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QUANTO MANCA ALLA FINE DEL MONDO ?
HUBBLE DEEP FIELD
Il campo ultra profondo di Hubble (abbreviato in HUDF dalle iniziali del nome inglese, Hubble Ultra Deep Field), è l'immagine di una piccola regione dello spazio nella costellazione Fornax, composta grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble nel periodo dal 3 settembre 2003 al 16 gennaio 2004. Essa è l'immagine più profonda dell'universo mai raccolta nello spettro della luce visibile, e ci permette di guardare indietro nel tempo di 13 miliardi di anni. Si stima che l'HUDF contiene 10,000 galassie. La parte di cielo nella quale le galassie risiedono (appena un decimo del diametro della luna piena osservando dalla Terra) è stata scelta perché ha una bassa densità di stelle luminose nelle vicinanze.
Questa immagine ad alta risoluzione dell'HUDF include galassie di varie età, grandezze, forme e colori. Le più piccole e rosse galassie, circa 100, sono tra le più distanti galassie che siano mai state catturate da un telescopio ottico, esistenti da quando l'universo aveva appena 800 milioni di anni
« FORSE SCOPERTA UNA PROVA... | 5 aprile 2009 - Domenica... » |
Post n°184 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Deepspace_explorer
Completata dopo dieci anni di studio da parte di astronomi australiani, inglesi e americani.Per la prima volta sono state messe in relazione tra loro
ROMA - Dopo 10 anni di esplorazione dei cieli notturni dell'emisfero australe, astronomi australiani, inglesi e americani che lavorano all'Anglo Australian Observatory di Coonabarabran nel New South Wales hanno completato la più accurata mappa delle galassie più vicine alla Terra. "La nuova carta del cielo posiziona le galassie, con estrema, precisione le una rispetto alle altre e ciascuna di esse rispetto alla nostra", ha detto Heath Jones che ha lavorato al progetto. Nella nuova carta del cielo sono presenti oltre 100.000 galassie che dalla Terra si estendono per un raggio di circa 2 miliardi di anni luce. Le dimensioni, le forme e la luminosità dei vari ammassi stellari risultano alquanto diversi tra loro. "Usando una metafora possiamo dire che l'immagine che abbiamo ottenuto è paragonabile a quella di un'enorme mandria di animali in una pianura africana. Osservando la posizione di ciascun animale e le interazioni reciproche possiamo dire verso quale pozza d'acqua è diretto ciascuno di loro. Allo stesso modo il risultato ottenuto ci ha permesso di capire a che velocità e verso quale direzione si sta muovendo ciascuna galassia", ha raccontato Jones. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare le grandi isole di stelle non sono distribuite omogeneamente nell'Universo, ma tendono a raccogliersi in gruppi o in lunghi filamenti lasciando tra di essi enormi vuoti quasi privi di galassie. Di tali vuoti ne sono stati contati circa 500. I gruppi di galassie poi, tendono a raccogliersi in grappoli ancora più giganteschi. "L'Universo dunque appare, abbastanza strutturato", ha detto Jones. Nei computer degli astronomi i punti che indicano le galassie possono essere visti tridimensionalmente e in tal modo è possibile verificare le reali distanze tra tutte le galassie e come la massa di ciascuna di esse interagisce su quelle vicine. Ciò ha portato in risalto un dato alquanto interessante: il modo con il quale le galassie si muovono e la velocità dei loro spostamenti non può essere spiegata unicamente tenendo conto della materia che si può osservare direttamente con i telescopi. E' necessario che vi sia altra materia in circolazione, materia invisibile agli occhi e agli strumenti usuali. E' la conferma che nell'Universo vi è almeno il 23% di "materia oscura" di cui solo ultimamente si ipotizza di cosa sia costituita (forse particelle subatomiche). "La materia oscura - ha sottolineato l'astronomo - è una componente fondamentale dell'Universo. Essa sembra essere una specie di colla che tiene unite le galassie e che impedisce alle stelle di volar via dalle galassie stesse e sembra guidare su larga scala i movimenti dei gruppi di galassie e dei super grappoli". |
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LIBRI CHE STO LEGGENDO
Cosa c'era prima del Big Bang? E a cosa
somigliavano lo spazio e il tempo prima
che tutto avesse inizio? Dall'inizio del
XX secolo i teorici - da Planck a Einstein
a Hawking - non smettono di riflettere su
tali domande e sulle eventuali risposte.
Ed è proprio il grande romanzo dell'origine
assoluta che Igor e Grichka Bogdanov
hanno cominciato a esplorare a loro volta,
in questo libro dotto ma serenamente divulgativo.
Per la prima volta tracciano anche, a partire
dalle scoperte più recenti e basandosi su
ricerche originali, diverse ipotesi destinate
ad avere grande risonanza: l'universo prima
del Big Bang era forse già un complesso
d'informazioni?
E non potrebbe esserci,
all'origine di quest'universo, un
«codice cosmologico»
come esiste, per i viventi, un codice genetico?