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Mitologia Giapponese - Le fatiche di O-kuni-nushi (Capitolo 5)

Post n°22 pubblicato il 16 Marzo 2013 da nami.1991
Foto di nami.1991

Il figlio di Susano-wo ha dei figli. Questi hanno a loro volta dei figli. E così via, fino al pro-pro-pronipote di Susano-wo.
Ciascuno contribuisce a migliorare un pò la terra. Il mondo non fu fatto in un giorno, dice il proverbio.
Solo uno di loro sarà tuttavia considerato il signore della Terra,  colui che porta a termine l'opera del bis-bis-bisnonno. Si tratta di O-kun-nushi.

IL LEPROTTO IN MEZZO ALLA STRADA

O-kuni-nushi ha ben ottanta fratelli, tutti kami. Gli ottantun ragazzini di innamorano della stassa ragazza, la principessa Yakami-hima.
E quando la principessa fa sapere che la sua scelta cade su O-kun-nushi, gli altri ottanta vanno su tutte le furie. Decidono quindi di recarsi dalla principessa, e di costringere O-kuni-nushi a servirli.
Così O-kuni-nushi, a dispetto della dua divinità, è costeetto a portate gli ottanta equipaggiamento dei suoi ottanta fratelli.
Cammin facendo, la carovana s'imbatte in un leprotto in uno stato pietoso. Sorticato!
-Che cosa ti è successo?- gli chiedono
-Ah, signori miei...Me ne stavo sull'isola laggiù, al largo, e volevo attraversare per sbarcare qui. In giro non c'erano che squali, nemici giurati delle lepri e degli dei.
Allora mi è venuto in mente uno stratagemma. Ho detto loro:"Secondo voi, miei diletti auqali, c'è qui un maggior numero di squali o lepri?". "Di squali, di squali" hanno sbraitato a una voce.
"Dimostrateo!Mettetevi in fia indiana. Per non sbagliare i conti, io percorrerò la fila intera, dall'inizio alla fine!"
Detto fatto. Mi affretto così sul ponte che mi hanno preparato con tanta premura, che parte dall'isola e arriva fin qui. Sono tutto contento.
Purtroppo mi scappa da ridere e, quando passo la tsta dell'ultimo, aggiungo una parola di troppo: "Grazie del passaggio! Per me potete essere tanti quanti vi pare, e buon prò vi faccia! Un solo leprotto ale più di tutti i babbei e i cretinetti che siete!"
Maledetta linguaccia! L'ultimo squalo capisce l'antifona, mi addenta pa la punta delle zampe e mi dà un tale strattone che ci rimetto tutto il pelo. Povera la mia bella pelliccia! Eccomi qua spiaccicato, con la carne a nudo. Aiutatemi, miei buoi principi, e vi ricompenserò!
Ma la bontà non è il forte degli ottanta fratelli, anzi. E' venuto il loro turno di spassarsela con il leprotto.
-Perchè non ti tuffi nell'acqua salta? Quando uscirai, avrai un pelo nuovo di zecca.
Il leprotto porge orecchio al perfido consiglio. Tanto più che sta proprio in riva al mare.
Entra in acqua deciso a lasciarsi coprire dalle onde.
Come l'onda lo lambisce, sente il suo povero corpo fatto a pezzi. In quello stato lo trova O-kuni-nushi, che è rimasto indietro con tutto quel bagaglio da portare.
Raccogliendo la forze, il leprotto gli narra le sue peripezie. O-kuni-nushi si impietosisce e gli dice: -Và a bagnarti nell'acqua del fiume. Laggiù trovarai dei roseti in fiore. Coricato nel loro polline e sarai guarito.
Trasporta anzi egli stesso il leprotto fino al fiume. Il leprotto ringrazie O-kuni-nushi.
E gli rivela di saper leggere il futuro. E' in grado di prendirgli che sarà il marito della principessa Yakami-hima.

