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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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L'UOMO NEL VENTO ... II

Post n°86 pubblicato il 03 Maggio 2014 da Marvelius
 

 

 

 

 

Il campanello squillò ripetutamente e  come un araldo

 impaziente continuò a trillare fino a che Gabriel non

aprì la porta.

Hello peste … mi hai fatto attendere sul pianerottolo.

Lo sai che non si fa aspettare una donna? … Una come

me poi ...
”.

 Gabriel sgranò gli occhi assonnati e sorrise, appena un

 lieve stirare di labbra ma era divertito da Roberta, una

donna intrigante piena di un energia contagiosa che

metteva di buon umore, forse un po troppo appariscente

 con le sue scarpe eccentriche e i tacchi esagerati, quei

 jeans troppo stretti, le gonne troppo corte e le camicette

sbottonate  sempre un po oltre il normale, ma a lei

piaceva essere notata e forse la sua natura libera e

selvaggia la portava a non curarsi poi troppo dei giudizi e

pregiudizi degli altri, così si divertiva a dire che ...

 Non si possono chiudere tutte le curve in un lembo

di stoffa o prima o poi qualcosa esplode e  non voglio

causare danni all’altra metà del mondo  ...

e la sua risatina

concludeva sempre le sue frasi con una strizzatina d’occhi.

A volte quando lui le faceva notare che forse però qualche

 eccesso in superficie era sinonimo di sfrontatezza lei se la

 rideva di gusto ma poi tornando seria reagiva con una

 frase uscita da qualche manuale zen

 Senti bello ...  il cuore ha bisogno di aria e di sole e io gli do

entrambi
.


Lui alzava le mani e assentiva sorridendo senza parole.

Così era Roberta, libera, intensa, esageratamente bella

ma tenera e distaccata.

 

 

Ti sono mancata?"

Disse poggiando le  mani sulle sue spalle

aprendo le sue labbra quel tanto da far uscire le parole

arroventate del suo fuoco…

"Uhmm meglio che non mi rispondi … lasciami nell’ignoranza è

così bello pensare ciò che ci piace che nessuna parola è cosi

meravigliosa e capace di eguagliarlo … e poi non ci crederei

fino in fondo a quello che mi diresti
”.


E così dicendo  gli fece un occhiolino.

Era cosi, doveva dire tutto lei, dolcissima e tenera, prendendo

tutto con leggerezza come fosse ingenua e superficiale, ma non

 lo era, e in questa finzione, negata persino a se stessa, in questa

 maschera incipriata di leggerezza stava bene o così sembrava

, costruendo il suo mondo spensierato e senza complicazioni.

Il suo  corpo era elegante e impertinente allo stesso

 tempo, un insieme di curve cesellate da una mano divina, un

regalo di un Dio Gaudente all’uomo più fortunato della terra,

ma questo corpo cosi sinuoso sembrava contrastare con la

 leggerezza del suo fare, con la semplicità dei suoi pensieri

quasi adolescenziali.

Le voleva bene e a volte provava sentimenti che andavano

oltre la passione della carne, quando stanchi delle loro battaglie

tra le lenzuola si perdevano l’uno nelle braccia dell’altro.

La teneva stretta a sé per farla sentire amata sul serio, ma non

 era finzione  piuttosto era una inspiegabile volontà di

dimostrarle che teneva a lei in un modo che non riusciva a

 declinare, anche se non l’amava di un amore travolgente e

totale, e questo suo scostarsi dall’essere sempre franco e leale

 al principio della verità di un sentimento oltre l’apparenza lo

 disturbava un po.

 Le piaceva quella donna che c’era sempre per lui e lui voleva

restituirgli, se non sprazzi di amore vero, che a lei pareva non

 importare tanto, un po di affetto sincero.

Almeno un po mi hai pensato? Si Si quello lo hai fatto te lo

leggo negli occhi.

 Sapevo che saresti tornato questo mese … me lo ha detto

Misty.

Ti ha visto ieri, mi ha detto che sei sciupato, a me non sembra

ma sono sicura che da qui a un settimana lo sarai eh eh, si che

lo sarai …  smack
“.

 

 

Lo baciò sulle labbra e gli arruffò i capelli con una mano , poi

lo abbraccio stretto e adagiò la testa sul suo petto chiudendo

gli occhi per un istante. Gabriel le accarezzò i capelli poi la

baciò in fronte e le sussurrò nell’orecchio

Ti voglio un gran bene piccola ma non sono sciupato …

sono solo molto stanco
”.

