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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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TRA LE OMBRE...

Post n°53 pubblicato il 20 Luglio 2013 da Marvelius
 

 


Vi incontro ancora Messere mi seguite come un falco che
attende di ghermire la sua preda
.
Facciamo la stessa strada Milord … forse è solo il frutto
di una fortunosa  coincidenza che ci
porta entrambi verso questo rosso tramonto
Può essere messere e può non essere
così ma libero è il cammino, tutti i  fiumi vanno al loro mare
e a volte  mischiano le loro acque gorgogliando tra le anse

Allora nulla avete da temere Milord, vedo la vostra lunga
spada far bella mostra intorno al vostro nero mantello,
luccica l’argento della sua elsa come la luna che qui spande
le sue carezze e la vostra maschera quantunque celi parte
del vostro viso ne lascia trasparire il luccichio degli occhi che
nel cupo languore di un melanconico passato da il senso
di quanto sapreste essere glaciale a sprezzo della vostra vita
Leggete bene uno sguardo e date un prezzo congruo al
carattere di un uomo con solo un fugace sguardo?
Ma la verità è molto vicino a quanto dite, solo la tristezza
non mi appartiene e ciò che solitudine e pensiero scolpiscono
sul mio viso non trova il giusto appiglio sulla riva del vostro

fiume messere”


Don Juan… milord … Don Juan de Marcus...questo il mio nome
per servirla  e diradare i dubbi ricordando il passato

Don Juan … credo di avervi già incontrato lungo il mio
cammino, sento il peso di un ombroso ricordo e le nebbie
del
mio passato ben potrebbero contenere i segni che vi
portate dietro, anche nascosto sotto una maschera che vi
consegna al mistero e a chi nasconde non una metà dell’anima
ma la sua interezza… Lord Gadriel
  è il mio nome

 

 

Oh certo Milord … le brume dei ricordi si schiudono e vi
parlano di me, eravamo giovani tra i vicoli del Borgo Antico,
porto ancora il Sigillo sopra il braccio, così come nella mia
mente il Giuramento come marchio stampato a fuoco e
in ogni anfratto del mio petto arde una fiammella di quel
che l’Ordine ci ha impresso per essere degni portatori di
quella Sacra Fiamma...
Fortiter Et Fideliter…..Sapevo di avervi già incontrato,
l’ho capito al primo sguardo, non solo per l’anello che portate.
Chiamatemi Gadriel d’ora innanzi e datemi il braccio affinché
la presa delle mie dita  sia quella dell’astore che cinge il
dorso del suo falconiere…

Ben lieto il mio si fonde col vostro Gadriel e su questa
nuda roccia giuro che l’ombra mia sarà la vostra …”“

E la mia la vostra Juan. Siamo randagi dispersi come pula
nel vento su un mondo che si sbriciola a ogni sussulto di vento,
 lo sfacelo dei costumi riempie queste  vie come i crepacci
sotto la coltre che imbianca.
Le ho attraversate anche io Gadriel, respirandone l’aria
putrescente , indossato un mantello di polvere in attesa del
risveglio che non è giunto. Tra questi sentieri ho trascinato
i miei metalli, visto quanta costrizione chiude
gli uomini nel loro cubicolo circondato da effimere
forme, simboli di un perduto andare che rendono schiavo
l’animo tra catene rose dalla ruggine.
Juan ne sento l’odore  ... si sparge come veleno
tra i profumi di questi campi bordati di fiori, vedo persino
gli alberi piegarsi non per il vento ma per il fardello di tanta
finzione, ma mi ergo come un mago davanti ai
bastioni del mio tempio e non cedo alle pieghe di questo
lungo inverno.



Cosa riserberà il giorno oltre questo buio Milord, questa
fosca bruma  celerà ancora  i contorni delle nostre pietre?

Non so…Messere ... il futuro è un spazio pieno di possibilità.
Noi terremo alto il vessillo e lo isseremo sulla torre più alta
del nostro maniero come sull’albero di maestra del naviglio

che dorme tra le acque della fonda o ne faremo una veste
per una donna che possa indossarla insieme alla purezza
che l’adombra…Ricordo quante donne  vi giravano intorno
negli anni del vostro noviziato, vi vantavate di averne
amato a centinaia e forse in questo non siete migliorato…
l’avidità rende gli uomini insoddisfatti e ruba loro la capacità
di guardare nel profondo ogni piccolo fiore..