PRINCIPESSE INFERMIERE

Gli ottanta fratelli aspettano O-kuni-nushi. Hanno in serbo per lui una nuova bricconata.
-Và a caccia per noi su quella montagana!- gli dicono. -Portaci il cinghiale rosso che vive lassù.
O-kuni-nushi depone i bagagli e attacca la scalata. Più su, i fratelli hanno già smosso un macigno e l'hanno arroventato su un grande fuoco. Come il masso rosseggia, lo fanno precipitare su O-kuni-nushi.
-Guarda il cinghiale rosso! Prova a beccarlo!
Il masso incandescent rivina lungo il pendio. O-kuni-nushi gli dta proprio sotto.
Benchè s'accosci, tenda l'arco, scocchi veloce le frecce, il macigno lo manda a cambe levate.
E' ormai stritolato. Bruciato. Morto.
I divini poteri di sua madre lepermettono di presagire il disfatto. Ella supplica allora Kami-musumi, uno dei più remoti antenati, di ridare la vita a O-kuni-nushi.
Il compito è determinato a due incantevoli divinità, le principesse Cuore-di-mare e Vongola. La prima estrae la polvere della conchiglia, l'altra filtra un goccio della sua acqua di vita.
Ambedue mescolano le prezione sostanze. Con quel balsamo, curano il giovane.
O-kuni-nushi rinasce.

UN BUON CONSIGLIO

Tutto questo non va giù a quegli ottanta farabutti dei suoi fratelli, che di nuovo mettono le mani si O-kuni-nushi e tentano di eliminarlo, imprigionandolo nel tronco di un albero.
Ancora una volta la madre giunge in suo soccorso. E' lei che lo libera. Lui si nasconde nella foresta.
I fratelli, accecati dalla rabbia, lo inseguono. O-kuni-nushi, che riesce a farlo franca, trova rifugio presso un kami potente, Oha-ya-biko.
Il buon kami lo consiglia di chiedere protezione al bis-bis nonno, Susano-wo che, dopo aver trionfato del serpente a otto teste e otto code, seminati in terra i peli della barba, è scomparso nel mondo del sottosuolo.

DIMORE ZEPPE DI PERICOLI

O-kuni-nushi, guidato certo dagli dei, individua tosto il luogo ove Susano-wo vive dai sei generazioni. Davanti alla casa, scorge una delle figlie dell'antenato, l'affascinante principessa Suseri-hima.
Tra i due giovani è amore a prima vista. Ma Susano-wo non intendere cedere sua figlia al primo venuto, nemmeno se di fmiglia (benchè più giovane di sei generazioni) e per di più destinato a essere il signore della Trra.
Dispone perciò, senza dilungarsi in spiagazioni, che O-kuni-nushi pernotti in una casa non distante di là.
La principessa Suseri-hima ben conosce i pericoli di quell'alloggio: la casa è infestata da serpenti.
Sceglie perciò di aiutare il suo amato agendo, come molte innamorate fanno, all'indaputa del padre. Presta a O-kuni-nushi una magica sciarpa che lo proteggerà dalle insidie escogitate da Susano-wo.
La mattina del giorno dopo, infatti, O-kuni-nushi esce sano e salvo di casa, stringendo la sciarpa nella mano sinistria.
La notte del seconfo giorno, O-kuni-nushi la deve passare nella casa infestata dalle vespe.
La mattina del giorno dopo, O-kuni-nushi esce sano e salvo, stringendo la sciarpa nella mano destra.
La notte del terzo giorno, O-kuni-nushi la deve passare nella casa infestata da una specie velenosa di millepiedi.
La mattina del giorno dopo, O-kuni-nushi esce sano e salvo, la sciarpa annodata in fronte.

