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Mitologia Greca - Demetra e Persefone (Capitolo 6)

Post n°7 pubblicato il 09 Marzo 2013 da nami.1991
Foto di nami.1991



Quando è tempo d'estate, Demetra è molto impagnata. Il raccolto di annuncia appena, bisogna curarlo perchè maturi abbondante. E' proprio compito suo, di Demetra, far germogliare il grano e ogni specie di cereali.
Da lei l'uomo ha appreso le arti della semina, le tecniche della soltura e del raccolto. Lei gli ha insegnato come di fa il pane... Dobbiamo ancora insistere sul ruolo di Demetra dell'anticha Grecia?
D'estate, dicevamo, Demetra ha da ispezionare ogni angolo delle Grecia per accertare che il raccolto basti alla popolazione. Ragione per cui chiede a sua figlia Persefone di aspettarla e non allontanarsi da casa.
Persefone è giovane e bella. I greci la chiamano anche Kore, che significa semplicemente "ragazza", personificazione della gioventù e della purezza. Durante l'assenza di Demetra, a Persefone è concesso di giocare con le sue amiche, le Naiadi, ninfe delle fontane e dei fiumi.
Senza accorgesene, Persefone è ormai lontana. Ma ecco che le cade l'occhio su un fiore magnifico. Ha petali bianchi e corolla gialla: è un narciso.
Si china per raccoglierlo ma, in quella, il terreno cede e le si apre sotto il piedi...
Impietrita dello stupore, Persefone vede montare su dal buco fumante una trementa apparizione.
E' Ade, re degli Inferi, temutissimo signore del Regno dei morti. In un baleno, Ade rapisce Persefone.
La giovinetta urla con tutte le forze. Troppo tardi. Il carro deli Inferi la conduce ormai verso il cuore della terra, dove la vita è scomparsa e si incontrano soltanto le ombre.
Il vecchio Ade desiderava Perfeone da tempo. Forze che Zeus, suo fratello, il dio degli dei, non gliela aveva promessa all'insaputa dei Demetra?
Ora Ade la pretende come sua sposa, regina al suo fianco sul trono degli Inferi.
Ha condotto ormai la ragazza alla soglia del regno sotterraneo. Le promette che se diventerà sua moglie, tutte le ricchezze sepolte le apparterrano.
Persefone, tuttavia, non vuole saperne. Volge il pensiero a Demetra, la madre amata. La sua sparizione, si ripete, l'avrà condotta alla follia. Demetra non vorrà più vivere nè dormire nè mangiare.
Persefone supplica Ade di portarla indietro, alla vita. Fiato sprecato, Ade è inflessibile.

L'ASTUZIA DI DEMETRA

Sulla terra, nel frattempo, Demetra non si dà pace. Dov'è finita Persefone? Misura le campagne a lunghe falcate, interroga tutti coloro che incontra, contadini, pastori, divinità della terra e del mare... Ne trae quanlche misero indizio.
Un pescatore, quand'era in barca, ha visto una giovinetta che raccoglieva bocche di leone... Un pastori ha trovato fiori sparsi sulla collina.
La Naidi giocavano con le prima della scomparisse. Tutto ciò non porta lontano. Demetra è disperata.
Dopo nove giorni e nove notti, Demetra è ancora in cerca della figlia. Il decimo giorno Elio, dio del Sole, s'impietosice: - So bene, o Demetra, che lanirei il tuo dolore rivelando dove si trova tua figlia. Eppure, se lo faccio, temo di moltiplicare la tua pena. Non rivedreai più Persefone! Ade l'ha voluta con sè ne Regno dei morti.
Tra i Morti? Che la giovinetta fosse morta era cosa impossibile. La dea della Terra è sconvolta dalla collera. Cerca vendetta. Quale? Ha un'idea semplicissima. Niente più messi... Niene più spighe dorate... La terra avvizzirà di sterilità.
Le sorgenti inaridiranno. I mortali cadranno come mosche sotto i colpi della fame e delle malattie. Da quel momento la desolazione colpisce la Grecia tutta.
Il suolo indurisce sino a fendersi.
Gli olivi ingialliscono. La vite intisichisce. Le cicale non cantano più. Sotto di loro, la terra agonizza.
E così Persefone: il dolore la tormenta al punto da rifiutare il cibo. Cedere ad Ade però no! Certo, non può rimproverargli nulla.
Ade si mostra anzì premuroso e attento. La giovane è prossima al punto di cedergli per compassione.
Ma il pensiero della madre, delle ninfe e del sole sul mare le opprime il petto. Come rinunciare al gelsomino inebriante, alle arance colme di succo? Come risolversi ad abbandonare il giardino verdeggiante di Demetra?
- Ti supplico- ripete ogni giorno Ade, incapace di vincere la malinconia di Persefone- accetta di essere mia sposa. Potrò mai convincerti? C'è qualcosa che possa mutare la tua decisione?
E' il decimo giorno, e le meraviglie dlla terra sfilano tutte davanti agli occhi della giovinetta.
Da dieci gioni non tocca più cibo. Ricorda i bei frutti. Ah, potesse assaggiarne uno... Se un messaggiero di Ade risalisse in terra e glielo portasse, forse...

LIBERA, MA NON DEL TUTTO

Pensate all'impresa: la terra è divenuta sterile e lo sventurato messaggero deve battere tutta le Grecia in cerca di un frutto.
Alla fine, trova una melograna, una sola, che riporta come un trofeo. Persefone addenta il frutto e ne inghiotte sei chicchi quando... ecco Ermes, il messaggero di Zeus!
La morte della terra preoccupa molto gli dei. Zeus ha inviato Ermes perchè Ade libero Persefone.
Visto che la giovinetta non sarà mai felice accanto a lui, Ade acconsente a restituirla la libertà. Ma i chicchi del melograno racchiudono un potere magico.
Di tempo in tempo, la ricondurranno a lui. Ogni chicco significa un mese da trascorrere agli Inferi.
Il resto dell'anno, Persefone potrà condurlo nel mondo superiore, in compagnia di Demetra.
Gli intichi greci spiegavano così il succedersi delle stagioni. In autunno, come pure d'inverno, la semente riposa sotto la terra.
In quei sei mesi, Persefone abita le  tenebre del palazzo di Ade. I sei mesi di primavera ed estate, i virgulti gettano dalla terra e screscono sotto l'occhio benevolo di Demtera: simili a Persefone, quando può rivedere la madre.
E' il mito del tempo ciclico, della luce e delle tenebre, della morte e delle resurrezione... Il tempo dei greci è un anello, un grande cerchio, qualcosa di simile a un eterno ritorno.

Fine Capitolo Sei

 
 
 
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