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Ci fu un tempo in cui gli uomini erano GLOBALIZZATI, parlavano tutti la stessa lingua, avevano tutti lo stesso colore della pelle, commerciavano tutti la stessa merce e tuti avevano le stesse identiche abitudini, perché tutti erano nati e cresciuti dallo stesso "ceppo vitale". Era il Grande Regno della Mesopotamia, la "terra in mezzo ai due fiumi", il Tigri e l'Eufrate, governata ed abitata per Secoli e Secoli dagli Assiri, Sumeri e Babilonesi, una delle Civiltà più grandi mai esistite nella storia dell'uomo.
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In quel tempo gli uomini si sentivano "immortali", e "invincibili", quasi vicini a Dio a tal punto di costruire la famosa Torre di Babele con l'intenzione di arrivare al cielo e dunque davanti all'Altissimo Signore Creatore. Una specie di sfida che l'uomo fa nei confronti di DIO, in quel tempo l'uomo voleva essere DIO! Gli uomini parlavano la stessa lingua e la Torre rappresentava un simbolo di unità dell'intera umanità. Ma quella sfida che l'uomo fece a DIO venne severamente punita con lo scompiglio nelle genti e, facendo sì che le persone parlassero lingue diverse e non si capissero più, impedì che la costruzione della torre venisse portata a termine. Fu così che il Creatore scelse di dare all'umanità il dono della diversità, nel colore della pelle, nelle lingue, negli usi e nelle tradizioni. Fu così che la terra cominciò a popolarsi in tutte le sue aree, da settentrione a meridione, da occidente ad oriente, dando vita a centinaia di civiltà tutte di grandissimo valore ed importanza con le proprie tradizioni, pregi e difetti.
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Sono passati migliaia di anni, ed oggi l'uomo torna a parlare di globalizzazione, un concetto economico che nasce all'inizio degli anni '80 ed è fortemente utilizzato dagli economisti per indicare il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, il cui effetto primo è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo. Con la stessa parola si intende anche l'affermazione delle imprese multinazionali nello scenario dell'economia mondiale: In questo settore si fa riferimento sia alla produzione spesso incentrata nei paesi del sud del mondo; sia alla vendita, che vede i prodotti di alcuni marchi molto sponsorizzati in commercio in quasi tutti i paesi del mondo. Un fenomeno economico che ha fatto la fortuna delle più grandi imprese Multinazionali soprattutto appartenenti all'Impero Economico Amerciano.
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Con globalizzazione, ci si riferisce oltre che allo sviluppo di mercati globali, anche alla diffusione dell'informazione e dei mezzi di comunicazione come internet, che oltrepassano le vecchie frontiere nazionali. Il termine globalizzazione è utilizzato anche in ambito culturale ed indica genericamente il fatto che nell'epoca contemporanea ci si trova spesso a rapportarsi con le altre culture, sia a livello individuale a causa di migrazioni stabili, sia nazionale nei rapporti tra gli stati. Oggi rappresenta una sorta di OMOGENEIZZAZIONE dell'UMANITA'. Uno dei più grandi "tesori" dell'umanità è la nostra stessa diversità che ci porta a confrontarci e migliorarci apprendendo le migliori qualità di altri popoli. Ma i "Grandi del Mondo" sognano la glabalizzazione, per meglio "controllare" l'intero pianeta sia dal punto di vista culturale che economico.
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Lo stesso Papa Benedetto XVI è fortemente contrario alla globalizzazione affermando che "L'umanità è lacerata da spinte di divisione e sopraffazione e conflitto di egoismi" e poi ha aggiunto "I conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale". E andando contro l'ingiusta divisione dei beni che la globalizzazione ha dato fortemente generato negli anni "resta vero quanto diceva il profeta: nebbia fitta avvolge le nazioni. Non si può dire infatti che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro" e ancora "C'è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti".
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Poi concludendo invita l'umanità ad uno stile di vita più sobrio e meno eccessi "è ormai evidente che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un'equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile". Per chi ha duramente attaccato Papa Benedetto XVI oggi dovrebbe ricredersi su quanto detto, e magari queste persone che a volte tentano di strumentalizzare il Vescovo di ROMA dovrebbero attacare più i loro Capi di Stato, che ogni giorno sembrano fantocci in mezzo alla gente misera ed ignorante.