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Mitologia Greca - Il capriccio degli dei (Capitolo 4)

Post n°5 pubblicato il 07 Marzo 2013 da nami.1991
Foto di nami.1991

Molti dei si aggiungeranno nel tempo ai dodici che siedono sull'Olimpo.
Per nominare alcuni: Pan, dio delle Greggi e Pastori, un poco insolito per cia della testa di sul tronco umano.
Eros, figlio di Ermes e Afrodite, dio dell'Amore, che invita le cose a congiungersi per creare la vita.
E altri meno noti: Ebe, dea dell'Eterna giovinezza Giovinezza, che mesce agli dei il nettare dell'immortalità.
Nel corso del tempo, gli dei d'altrove, dei popoli conquistati dai greci, saranno accolti nel "pantheon" (il tempio dedicato a tutti gli dei).
Dall'Egitto, per esempio, verrà Anubi, il dio sciacallo.

Insomma, gli antichi greci non adoravano un'unica divinità, bensi molte.
Così del resto faranno poi i romani. Per questo quelle religioni sono "politeiste":
ammettono l'esistenza di molti dei.

I SEMIDEI COSì SIMILI AGLI DEI

Da una parte stanno gli dei, dall'altra i comuni mortali. Tra gli uni e gli altri, una terza categoria, sorta di intermediario. Sono i semidei, detti anche eroi, originariamente diglio di un dio e di una donna (o viceversa).
Con il passar del tempo, i greci finiranno per chiamare eroi anche gli uomini che di distinguono per forza, coraggio, imprese.
Il poeta Omero, che ha scritto l'
Iliade e l'Odissea, ha celebrato gli eroi della guerra di Troia, come Schille od Odisseo.
Tra gli eori, un posto d'eccezione spetta comunque a Eracle, Ercole per i romani.
Eracle ha statua eccezionale e straordinaria forza. Il suo appettito è formidabile: quand'è affamato uccide un bue e lo divora da solo. Già nella culla mostra la sua natura divina soffocando due serpenti.
L'eccesso di forza stordisce: un giorno, nell'empito di ira, Eracle uccide i figli. Per espiare la sua colpa, egli deve compiere dodici imprese eccezionali.
Uscito vittorioso dall'ultima prova, Eracle diventerà il simbolo della forza e del vigore. Guadagnerà lui stesso l'immortalità, il che mostra come sia possibile a un eroe diventare un dio. O quasi.

GLI DEI, COSI SIMILI AGLI UOMINI

Dall'altro canto, gli dei greci hanno strane somiglianze con gli uomini. Ne condividono pregi e difetti.
Sono passionali, s'incapricciano, s'innamorano, conoscono l'astuzia e la gelosia... Zeus, dio degli dei, è particolarmente noto per la sua sensibilità al fascino femminile. Impossibile tenere conto delle sue conquiste: Europa, Io, Leda, Egina... Per sedurre una bella donna, è capace di qualsiasi espediente. Come tramutarsi in cigno per avvicinare Leda, oppure in toro per rapire Europa. Si fa pioggia dorata e discende su Danae per fecondarla.
E all'inverso, muta le forme di Io in quelle di una giovenca. Tutto purchè Era, sua sposa, non sospetti.
La sposa di Zeus, infatti, è gelosissima. E, in fin dei conti, riesce sempre a vendicarsi del tradimento coniugale.
Un solo esempio: Zeus ha trasformato le sembianze di Io, ma non abbastanza da trarla in inganno. Era riconosce lo spasimante: non altri che Zeus sotto le mentite spoglie di un toro. Allora decide di aizzare contro la rivale un enorme tafano che non le darà più tregua.
La bestia infastidisce Io a tal punto da farla correre senza posa per tutta la Grecia. Ecco che si guadagna a offendere la signora dell'Olimpo, anche senza intenzione !

TROPPO FORTI PER I MORTALI

Alla resa dei conti, però, gli dei si rivelano semore più forti. Sanno tutto, sentono tutto, vedono tutto. Meglio e più di Argo, il pastore dai cento occhi che vede in cento direzioni!
Sovente gli dei usano i loro poteri per proteggere gli eroi e i comuni mortali. Odisseo, l'eroe di Omero, dovrà superare molte prove ma nel suo lunghissimo viaggio gode della protezione di Atena. Anche Zeus si intenerisce talvolta nei confronti dei comuni mortali e li aiuta. E' il caso di Filemone e Bauci, che tanto si amavano da provar terrore  al pensiero che morte li separasse.
Se tuttavia un mortale ora disobbedire o rivaleggiare con gli dei, il castigo è tremendo.
Un esempio? Quello di Tantalo, il cui supplizio è rimasto nei modi di dire della lingua di oggi.
Tantalo è un re provvisto di tutto ciò che serve per essere felici, ma vuole di più. Prova a rubare nettare e ambrosia agli dei. Mal gliene incoglie: la punizione è immediata.
Immerso nelle acque di un fiume, Tantalo muore di sete. Le acque scorrono fresche e limpide, ma si ritirano non appena accosta le labbra. Il desiderio si acuisce sempre più.
Altro esempio? Ecco Sisifo, testimone i un delle metamorfosi di Zeus che, fattosi aquila, vuole rapire una bella giovinetta chiamata Egina. Sisifo non sa tacere e rivela il segreto. Zeus, furibondo, lo condanna a spingere un masso gigantesco fin sulla cima di un monte.
Quand'è ormai prossimo alla sommità, il masso rotola a valle... tutto da rifare.
Sisifo dovrà spingere il masso sempre di nuovo, per l'eternità.

Come si vede, gli dei sono onnipresenti.
Impossibile sfuggirli, sia per i comuni mortali, sia per gli eroi, sia per gli stessi dei. Si può, è vero, tentare di imitarli o giocarli con l'astuzia, e il trucco talvolta risce. Ma il più delle volte la volontà degli dei -cioè il destino- punisce chi ha osato.
Lo vedremo bene nelle storie seguenti.

Fine Capitolo Quattro


 
 
 
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