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Mitologia Giapponese - Il celeste impero (Capitolo 6)

Post n°23 pubblicato il 16 Marzo 2013 da nami.1991
Foto di nami.1991

O-kuni-nunshi ha ormai due donne: la principessa che lo aveva scelto in mezzo agli ottanta fratelli e quella che ha appena rubato in casa del padre. E, se non vi basta, s'innamorerà di una terza, di una quarta...
Al punto che, alla fine, O-ku-nunshi avrà centottantuno figli, tutti kami. E sarà spesso impegnato a rintuzzare la gelosia di questa o quella principessa.
Ma O-ku-nunshi resta pur sempre il signore della Terra. E ha molto ancora da fare per migliorarla.

UNO STRANO EQUIPAGGIO

Il palazzo di O-kuni-nunshi ha vista sul mare. Dal mare, gli appare un isolito equipaggio.
Un'imbarcazione leggera sale e scende con l'onda. Un kami di piccola taglia sbarca sulla battiglia.
Indossa un mantello di piume d'oca, a detta di alcuni, di piume di reattino, a detta di altri. Vi si ravvolge da capi a piedi.
-Chi sei, kami venuto dal mare?- gli chiede O-kuni-nunshi. Il kami non rispondi.
Tocca al kami degli Spaventapasseri istruire O-kuni-nunshi:
-Il nuovo arrivato è un nobile kami, figlio di uno dei più antichi progenitori. Si chiama Susuka-hikona-no-kami, che significa all'incirca "piccolissimo kami".
Corre voce che quel minuscolo personaggio sia proprio il primo figlio di Izanagi e Izanami, il figlio ancora imperfetto del Sole, deposto dai genitori in una baschetta di giunchi di rosa e affidato alle cinque.
O-kuni-nunshi (uno dei cui nomi contiene l'epiteto "grandissimo") subito intuisce che il silenzio Sukuna-hikona è lì per dargli una mano a completare la terra.
Ambedue, l grande e il piccolo, il signore della Terra e il più fedele kami, inventano mille terapie per malattie fino allora mortali, e altrettanti mezzi di difesa contro gli attacchi delle belve e contro morsi e ponture d'ogni tipo.
Meglio ancora, inventano, a beneficio degli uomini le preghiere giuste che si rivolgono ai kami prottetori con la massima probabilità di esaudimento.
Compiuto il lavoro, O-kuni:nunshi domanda a Sukuna-hikona:
-Pensi che il mondo da noi creato sia perfetto?
Sukuna-hikona risponde:
-Lo si può dire il mondo dire pieno di perfezioni da un canto, pieno d'imperfezioni d'altro canto.
Ciononostante, la parte di lavoro di Sukuna-hikona è terminata. E' talmente leggero che può arrampicarsi su una pianta di miglio, e batte una spiga di grano in sottigliezza ed elasticità.
Egli parte per non ritornare più. Va verso un mondo lontano.

INTERVIENE IL CIELO

Amaterasu, la Luce del Cielo, aduna quindi il consiglio degli dei. Reputa necessario un suo intervento in terra, poichè la terra non è affatto perfetta e sulla superficie non c'è più nessuno che possa tornare in cielo a chiedere aiuto.
Il dio del Tuono, Take-mika-zuchi, e il suo compagno Futsu-nunshi, dio del Fuoco, sono spediti come messageri in terra.
Debbono notifichare la decisione a O-kuni-nunshi: lo si prega si riconoscere i diritti celesti sulla terra. Vedendo le larghe spade di cui sono armati gli dei inviati dal cielo, O-kuni-nunshi comprende di non aver scelta.
Chiede non di meno che i messaggeri si consultano con i suoi figli, guerrieri rinomatissimi e legittimi eredi del regno paterno.

SCONTRO DI TITANI

Il dio del Fuoco non dura troppa fatica a convincere il primogenito, che accetta di ritirarsi... in mare!
Take-minakata, però, il figlio minore, respinge ogni richiesta del dio del Tuono. Si prepara dunque uno scontro di titani.
Il giovane guerriero fa mostra di voler attacare. La mani del dio del Tuono,però, s'è tramutata in una spada affilata come un rasoio.
Recide la mano del giovane, lo mette in fuga e poi lo insegue. Il giovane guerriero comprende allora che tutto è perduto, e rende agli dei celesti la sua parte d'eredità.
O-kuni-nunshi accetta di ritirarsi nel sottosuolo.  Da allora in poi, suo è il compito di far regnare l'ordine tra le divinità malefiche che ordiscono nell'oscurità i loro complotti, e di vegliare a che esse non tormentino gli umani.

I TESORI DEL CIELO

Amaterasu affida a un kami celeste, Nigi-haya-hi, i tesori del cielo. Gli saranno preziosi per il suo compito, migliorare la terra.
Nigi-haya-hi riceve pertanto una specchio, una spada e tre telismani.
Lo specchio riflette il cielo, e serve a favorire l'elevazione dell'anima; la spada apre lo spirito a tutto quanto è celeste.
Il primo talismano protegge da serpenti e calamità naturali, il secondo dalle vespe e dalla collera o dall'oblio divini, il terzo dai fantasmi, dalle malattie e dalle gelosia umane.

