AVE CAESAR MORITURI
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Valentino Rossi, uno dei più bravi corridori della storia del motociclismo mondiale, dopo le fatiche affrontate nelle curve dei circuiti mondiali, adesso deve affrontare forse al curva più pericolosa della sua vita: il FISCO ITALIANO.
Il centauro di Urbino, vincitore di ben sette mondiali di motociclismo, di cui ben quattro nella MOTO GP (dal 2002 al 2005) che rappresenta la massima espressione della velocità delle moto al pari della Formula Uno delle Auto, ha ricevuto un accertamento milionario dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia. E dato l'importo molto elevato scatterà, con tutta probabilità, una denuncia alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione. Il fisco Italiano gli contesta un'evasione pari ad Euro 60 milioni di Euro. Le disgrazie fiscali di Rossi nascono con la sua decisione di trasferire la residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000. La ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale accertamento, avrebbe certificato che Rossi in questi anni, e più precisamente dal 6 aprile 2000, ha presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato. Una situazione che gli ha permesso di usufruire del peculiare regime dei «resident but not domicilied» che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra.
In questi anni, quindi, Valentino Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Scomparse, invece, le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui corre. I consulenti fiscali di Rossi avrebbero comunque cercato di sviare gli 007 del fisco costituendo una seria di società estere (come fanno tanti altri sportivi italiani eludendo il fisco italiano) alle quali sono stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni. Tuttavia l'Agenzia delle entrate avrebbe ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi. Dalla ricostruzione dell'Agenzia delle entrate sarebbe emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame «di natura sociale e familiare». Il meccanismo ideato dai consulenti fiscali avrebbe dovuto garantire vacanze tranquille al campione, ma cosi non è stato. La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia (Pesaro Urbino) l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.
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