Ci penserò io a farti stare meglio, la stanchezza non si cura

solo col sonno


Rispose lei e lo solleticò ficcando le mani dovunque … risero

entrambi scambiandosi quelle carezze che mancavano da

 tempo.

Poi lei lo lasciò pian piano abbandonando le sue mani come

un velo che si perde nel vento e  restando inchiodata ai suoi

occhi indietreggiò con piccoli passi, poi  come un felino

sinuoso cadenzò  gesti e movenze.

Entrò nel salone dove la luce del sole filtrava appena dalle

fessure delle tapparelle abbassate, premette un tasto sul

cellulare e una musica dalle cadenze orientali si

diffuse per tutta la stanza  mentre  lei

iniziò a muovere il corpo plasmando d’ ombre ogni cosa,

togliendo il respiro  persino all’aria della stanza.

Si sfilò la gonna con movimenti lenti e calcolati fino a farla

cadere ai suoi piedi e fu come se una voragine aprisse delle

ferite nella terra. Alzò con eleganza i tacchi e la scostò su un

lato, poi volse appena lo sguardo indietro fissando lui con

occhi pieni di promesse, le sue mani intanto si modellarono

 sui fianchi e le unghie graffiarono le calze lungo le cosce

interne , continuando a ondeggiare coi  fianchi disegnando 

arabeschi di una sensualità raffinata.

 

 

Si mise a sbottonare ciò che rimaneva della camicetta

come a violare i segreti di mille forzieri e quando anche

questa raggiunse la gonna l’ombra di due seni boriosi si

stagliò nell’intimità della penombra.

Ora erano l’uno di fronte all’altro, la carne bianca di lei tra

 i merletti e i pizzi della sua biancheria era un manto candido

 di voglie mature, mentre il petto ansimava nella pienezza

del respiro ingordo.

Le labbra tumide e rosse come un fico spezzato si schiusero

 al ritmo del cuore e un odore speziato si diffuse nella stanza

 come un infuso di mandorle amare .

Appoggiò un ginocchio sul divano mentre con i denti

legava un dito alle sue labbra scarlatte, poi si adagiò

 con un raffinato senso teatrale sul canapè indossando

ancora le scarpe alte e lucide, le calze nere con un filo

leggero a segnare un sentiero di dannazione salivano

su per le gambe come l’ombra della notte sulle falesie

del mare.

Lacci sottili e pinze morbide ad ancorare i pizzi della

guepiere alle calze, pieghe di pelle turgida e levigata a

riempire gli occhi e i pensieri di lui.  Il seno impaziente

di liberarsi di coppe di vino dolce e le cosce armoniose

e snelle incapaci di stare ferme si muovevano come ofidi

in amore.

Portò le dita sulla bocca e sussurrò il suo nome mentre

lui in piedi la guardava chiuso nel suo maglione scuro …

La  guardò fino a penetrarla con lo sguardo e violarne i

più  intimi recessi  scardinando le serrature del suo

 pensiero ormai perso nelle stanze di un piacere atteso

e desiderato …

Poi si volse indietro aprì la porta e con un ultimo sguardo

 impietrito le disse con parole malferme …

Non qui Roby … non oggi  … ora ho voglia di …

ma la sua resistenza era più un esemplare tentativo di

autocontrollo che una reale necessità e già dentro la sua

anima il fuoco si era acceso come mille fastelli nella calura

di agosto così, quando la fissò negli occhi la vide per la

prima volta in vita sua triste e muta. Un filo di delusione le

disegnava una maschera sottile sul viso dolce rendendo la

sua bellezza tragica e maestosa .

Restò a guardarla come se non l’avesse mai vista veramente

e pian piano le mosse incontro, quando le fu vicino le

allungò la mano  e lei la prese nella sua , gli si sedette accanto

 raccogliendogli il viso nel palmo della mano, le sorrise mentre

 lei si avvicinò fino a baciarlo e nell’incanto di quel gesto si

abbandonarono a loro stessi, all’istinto del loro sangue caldo,

alla tensione dei loro muscoli tra la seta profumata della pelle

e nel sudore  reso bollente dai loro respiri corti …

 

 

 Si amarono fino a cadere esanimi l’uno sull’altro mentre

la luce della luna filtrava nella stanza in mille piccoli fasci,

colorando la loro notte di bianco e di silenzio.

 

MARVELIUS

 
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Nuvola_vola
Nuvola_vola il 01/06/14 alle 16:56 via WEB
Buona domenica...un sorriso azzurro...
 
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