IL KAMI DELLA FANGIELLA

Il kami non trova difficoltà di sorta nel villaggio, ma ha talmente da fare in terra che scorda di risalire in cielo a darne il resoconto.
I kami celesti decidono di affidare il compito a un altro kami. Anche costui, Ame-waka-hiko, si lascia sopraffare dalle cure terrene.
Passano otto anni senza che trovi il tempo di riferire a coloro che ve l'hanno spedito i risultati della missione in terra.
Seccatissimi di non aver notizie, i kami del cielo gli inviano una fagianella. L'uccello ha l'incarico di rammentare i suoi doveri allo smemorato. Appollaiata  su un albero vicino ad Ama-waka-hiko, la fangiella gli intima di risalire immediatamente in cielo e giustificare la sua permanenza in terra.
Lui non se che pesci pigliare. E quando una domestica senza perli sulla lingua escalama:"Quell'uccellaccio del malaugurio gracchia come un managramo. Potessimo levarlo di mezzo!", mette mano all'arco.

LA FRECCIA FATALE

Ame-waka-hiko scocca una freccia invincibile che trapassa l'animale da parte a parte, monta dritta in cielo e spunta nel bel mezzo di una riunione di kami celesti.
Per loro è un gioco da ragazzi acchiapparla al volo. La osservano per un certo tratto, poi prendono le decisione.
-Se il kami ha scagliato la freccia per uccidere i suoi nemici in terra, sia risparmiato. Altrimenti, sia colpito!
E puntano la freccia contro la nube che essa ha perforato nel salire. La freccia cade a piombo, centrando in pieno il cuore di Ame-waka-hiko, che nel frattempo si era addormentato: egli paga con la vita l'essersi dimenticato dei suoi signori.
Per lui c'è cordoglio in terra: gli di fa un grandioso funerale.

IL CELESTE NIPOTE

Amaterasu manda allora in terra Ame-no-oshi-ho-mi-mi uno dei figli nati dal soffio di suo fratello, Susano-wo.
Fresco sposo di Yorodzu-hata-hime, egli ne riceve un figlio, il principe Ninighi, durante il viaggio tra cielo e terra.
Ame-no-oshi-ho-mi-mi è coraggioso, ma non temerario. Esaminato lo stato in cui versano le cose terrestri, soppestate le difficoltà, in tutta onestà decide di rinunciare all'incarico.
La dea Amaterasu, sua divina zia, incarica allora la dea Ame-no-uzume (colei che aveva danzato di fronte alla caverna) di predisporre senza indugi quanto necessario per la discesa in terra di Ninighi.
Gli conferisce il titolo per lui usato dalle cronache che riportano la vicenda: "principe Ninghi, il Celeste Nipote".

AL SERVIZIO DEL PRINCIPE

La dea si affretta a obbedire. Comincia con l'interpellare un kami che sta nel punto preciso da cui passerà il principe.
-E tu chi sei?
-Mi chiamo Saruda-niko, e sono qui a offrire i miei servizi al principer Ninighi.
Avanti che il principe arrivi, i due kami si mettono all'opera e dapprima radunano insieme tutti i pesci di tutte le acque della terra, affinchè giurino fedeltà al nuovo signore della Terra.
Nel frattempo, il numerono seguito del principe Ninigi s'è potuto raccogliere. Spiccano, nell'equipaggiamento, i semo del riso delle risaie celesti, affidati da Amaterasu alla scorta affinchè i raccolti terreni siano abbondanti come quelli celesti.
Amaterasu dichiara allora:
-Schenda il Celeste Nipote a prender possesso del paese dei prati di rose, vi regno e dia seguito alla nostra dinastia, affinchè cielo e terra siano uniti per sempre.
Ecco il nostro specchio divino, la spada trovata da Susano-wo nella coda di mezzo, la lancia e i gioielli che formeranno il pegno di questa alleanza e il tesoro degli imperatori.

IL VIAGGIO DI NINIGHI

Ninighi attraversa le nuvole per giungere nel suo regno, la terra. I kami terrestri si raccolgono, gli prestano omaggio, gli si dichiarano vassilli.
Anche gli uomini si sottomettono a lui. Ninighi fa costruire un palazzo e progeta di prender moglie.
Gli si presenta una bella principessa:
-Come ti chiami?
-Mi chiamano principessa Albero in Fiore
-Tuo padre  acconsentirà alle nostre nozze?
-Non hai che da chiedere
Non soltanto il padre di Albero in Fiore acconsente a maritate la figlia al Celeste Nipote, gli concede bensì la mano dell'altra figlia, Principessa di Rocca.

STORIE DI FAMIGLIA

Ma Ninighi intende sposare solo la prima. Il padre si offende e spiega al principe:
-La ragione per cui t'ho offerto entrambe le figlie, è che Principessa di Rocca avrebbe consentito ai tuoi figli di vivere per secoli, come la roccia delle montagne, e di essere altrettanto resistenti.
Dal momento che tu accetti soltanto Albero in Fiore, avrai una discendenza che vivrà il poco che durano gli alberi in fiore.
Il principe Ninighi ha giusto il tempo di rammaricarsi della scelta: la principessa Albero in Fiore, che era rimasta incinta, gli partorisce quettro gemelli.
-Di già?- fa il principe- Sono proprio miei, questi quattro bambini?
-Se i miei figlio non sono i tuoi,- risponde offesa la principessa -che muoiano!
E appicca il fuoco alla stanza dove si trovano i neonati.
Essi escono illesi dalle fiamme, e di persona assicurano al padre di essere proprio i suoi figli, figli del Celeste Nipote.

Fino Capitolo Sei

 
 
 
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