LA FRECCIA CELESTE

Susano-wo mette allora mano al suo arco. Ha in serbo per O-kuni-nushi una freccia straordinaria, fabbricata in cielo e guarnita con piume che la rendono sibilante come un volo di rondini.
La freccia, scagliata con un braccio fermo da Susano-wo, sorvola le pianure e si conficca in una fasta prateria. Susano-wo comanda subito a O-kuni-nushi di andarla a cercare e riportargliela.
O-kuni-nushi intraprende il suo viaggio. E' giunto in vista del punto in cui s'è conficcata la freccia piumata quando, d'improvviso, la terra attorno a lui prende fuoco.
Susano-wo l'ha intrappolato in un cerchio di fiamme. Contro il fuoco, la sciarpa di Suseriò-hima non può nulla. In quel mentre...forse la storia del leprotto difeso sa O-kuni-nunshi ha fatto ormail il giro del mondo dalle tane? In quel mentre, dicevamo, compare una topolina di compagnia e dice a O-kuni-nunshi:
-Presto, vieni da noi. Sottoterra, insieme ai miei piccoli, sarai al sicuro dall'incendio.

TOPOLINA E TOPOLINI

O-kuni-nunshi non se lo fa ripetere: farà come lei dice. Giusto in tempo! Un istante e il fuoco divampa tutto intorno.
Poi, quando non c'è altro da bruciare, si spegne. Nel mezzo della terra annerita, tuttavia, la freccia celeste risplende più che mai. La topolina dice ai suoi topolini:
-Andiamo a prenderla.
Zamppentando la raggiungono e, impagnandosi a fondo, la estraggono per riportarla a O-kuni-nunshi. Il signore della Terra li ringrazia.
Infila la freccia nella feretra e intraprende il viaggio di ritorno. Chi resta con un palmo di naso, a rivederlo? Susano-wo, naturalmente, e così la fidanzata, che dava ormai per spacciato nel corso dell'incendio il suo amato. Salvato da una topolina!

TIRATO PER I CAPELLI

Susano-wo decide di esaminare la situazione un pò più da vicino. Apre le porte di casa a O-kuni-nushi-
-Ora poggerò la testa sulle sue ginocchia. Vedremo un pò quante pulci e parassiti saprai scovare nel miei capelli, dopo di che deciderò cosa fare!
O-kuni-nunshi lascia che Susano-wo si accomodi.
E di colpo il terribile bis-bis-bisnonno elevato alla sesta generazione si addormanta profondamente. Senza perdere tempo, O-kuni-nunshi afferra la chime sciolta di Susano-wo addormantato e lega saldamente i capelli alle travi della casa.
Poi arraffa la spada di Susano-wo, l'arco con le freccie celesti, persino il liuto, celeste anch'esso. Esce quatto quatto di casa e fa rotolare davanti alla porta un enorme macigno.
Si  carica in spalla la principessa Suseri-hima e parte a grandi falcate con il suo bottino.
Nella fretta, però sbatte il liuto contro un albero. Ciò basta a sprigionare l'eco.
La terra suona e risuona come un'immensa campana di bronzo.

LA BENEDIZIONE DI SUSANO-WO

Il rimbombo scuote Susano-wo, appreso alle travi. Il suo scatto violento non riesce, è vero, a srotolare  i capelli, ma demolisce però la casa con immane boato! Dal cumula di macerie, Susano-wo scorge O-kuni-sunshi ed esplone di una seria di imprecazioni:
-Torna al paese della piana dei roseti, briccone! Sposa mia figlia, ladro! Bracca i tuoi fratelli, furfante! E regna sulla terra, miserabile mascalzone!
Susano-wo si ritira sul serio. Ancora oggi, nei periodi di scalogna, lo si invoca nei santuari del Giappone.
Non gliene di vorrà nè per avere distrutto le risaie del cielo, nè per aver scorticato un puledro e spaventato Amaterasu, nè per aver tentato di eliminare il pro-pro-pronipote di seste generazione.
Di lui si rammenta invece l'auspicio che il cielo aiuti la terra, si semina di goni sorta di frutti, la cultura di migliaia d'alberi meravigliosi al fine di migliorare la vita degli uomini.

Fine Capitolo Cinque

 
 
 
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