Non giudicatemi Gadriel, conosco la vostra fama e non credo
siate stato mai un uomo che ha chiuso i cancelli all’amore né
un encratito Signore e giudicarmi non serve a farvi assolvere
da un tribunale di licenziosi inquisitori, l’amore viene come il
soffio di primavera e  trovo sia un inutile artificio  il
porgli resistenza.
Conoscete, mio erudito Signore, altra forma di conoscenza
dell’essere umano se non quello che scorre come un fiume in
piena tra i boschi resinosi delle alture, che nuota come pesci
nei placidi laghi o che cresce come un giardino fiorito nei
rigogliosi prateggi? Questa è un era che bandisce come un
errante cipiglio il valore del nostro braccio, che rinnega lo
spirito e il coraggio e serra ogni cancello all’uomo che vive di
ideali e allora cosa resta se non il puro pensiero e l’universo
che  si stempera nel crogiolo di una donna, la passione e la
ragione, l’ardimento dei corpi al posto di un campo di battaglia
e il chiuso riflettere dentro noi stessi piuttosto che il dibattere
della futilità del tempo con un mondo che si piega su se
stesso e ne rimane esule  prigioniero.
Vi scopro pensatore  ancor più che amante Juan e  forse
avete ragione nel consegnare ad una donna ciò che resta
del nostro valore e dei nostri pensieri,  nel dialogo dei corpi
tra i silenzi di bocche avide e concupiscenti, si comprende quanta
fame vi sia ancora di accompagnarsi l’un l’altro, ma
dimenticate che ciò non ‘è amore bensì desiderio di possesso
o brama di carne e voluttà concupita che rende grazie al
corpo ma scioglie i nodi della mente per renderla ancor
più affamata e incerta sul senso e le ragioni che ne
fanno tempio e magione.

Chi vi dice che io non abbia amato ogni donna come fosse
l’unica stella del firmamento milord? Come potete pensare
sia un cosi prosaico Signore che cede all’istinto della carne
per rendersi satollo il ventre e svuotare i principi dello
spirito, scardinare i cardini della perfezione senza dare
tutto me stesso fin nell’intima essenza che stilla linfa e
sangue dalla sua cella?


Nessuno mi suggerisce ciò e vi chiedo venia mio caro  Juan solo
che amiamo in modo diverso, la mia ragione retta dall’orgoglio
e da un ego smisurato a volte è restia a guardare oltre il suo  orizzonte,
cosi  tengo in conto il numero delle vostre amantitroppo distante  dal
mio e l’intensità del mio sentimento come
un  insondabile diamante al quale ogni uomo piega il suo o si
ispira senza mai raggiungerne i limiti e le distanze. Così in questo
errore mi attorciglio come un ofide tra le sue spire e e non vedo quante
ragioni avrei per vedermi cosi tanto simile a voi.

