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Messaggi del 12/01/2019
Post n°274 pubblicato il 12 Gennaio 2019 da gabbiano642014
Giuseppe Rovani - Milano 12 gennaio 1818- 26 gennaio 1874 Il "bel Rovani" come veniva soprannominato nella città natale,dal pensiero nobile, pronto,arguto e breve,fu uno scrittore che entrava nel cuore e nel racconto in quel disordine e opposizione verso l'ordinario.Precettore presso le nobili famiglie milanesi si arruolò a fronte della Repubblica Romana.Dopo un breve esilio in Svizzera,rientrò in Italia nel 1851 e divenne parte attiva del movimento della Scapigliatura. Giunti in questo discorrere,la cara amica del Circolo,ammira l'immagine dell'intellettuale e nella sua autenticità esprime:certo che era uno Scapigliato,ma l'hai visto bene? Lascio l'amica nell'anonimato,ma vi garantisco che la sua presenza in ogni occasione culturale è il rapporto tra la cultura e la sua naturale veridicità. Gli Scapigliati nel periodo della "Nuova Italia",del 1800, venivano emarginati e definiti a modello di poeti maledetti come Baudelaire e Verlaine.Gli Scapigliati erano i Bohème parigini,gli artisti disordinati,superiori nella libertà espressiva letteraria e di vita. Non posso negare che si opponeva alle autorità della famiglia.Lo stravizio dell'assenzio e lo sperpero di denaro lo portò a morire nella miseria,ma lasciò versì da scrittore di primo livello nel suo capolavoro:I Cento anni. I Cento anni iniziano nel Teatro Regio Ducale di Milano nel periodo di carnevale del 1750, si narra la presenza scomoda della Chiesa in ogni evento politico e culturale,delle osterie,delle bettole, delle piazze dove la gente comune più autentica discorre degli interessi famigliari e sociali. Il segno alla luce della verità della narrazione, nella storia contemporanea sarebbe salvaguardato e non avrebbe sospensione del dialogo nell'art.21 . "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Il suo contenuto linguistico è la lingua italiana del tempo con un linguaggio popolare milanese e veneziano,con i verbi,sostantivi, aggettivi in quel"donnicciuole blaterone" ormai scomparsi nel romanzo contemporaneo. Da spettatore dell'ultima scena,al suo funerale erano presenti 20000 persone,Società operaie,i rappresentati politici,la Biblioteca di Brera dalla quale era stato licenziato,pittori,poeti,letterati. In primis,il suo significativo riconoscimento fu una grande follla di gente di strada,coloro che diedero vita alle" verità "nei suoi romanzi. Il romanzo in quei Cento anni è leggibile e suscita ammirazione, proprio in quel finale, rapporto al nostro quotidiano molto veriterio: Giuseppe Rovani - Cento Anni - 1859-1864 - LIBRO XX PARTE IX "E qui la nostra storia si chiude. Ripetere gl'intenti che si sono avuti nello scriverla, e le lezioni che se ne volevano far scaturire, è inutile. Se il lettore non le vede, non vale che l'autore le manifesti".
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