello che non vive esattamente a 100 passi ma riesce, da lontano, per quella magia chiamata omertà a tenere a bada la massa del suo obbediente gregge inconsapevole (?).

perchè ddovete capire voi che siciliani non lo siete per niente, che la tragedia fa parte del nostro modo di vivere e di morire.
ddovete sapere che quando la minaccia si fa forte la parte migliore che viene fuori è il terrore, non una reazione DECISA.
chè la vita qui non conta, conta solo la sopravvivenza.
contano la felicità altrui e la panza altrui, le macchine, il rispetto delle parole ( sapete che di solito il rispetto delle persone si nota solo se si usa il "lei" o il "voi" sopra ogni cosa) e delle usanze.

perchè a nnoi cci piace stare zitti se qualcuno invade il nostro spazio, se qualcuno cci dice che siamo "niente ammiscati cu nuddu".

perchè a nnoi cci piace la MMERDA. e il resto è NOIA.

a natale meglio fare gli auguri a questa sicilianità. è un pensiero che viene dal profondo, da un avvilimento immenso per il silenzio e le lacrime inutili intorno.

BUON NATALE SICILIANITA'.

 
 
 

il brutto anatroccolo

Post n°257 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

evidentemente col tempo e l'esperienza s'acquista sicurezza. riflettevo sulla possibilità di piacersi con in propri difetti.
la ridicola ne ha  tanti, ma sono un'arma a doppio taglio. quindi attenti!
a parte le minchiate varie che si sparano per mancanza di meglio da fare (?) ci sono quelli e i loro opposti: in effetti sono anche una gran bella donna (???).
bella in molte cose,  a volte molto mascolina ma bella negli attegiamenti e nei sentimenti.
sisi anche l'occhio vuole la sua parte: mi pare di essere abbondantemente presente  all'iride :P

e così faccio un resoconto. il resoconto del brutto anatroccolo divenuto magari non proprio cigno ma almeno fenicottero.
che poi, diciamocela tutta i fenicotteri anche se rosa sono più fighi.
e in culo a platone per quella cazzo di fissazione sul bello in sè, il buono in sè e il giusto in sè. anche i sensi vogliono il loro spazio, mica solo le idee.

vabbè vi saluto, ho delirato abbastanza :P

 
 
 

non ricordo

Post n°256 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

d'aver già postato annarella...
nel dubbio la riposto perchè penso che sia una bella sintesi.
la mia sintesi
d'amore per diverse cose e diverse persone.
oltre che essere uno dei pezzi che preferisco

annarella-cccp

Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d'amore
Per me
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
Finita...

clicca

 
 
 

di letture più o meno

Post n°255 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

ho letto per curiosità un libro di cui si è parlato tanto, almeno in francia.
uno di quei testi destinati a non essere dimenticati per le critiche singolari
e devo dire che non m'è parso un esemplare speciale se non per alcuni bagliori:

"prima di morire, quello che dobbiamo vivere è una pioggia battente
che si trasforma in luce
"
l'eleganza del riccio
muriel barbery

 
 
 

quale giustizia in quale stato

Post n°254 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da ridicolaleggerezza

ci si traveste troppo spesso delle parole che usiamo per sembrare migliori chè quando bisogna essere e non apparire ci dileguiamo.
spariamo nel profondo oceano dell'indifferenza, nell'oscurità delle alte cime dei nostri piedistalli per contare alla fine della tempesta (non sempre) i danni e esclamare: ahimè!
come si può restare immobili al proprio posto, quando una piena distrugge la città? quando la grandine distrugge i tetti delle nostre vite? quando i giusti decidono della sorte degli "sbagliati"? quando qualcuno che non conosce la realtà la riordina  a proprio gusto? quando combina guai nascosto dietro il dito del politicamente corretto? 
putroppo si può, basta dare uno sguardo.  
le varie gelmini e canepa (peccato potrebbero essere dei beni nomi di fiori) mettono mano al caos per incasinarlo ancora di più e modificano i fatti distorcendoli dalla ormai lontana verità. rafforzando quello che sempre di più assomiglia al mio credo: nessuna giustizia in nessuno stato.
ma sono piccole riflessioni queste, nulla di più. niente di politicamente o socialmente sovversivo ;)

un bacio ridicolo a tutti

 
 
 
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