Lo dite ancora con un senso di fastidio...Lord.
Avete amato con intensità ogni donna che ha solcato i gradini del
vostro castello, i giardini del vostro serraglio, il ponte del vostro
naviglio.
Ne avete decantato lodi e virtù, combattuto tenacia e irruenza
come su un campo di battaglia, tra baci e carezze, strette tra le vostre
braccia bisbetiche di Bisanzio e valchirie normanne,
dolci gemme del sol levante e odalische dai rotondi fianchi che
si sono arrese alla forza delle vostre labbra e alle solide e
fascinose profondità del pensiero di cui tanto sembrate
prendere le distanze, ma non credo siamo  tantodiversi,
ombra di un ombra e corpo di un corpo se lasciate
vivere questa espressione. 
Anche io le ho amate, Milord, nel libero arbitrio della loro volontà
cangiante, le ho adorate e me ne sono fatto Signore, leale è stata
la mia presa come nell’armistizio del mio assedio alle torri di quel
desiderio che si scioglie nei loro capelli profumati, della loro pelle
liscia come seta, del suono dolce e sensuale della  voce simile
a zefiro di mare sul fare del mattino. Ho raccolto gocce di brina
 sulle corolle in fiore , portato alla bocca per
suggerne la linfa che mi restituiva all'eliso empireo, ho
incontrato l’ebbrezza della vita nell'ebbro scuorsi dei sensi, non
per piacere di un desiderio che consuma e dana ,ma per la sete
di cogliere quell’idea di perfezione e
di equilibrio che dà la morte e la vita come uno stallo che
sorregge e precipita tra l’inferno e il paradiso su questa Terra.
Ora vi riconosco fino in fondo Messere … siete ancora
quell’adolescente che rincorreva sottane e trecce di donna
e siete ancora  il giovane alla ricerca di un accento cristallino
sconosciuto al vostro udito, lingua di donna lo chiamavate e
suono di sirene … e in esso vi perdevate come in un bosco tra tenebre
orfane di  luna, mi meraviglio che abbiate ancora la vita chiusa
nelle vostre mani, ma l’Ordine vi ha salvato,
vi ha insegnato  l'arte di una spada, dato una  morale a cui
attingere quando il tartaro inverno vi ghermisce e il senso di
lealtà che vi sorregge nelle notti come questa
.
Invece a  voi cosa  ha lasciato Gadriel, quale morsa tenace vi
ha stretto tra le maglie di un cuore che non trema e un polso che
chiude il pugno della vostra scienza come l’arte che vi ha infuso
il vostro Maestro.
Me lo chiedo spesso Juan….le vostre stesse
cose suppongo ma non si è mai sicuri di ciò che crediamo senza
un confronto reale e a volte più si sale sopra un monte più ci si
avvicina al
ciglio del burrone, quell’abisso  a cui si deve guardare
fino in fondo e che ti guarda dentro con la stessa intensità.
Ho amato molte donne, avete ragione e chissà quante ne amerò,
e loro hanno amato me  forse più di quanto io potevo in quel momento,
ma mai mi sono risparmiato in questo. Cosi hopercorso tante vie,
stretto amicizie nei recessi più preclusi agli uomini
d’arme, ai pensatori della specula più ardita. In questa curiosità
che  mi assilla e mi spinge oltre ho nuotato come tra i
flutti di un mare in burrasca, nella visione del mio
tempio mi sono spinto a conoscenze che potete appena
immaginare e in questo, altro amore ho profuso, per la
conoscenza e  l’arte più segreta e nascosta.
Qui le nostre vie si dividono amico mio senza che l’uno abbia
più merito dell’altro, senza che voi  abbiate meno credito di me.
Le vostre vie incontreranno sempre una donna affinché possiate
placare la sete del vostro vivere, io trovo anche in altro l’essenza

della vita e nell’amore la cuspide e il bacolo per raggiungere un
cammino che mi tempri e mi renda allo stesso tempo germoglio
e tenera giunchiglia.
Vivo dell’essenza che muove il vento, nella corrente che trascina
le onde...Guardate quelle alture amico  mio, niente le smuove
nemmeno il rombo tumultuoso che giunge dalle fondamenta
della terra, ma basta una goccia d’acqua per penetrare la sua
roccia, per scendere nel cuore che dorme nel suo ventre e
carpirne segreti inconfessati trascinandoli a valle del suo
coriaceo petto.
Così nel silenzio della rive del mio fiume mi siedo per trovare
ascolto e nello sguardo che segue le acque al loro muto viaggio
mi perdo e sono goccia che trasuda sulle anse agghindate di
rossi cespugli e nel greto del suo letto stride sui sassi come a
farne scoccare una scintilla. Mi inebrio di questo Juan come
degli occhi di una donna, profondità senza fine come un
oceano di cristallo, mi perdo nei suoi seni come tra le braccia
del mio mare e nel suo ventre come nel calore del vento che
penetra tra il folto della boscaglia. Ne sento il bisbigliare delle
fronde tra i soffi vespertini che rendono tremule le foglie e

in esso acquieto la mia brama, suggo il nettare da un fiore
come a sentirne vibrare la caule fin dentro ogni virgulto di
radice tra l’umido sentore della carne e in ogni anfratto poso
la mano in cerca del mistero che mi desta i sensi e mi riempie
di affanno .
 L’ardimento non mi manca, come un cercatore di tesori su
spiagge deserte, o un marinaio  che tuffandosi tra le onde
tumultuose apre gli occhi nel buio delle acque e trova la sua
luce
come la lanterna di un faro.


Tarda è l’ora Gadriel amico mio, le tenebre già avvolgono i nostri volti
come inchiostro a cui attinge il pennino, asticella informe delle nostre
parole, venite Milord le fiamme ci chiamano col loro
tremore prima che la nera sagoma di un lupo si stagli al biancore della
luna, torniamo a essere ombra e maschera nel rito della finzione, lasciamo
cadere inostri affanni intorno al bivacco che
ci attende, che i sogni e le speranze si incontrino dove nasce
l’algore con la sua bianca luce …

Marvelius

 

 
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Marvelius
Marvelius il 21/07/13 alle 01:07 via WEB
Entrandoora non mi resta che augurarti una felice notte Pat...
Marvy
 
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